31 marzo 2012 – Maiella

Ci eravamo visti la sera prima di questa uscita, il venerdì, per una cenetta alla taverna.
Mancava Freeblue, rimasto intrappolato all’ultimo momento, mentre erano presenti Dennykey, che però non avrebbe partecipato all’uscita, Murdok, MrSergio ed io, Ulysse. Ceniamo leggeri, solo bruschetta, Amatriciana, verdure, acqua e qualche birra e poi andiamo a far visita a Freeblue, ancora al lavoro; fra l’altro mi doveva dare le pastiglie dei freni, che aveva acquistato nel pomeriggio… Purtroppo quando ci vediamo si palesa anche la possibilità che per lui salti l’uscita, mentre al contrario e per nostro gaudio si era aggiunto Dragokappa.
Ci lasciamo con questa incognita, ognuno torna alla propria casetta ed io, prima di andare a nanna, effettuo la sostituzione delle pastiglie.
Poche ore di sonno, l’appuntamento è per le 7:30 al Colle Tasso Sud, sulla A24 e dunque alle 6 sono già vestito e pronto ad uscire dal garage.
Arriviamo tutti puntuali, Freeblue non c’è; sms, chiedo se lo hanno liberato e lui risponde che si fa un altro pò di sonno e poi ci raggiunge *al punto 16*, che sarebbe il way point di Pratola Peligna sul nosto percorso. Partiamo, facciamo la A24 fino a Magliano de Marsi a velocità da codice, anzi anche una decina di km orari in meno ma Drago ad un certo punto spara una manata di gas e sparisce all’orizzonte!!!
Ci fermiamo al solito bar, Drago offre il caffè, Murdok monta la sua Go Pro sul casco, rabbocco di carburante ma non per tutti e si riparte. Attraversiamo Avezzano, diretti verso Pescina e poi saliamo decisi a Collarmele per farci una tirata fino a Castelvecchio… Che strada! Facciamo un paio di foto e ripartiamo, scendendo per la Gola di San Venanzio; altra goduria, la bellezza del posto si unisce alla bellezza del percorso, che si snoda nella gola su un asfalto perfetto.
Arriviamo al fatidico *punto 16*, l’incrocio per Pratola Peligna; appena fermi telefono a Freeblue che risponde dal suo interfono: “sono a 10 minuti dal punto…” Ottimo! Noi siamo arrivati con una decina di minuti di anticipo sulla nostra tabella di marcia e dunque lui è in perfetto orario; si è fatto tutta autostrada fino, appunto, all’uscita di Pratola Pelinga-Sulmona… eccolo! Saluti, gli diamo dieci minuti di respiro e poi partiamo.
Ci aspetta un tratto di strada tranquillo, una decina di km per passare Sulmona, senza entrare in centro, ed iniziare a salire verso Pacentro.
Ora si ricomincia a godere; la salita verso Pacentro è uno spettacolo, un percorso appagante fatto di curve e tornanti in un panorama veramente suggestivo; trotterelliamo, per godere anche dell’ambiente. Siamo nel Parco della Maiella, spettacolare; le strade sono pulite ma c’è ancora molta neve nei campi e sulle montagne. Drago e Murdok, che sono andati avanti, non si vedono; noi ci fermiamo a fare rifornimento presso un distributore, il primo che vediamo da quando abbiamo iniziato a salire verso Pacentro e l’unico che vedremo fino al completamento del giro del Parco.
I due non arrivano, dopo un paio di tentativi al telefono ci chiamano loro… Monelli! Avevano imboccato a destra ad un bivio dove bisognava invece andare a sinistra. Poco male, hanno tirato dritto per le gallerie ed hanno recuperato, arrivando al distributore dopo una 15ina di minuti.
Rabbocco anche per loro e si parte, nuovamente. Drago dovrebbe essere a casa alle 14, potrebbe dunque prendere l’A24 a Scafa ma non ci pensa per niente! “Mi faccio un altro pò di km con voi” aveva detto e quel pò di km diventano l’intero tragitto fino a Passo Lanciano, dove arriviamo con una mezz’ora di anticipo sul previsto; Drago non si ferma a mangiare un panino con noi, è già in ritardo e dopo i saluti di commiato scappa verso casa.
Noi parcheggiamo le moto davanti ad un bar-tavola calda, una baita in legno; c’è molta neve, gli impianti di risalita girano senza sosta e vediamo sciatori andare su e giù per le piste, con sci e snow board. C’è anche un sole caldissimo, la giornata è veramente bella e noi ci sediamo ad un tavolo all’aperto, in pieno sole. Consumiamo patatine, pizza con salsicce e formaggio, qualche coca cola, acqua, quattro caffè e dopo aver saldato il salatissimo conto di ben 7 euri e mezzo a testa, con molta calma, risaliamo in moto per iniziare il tragitto di ritorno.
Freeblue alla guida del drappello; scendiamo decisi dal passo e ci dirigiamo verso Fara San Martino costeggiando tutto il Parco. I  panorami sono di rara bellezza, l’aria è pulita e fa caldo anche in moto! L’asfalto è sempre buono ma in alcuni tratti un pò scivoloso, il che rende anche divertente la guida, che comunque è attenta e nei limiti della prudenza. Le curve non finiscono mai, alternandosi ai tornanti e così ne maciniamo a ripetizione; senza sosta attraversiamo tutti i paesini che incontriamo, inclusa la bella Fara San Martino, con lo stabilimento De Cecco in invidiabile posizione ai piedi della Maiella.
Si prosegue, ancora curve su curve e finalmente ci immettiamo sulla Frentana, che seguiamo prendendo la direzione di Roccaraso; non che la Frentana si aprive di curve, tutt’altro! Dopo aver passato Lama dei Peligni, Taranta Peligna e Palena comunico via radio a Freeblue, sempre in testa, di fare attenzione alla fonte vicino alla casa cantoniera che incontreremo prima di Quarto Santa Chiara; ci arriviamo e facciamo sosta, abbeverandoci come cavalli… Murdok si inzuppa ben bene, le cazzate volano a raffica e facciamo gli imbecilli giocando con il potente getto d’acqua gelata. Questa sosta ci voleva, abbiamo oramai tanti km sulle spalle e tanta sella sotto le chiappe; ci ristoriamo, dunque, e belli freschi ripartiamo per affrontare il resto del percorso; la salita a Campo di Giove è divertente ed anche qui siamo immersi nel verde, in un panorama dal sapore antico: le rare case rurali, le cascine, la ferrovia a fondo valle, con i suoi ponti in mattoni… Sempre via radio, che per la loro utilità non finiremo di ringraziare, decidiamo di approfittare dell’occasione per individuare un posto dove piantare le tende ad Agosto, per il consueto GP -non è un gran premio- dei Babbaluci. Lo troviamo: posto da favola, bel prato che sembra anche liscio, alberi e cespugli disposti a raggiera. Fissiamo il punto nei navigatori e ripartiamo.Nessuna ulteriore sosta se non al Passo di Olmo di Bobbio, dopo aver passato Sulmona, Brugnara, Anversa degli Abruzzi, Cocullo; altra bella scorpacciata di curve e tornati, dunque. Due foto in cima al passo e risaliamo in moto; dopo la galleria si scende, sempre su strada priva di rettilinei, a Pescina; ora è MrSergio in testa e non ha nessuna esitazione, nessuna ulteriore sosta prima di imboccare il casello per l’ultimo tratto verso Roma.
La sosta, per berci una bottiglia di acqua e per i saluti, la facciamo all’area di servizio Civita Nord.
Bellissima giornata, gita perfetta sotto tutti i punti di vista. Luoghi incantevoli, percorso faticoso ma altamente appagante, che fra mille curve e tornanti si è snodato in una natura incontaminata e superba, a tratti severa come è caratteristica dell’Abruzzo. Abbiamo anche incontrato un buon numero di valichi: Forca Caruso, Passo San Leonardo, Passo Lanciano, Valico della Forchetta e Passo di Olmo dei Bobbi. Memorabile anche la discesa nella Gola di San Venanzio ma ciò che più ha reso felici è stata la giornata in compagnia ed amicizia, bene sempre più prezioso da conservare con la massima cura.
All’arrivo totalizzo 616 km; tolti quelli necessari per arrivare all’appuntamento del mattino e quelli per il rientro, abbiamo percorso insieme 507 km. Non pochi, visto che siamo ancora a Marzo! Queste gite si possono fare essendo consapevoli che non è necessario andare veloci ma mantenere il passo, un ritmo sicuramente serrato e costante ma senza esagerare in velocità di punta. Le soste le abbiamo fatte eccome ma avendo il riferimento costante della tabella di marcia abbiamo potuto tenere sempre sotto controllo la situazione. Partiti più o meno puntuali siamo sempre arrivati con un pò di anticipo ai vari *controlli orari*, il che ci ha consentito di divertirci senza accusare un esagerato affaticamento, senza dover arrivare tardi a casa.
Ovviamente il merito è tutto degli amici del gruppo, che oramai sono delle istituzioni nel campo del mototurismo veloce; i ragazzi stanno rapidamente accumulando esperienza ed io non riesco più a pensare ad un giro senza di loro. Complimenti!

Grazie a tutti, a chi ha partecipato, a chi si è fatto rimpiangere per non essere stato presente.
Per tutti: alla prossima, Babbaluci!

10 marzo 2012 – Montecchio

Che marzo sia pazzarello si sa da sempre.
Che dopo il freddo e le nevicate di qualche settimana fa uscisse una giornata di sole da tarda primavera era impensabile.
L’uscita di marzo, quella in calendario, è così stata ancora più bella di quello che potevamo sperare; gli ingredienti per una ottima riuscita comunque c’erano tutti: la solita materia prima composta da cinque Babbaluci in gran spolvero; le moto tutte a puntino; cazzate a non finire grazie al mai domo MrSergio -seppur preda di un terribile ed orribile raffreddore- ed infine un percorso divertente, caratterizzato da panorami diversi ed a tratti rilassanti.
Ci incontriamo alle 9 alla solita area di servizio sul Gra: Murdok, Freeblue, Ulysse, MrSergio ed il suo amico Gianni. Dopo la colazione ed il rifornimento per alcuni si parte, la nostra destinazione è Montecchio ma ci arriveremo, come nostro solito, facendo dei giri in giro. Cassia, ma per poco, poi deviamo per Calcata dove sostiamo a fare qualche foto senza però entrare in paese; proseguiamo, altra sosta alla stazione di Pian Paradiso e poi, seguendo un itineario per noi insolito, arriviamo a Soriano nel Ciminino.
Senza por tempo in mezzo puntiamo su Bomarzo e poi tiriamo su, su , su fino al lago di Corbara; in mezzo solo una sosta per un caffè.
La strada è pulita, sale e scende fra dolci colline in un susseguirsi di curve abbastanza serrate; il sole rende calda la giornata e si guidare è un gran divertimento; ogni tanto, via radio, arrivano da parte di MrSergio starnuti e colpi di tosse… Comunque conduce il gruppo senza troppi problemi, a parte qualche deviazione fuori programma che non sappiamo se addebitare al raffreddore, al suo Garmin o alla sua condizione base 🙂
Ancora un pò di curve ed avvistiamo il lago di Corbara; la strada lo costeggia per un pò, ovvero: la strada seguirà le sponde ancora per un lungo tratto prima di arrivare a Todi ma noi deviamo per raggiungere Montecchio; siamo in perfetto orario, arriviamo in paese molto prima delle 13.
Parcheggiamo le moto in uso spiazzo pochissimo più avanti del punto di ristoro previsto da MrSergio ed il parcheggio, in un’ansa dello stretto vicolo, è tutto da inventare.
Due passi a piedi per il borgo, bello, e poi entriamo decisi nella taverna; c’è poca gente, è ancora presto ed il simpatico proprietario ci mette a disposizione una panca per appoggiare caschi, zaini, giacche e tutto quello che ci siamo tolti di dosso. Pranzo squisito, fatto di assaggini di questo e di quello ma molto sostanzioso, pure troppo. Il posto è ottimo ma a dire il vero sto un pò soffrendo pensando al sole che abbiamo lasciato fuori… Non so se lo lascio a vedere ma ad un certo punto Freeblue me lo chiede in modo esplicito: stai a soffrì, eh?! 🙂
Comunque sia si sta bene, il locale è suggestivo, forse una vecchia cantina; il cibo è ottimo e la compagnia pure. Meno male, però, che siamo entrati presto e così, altrettanto presto, possiamo finalmente rimetterci in sella; ci aspetta la Amerina. Fa ancora caldo, sono quasi le 16 quando incrociamo le prime moto della giornata; un paio di gruppetti in senso contrario al nostro, ognuno composto da poche moto; lamps, manina e via così, con Freeblue alla guida del gruppo; facciamo una sosta rifornimento per Jean e ripartiamo subito; arriviamo alle porte di Roma, con la Flaminia, verso le 17 e dopo aver percorso 290 km.
Che dire… lungo il giro, a tratti, ho fiutato l’odore dell’erba; ho sentito il calore del sole quasi per tutto il giorno, sole che ogni tanto faceva scintillare le cromature delle moto dei miei amici. Tutti segnali di una primavera oramai imminente che mi facevano percorrere mentalmente gli itinerari che arriveranno con la bella stagione, sempre più lunghi, sempre più in quota, sempre più divertenti. Ho guidato sempre in coda, tranne in un paio di tratti per disimpegnarci velocemente dai labirinti creati dai capricci del Garmin di MrSergio; mi sono goduto l’andare degli amici, così diversi fra loro nel modo di stare in sella, nel modo di guidare, ma tutti così sciolti e sicuri; uno spettacolo!
Ringrazio loro per avermi regalato l’ennesima bella giornata vissuta fra moto, natura ed amicizia.

Alla prossima, Babbaluci!

18 febbraio 2012 – Giro dei Laghi

Non ci speravamo!
Una settimana dopo le grandi nevicate pensare di uscire in moto era pura fantasia eppure lo abbiamo fatto.
Il giro era in programma nel calendario e così abbiamo tentato; la mattina alle 9 ci siamo incontrati sull’Aurelia io, Ulysse, MrSergio, Freeblue ed in leggero ritardo Dennykey. Ci muoviamo, Freeblue in testa ma in questo periodo nella sua, di testa, deve girare qualcosa che lo distrae… liscia il primo bivio, a soli 6 km dalla partenza e questo non è da lui! Poco male, piccola deviazione ed in meno di 5 minuti ci ritroviamo suilla strada giusta, primo tratto che ci porta definitivamente fuori città; Santa Maria in Galeria è ancora innevata, come le campagne circostanti; Osteria Nuova è nella stesse condizioni, con molta neve a bordo strada e le campagne imbiancate. Scendiamo ad Anguillara, colazione al chiosco e piccolo briefing tecnico per calibrare le radio.
Si riparte, più andiamo avanti e più la neve aumenta; piccola sosta foto a Vicarello dove i più monelli, Free, MrSergio e Denny, si prendono anche a pallate di neve; il posto è davvero bello, con ottima vista sull’intero bacino del lago di Bracciano.
Ci rimettiamo in sella, nonostante la neve la temperatura si è alzata rispetto ai giorni precedenti e nessuno lamenta il freddo. Effettuata la semi circumnavivazione del lago prima di entrare a Trevignano deviamo per le colline, e qui la neve è davvero tanta; ghiaccio anche, quindi la guida deve essere necessariamente accorta. Sbuchiamo sulla Cassia all’altezza di Sutri, la seguiamo per un breve tratto e poi prendiamo per il parco del lago di Vico.
I panorami sono da incanto, la strada è curvosa e piacevole ed il fondo ottimo; mi ero un pò preoccupato perchè l’ultima volta che l’ho percorsa era in pessime condizioni, disseminata di buche e crepacci. Piccola sosta in riva al lago, foto e MrSergio tenta di rianimare Denny in preda ai crampi…
Fino ad ora non abbiamo visto nessuna moto ed anche le auto sono rare, meglio così!
Risaliamo dal bacino del lago, a San Martino, attraversiamo il paese e ci dirigiamo a Viterbo per immetterci subito nella Cassia nord; pochi chilometri e prendiamo la Martana fino all’omonio paese, per andarci poi a fermare a Capodimonte.
Foto, qualche cazzata; dato che si è fatto mezzogiorno e Denny deve riprendere la strada di casa ci sediamo ad uno dei tavoli di un grande chiosco, all’aperto, per salutarci mangiando insieme un panino. Posto piacevole, cameriera anche, fauna di passaggio notevole…
Ripartiamo, soddisfatti; Danilo prende per Roma e noi continuiamo a girare intorno al lago di Bolsena, evitando la strada principale.
Ci troviamo di fronte uno sterrato; rapida consultazione via radio, senza fermarci, e decidiamo di proseguire; qualche chilometro, piacevole fra l’altro, con la strada che costeggia il lago proprio sulla riva e ad un certo punto ECCOLA! Una poiana gigante appollaiata su un ramo; la sorpassiamo, facciamo inversione e piano piano torniamo indietro, giusto in tempo per vederla spiccare il volo… è enorme, maestosa!
Lo sterrato finisce bruscamente, una linea netta demarca l’inizio dell’asfalto; saliamo un poco di quota, riecco la neve e dopo pochi chilometri siamo a Bolsena. Non ci fermiamo, vado avanti e, tagliando per la parte vecchia del paese, salgo per la SP53 e qui veramente si esagera con la neve!
Già lontani da Bolsena ed ancora lontani dalla Cassia ci troviamo a passare dentro una vera e propria trincea: la carreggiada si è ridotta a metà della metà e su entrambi i lati corre un muro di neve. Guidiamo con attenzione e prudenza, andiamo piano anche per gustarci l’insolita ambientazione per un giro in moto.
La Cassia, siamo qualche chilometro prima di Montefiascone: Andrea, di buon passo, dirige alla volta di Viterbo ma a differenza dell’andata giunti in periferia evitiamo di attraversare il centro e prendiamo la superstrada, solo 6 km ed usciamo a Vetralla; piccolo tratto verso Cura e qui prendiamo per l’interno; in rapida successione: Blera, Barbarano, Vejano, Oriolo, Manziana, bosco di Manziana, Sasso e discesa sull’Aureia.
E’ presto, abbiamo percorso comunque 260 km che in queste condizioni non sono pochi. A Ladispoli ci concediamo il lusso di un caffè/cappuccino seduti al calduccio del mio bar preferito. Poi ci trasferiamo al mio garage, ci intratteniamo giocherellando con una seghe ed altri attrezzi ed infine ci salutiamo.
Mentre mi cambio guardo la moto: fa schifo, tutta infangata e sporca ma ha fatto il proprio dovere al meglio, come sempre.
Ringrazio di cuore lei e gli amici che anche questa volta hanno contruibuito in modo significativo alla riuscita di una bellissima giornata di moto ed amicizia.

Alla prossimai!

29 gennaio 2012 – Talamone

Ecco fatto!
Domenica è stata una bella giornata sia di moto che di compagnia.
La mattina faceva freddino ed era anche umido, ma poi addirittura è uscito il sole.
Abbiamo potuto verificare che conviene proprio, di questi tempi e con questo clima, fare le uscite concentrando la guidabilità ed il divertimento in moto nel corso della mattinata e dedicare il pomeriggio ad un rientro veloce sfruttando la luce; in questo modo anche le gentili signore possono godere del giro senza doversi sobbarcare freddo ed umidità supplementari.
Ci vediamo alle nove all’area di servizio Selva Candida Interna, sull’Anulare; MrSergio, contrariamente alle sue abitudini, è l’ultimo ad arrivare e dunque come da regolamento -mai scritto- si presenta spontaneamente alla cassa per pagare la colazione a tutti. I tutti sono: MrSergio, Francesca, Freeblue, Jean, Dragokappa, Ulysse e Lucilla.
Si parte e la mattina, dunque, facciamo un bel giro fra le campagne della Tuscia e della Maremma Laziale, che detto da un Romanista sembrerebbe una imprecazione…
Sosta, l’unica, a Cura di Vetralla per un caffè e soprattutto per salutare Fonzie; gli telefoniamo ma è rintanato in casa per una influenza. Dopo il caffè e dopo aver giocato un pò con le radio, perchè quella di MrSergio non si connetteva, ripartiamo. Belle curve, tante e davvero belle! Il tratto fra Tuscania, Valentano, Manciano e Scansano è la parte più divertente e curvosa. Non forziamo mai l’andatura, ci godiamo la bella passeggiata ed i panorami delle dolci colline.
MrSergio, in testa, liscia una deviazione a sinistra ma fortunatamente le radio ci consentono di rimediare all’istante evitando rincorse e dietrofront di gruppo; dopo un pò è in testa Freeblue e la scena si ripete, con la variante che la curva era a destra… Arriviamo a Talamone con un’ora di anticipo rispetto alle indicazioni di Tom, sia perchè le radio, appunto, consentono di comunicare in marcia e rimediare a questi piccoli inconvenienti senza doversi fermare tutti, sia perchè le strade sono praticamente deserte.
A Talamone, deserta anche lei, parcheggiamo al porto e saliamo in paese alla ricerca di un bar, un ristoro qualunque ma è tutto chiuso. Ci viene in soccorso un signore del posto, informandoci che *la Buca* è l’unico posto aperto.
Entriamo nella trattoria, ci sistemiamo comodamente e data l’abbondanza di spazio possiamo usare un tavolo per appoggiare caschi, guanti, borse e giacche.
Fra un primo di pesce ed un contorno, fra un’acqua minerale -solo acqua minerale il che suscita un leggero disappunto da parte di Drago- ed un caffè io e Freeblue tentiamo di spiegare ancora una volta a MrSergio che descrivere un angolo di 180 gradi significa fare una inversione ad U, e viceversa… Utilizziamo due forchette, disponendole sulla tovaglia come fossero moto o barche, ma alla fine non lo vediamo del tutto convinto! Lo dovremmo iscrivere ad una scuola serale… 🙂
Dopo il pranzo, dilungatosi un pò per via delle piacevoli chiacchiere e del calduccio nel locale, due passi a piedi; saliamo alla Rocca per vedere il Giglio e l’Argentario; peccato ci fosse ancora un pò di foschia nonostante il sole avesse già fatto capolino, ma il panorama è lo stesso molto emozionante… Alla fine della passeggiata ci ritroviamo nuovamente al porto, dove abbiamo modo di constatare l’impegno profuso da Jean per ingrassare la catena della sua SuperDucati: la ruota posteriore sembra una bruschetta! Manca in verità una strofinata di aglio ma a non tutti piace, dunque va bene così!
Il sole sta prepotentemente vincendo sulla foschia, peccato sia ora di andare…
Aurelia, meglio non si può fare di questi tempi. In poco tempo siamo alle porte di Civitavecchia, MrSergio entra in un’area di servizio per i saluti di commiato; il sole ora sta propagando un piacevole tepore oltre che un bonus di luce inaspettato.Ripartiamo per l’ultimo tratto che ci condurrà ognuno a casa propria; io e lucilla arriveremo in poco tempo, totalizzando 330km; per gli altri saranno almenno 360.

Bella giornata, dunque; abbiamo sfidato il freddo ma siamo stati premiati per la nostra tenacia e volontà il che ci consente di archiviare nell’album un’altra uscita sfiziosa, una gita che per le condizioni climatiche, i panorami insoliti per la foschia e l’umidità ha regalato sapori particolari, cementando ancor di più questo gruppetto di motoamici.
Alla prossima, lumaconi!

7 gennaio 2012 – Ninfa & Sperlonga by Poldo

Report di Paolo Poldo

dunque verso le ore 9:30 si sono scaricate le batterie a corredo del regalo che la befana gentilmente mi aveva donato! 🙂 🙂 🙂 quindi in preda al rimorso di aver dato buca ai miei amici lumaconi mi armo di abbigliamento pesante e rivolgo il destriero verso sud! previo appuntamento telefonico col big sergio ,ci incontriamo alle 12 a terracina!
giunto sul posto venivo avvicinato da tre individui: the big sergius ,the small red sergius e un’omone altrettanto gigante con un transatlantico sotto le chiappe ,il big dragon lumaconis;una chimera composta da un collega e un’altrettanto provetto e navigato viaggiatore motociclistico!….scusami per il collega!
velocissimi convenevoli e porgiamo le nostre affaticate membra ancora verso sud ,direzione sperlonga!
personalmente avevo sempre trascurato questo famoso ed estivo luogo ameno ma stavolta ho avuto occasione di spingermi fino nel cuore del suo centro abitato ,rimanendo estasiato!
vicoli stretti e caratteristici che si aprono qua e là su terrazze a picco sul mare, affascinante e nostalgico che solo i mesi estivi può dipingere!
il cielo è terso ,il sole tenta il tutto e per tutto di scaldarci e devo dire con un grandissimo successo! ….grazie frate sole!
dopo un rapido pellegrinare guardando attentamente un posto dove rifocillare le centaure membra attracchiamo con le nostre attrezzature presso un piccolo localino che divora con i suoi tavolini ferrosi lo spazio di una terrazza sul mare veramente incantevole!
mangiamo illuminati dal faro del mondo che si bea sornione e ormai presuntuoso dei nostri apprezzamenti !
veramente piacevole!
a tavolo ho l’occasione di scambiare qualche parola, forse troppe, con dragokappa!
scopro di avere alcune cose in comune oltre la passione per la moto!
il nostro big invece col colorato e quantomeno taciturno little red ci ascoltano quasi inermi ed infastiditi! spesso ho la sensazione di essere fuori dalle grazie del più piccolo ma poi comprendo che desinare con me nn è proprio uno dei migliori spettacoli che la natura possa regalare!
il cibo è buono ,ho gradito molto i gnocchetti con le melanzane e la provola……che essendo tale, mi è malcapitatamente caduta all’interno coscia . provola avariata!
il ritorno verso le rispettive caverne si fà attraverso una carpinetana fredda ed umida,ma sempre emotivamente appagante!
i sergi col dragone allungano strimpellando sulle curve io come al mio nuovo solito faccio la scopa ma molto molto attenta a nn lasciare alcun sassolino o defecazione lungo il manto stradale! praticamente una pippa !
ma che volete ormai gli anno sono quelli che sono l’osteoporosi e le carie nn mancano ed i miei gravi problemi di spread personale nn mi permettono di azzardare oltre !
tento ogni tanto un piccolo strappetto alla coppi ..ma subito il conto delle fiancatine e dei carter mi placano e allora così come un diabetico si accontenta delle tristi bustine di edulcorante mi concedo piccole e profonde accelerate ove il poderoso tre vince a mani basse!
ad un curvone mentre fiero ed imperioso guido il gruppo, fletto tutti verso un misero bar per un caffè e i soliti e graditi saluti di fine giro!
con questo non ho altro da aggiungere nn ho sospetti su alcuno e mi riservo di nominare legale di fiducia!

ciao bestie gusciate!

7 gennaio 2012 – Ninfa & Sperlonga

La giornata odierna prevede una escursione ai Giardini di Ninfa ed annesse rovine.
Le previsioni meteo dicevano, in settimana, che questo sabato avremmo avuto una bella giornata di sole; la mattina presto, intorno alle 7e30, mentre precorrevo l’Aurelia per andare all’appuntamento con MrSergio e Dragokappa il sole sembrava essere solo un lontano ricordo estivo.
Arrivo a Genzano poco prima delle 8e30 ed appena tolto casco e sottocasco le rasoiate del venticello leggero ma gelido si fanno subito sentire; però il preannunciato sole non manca l’appuntamento, ora che sta salendo in cielo nebbie e foschie si diradano lasciando intravedere un bell’azzurro limpido e luminoso.
Poco dopo arriva MrSergio e dato che siamo infreddoliti ci rifugiamo nel bar in attesa dell’arrivo di Dragokappa; in verità dovrebbe arrivare anche Poldo ma avevo provato a chiamarlo poco prima dell’arrivo di MrSergio e non rispondeva.
Drago invece arriva, entra direttamente nel bar, consumiamo la colazione e ci perdiamo in qualche chiacchiera proprio nell’attesa di Poldo. Dovremmo ripartire da Genzano alle 9, provo a chiamare ancora un paio di volte poi, pensandolo sprofondato in un sonno profondo nel profondo del letto, alle 9e30 ce ne andiamo.
La strada scorre tranquilla sotto le ruote, le curve sono piacevoli e dato che stiamo guidando veramente piano possiamo goderci il panorama in tutta tranquillità. Passiamo Velletri e percorrendo l’Appia ci troviamo a lambire la periferia di Cisterna di Latina; ancora Appia, l’inizio del lungo rettilineo che porta a Terracina ma lo percorriamo solo per poco, deviando poi sulla Ninfina.
Strada stretta ma piacevole; il sole ha veramente deciso di mostrare i muscoli ed invade prepotentemente la scena; arriviamo ai giardini ma non possiamo entrare in quanto la stagionalità ne prevede la chiusura.
Mentre decidiamo il da farsi vedo un messaggio di Poldo e lo chiamo: non risponde ma questa volta, poco dopo, richiama lui. E’ in viaggio, si è svegliato tardi ed avendo lisciato l’appuntamento sta andando direttamente a Terracina: ci vediamo li alle 12, dice.
Intanto noi saliamo a Norma, facendo danzare le moto sulla sinuosa pista di asfalto; qualche bel tornante interrompe la serie di cure, di tanto in tanto, facendoci guadagnare rapidamente in altitudine. Arriviamo ad un belvedere, ci fermiamo e fotografiamo la pianura sottostante, il Circeo che si staglia all’orizzonte in una perfetta silouette in controluce; fotografiamo anche i Giardini e la Torre sullo specchio d’acqua, è proprio un bel vedere!
Non ci fermiamo molto, dopo aver scattato qualche foto ed aver scambiato due chiacchiere siamo di nuovo in sella per ridiscendere il tratto di strada appena percorso. Rapidamente siamo di nuovo ai Giardini e questa volta accostiamo le moto nel punto più vicino per prendere qualche altro scatto interessante.
E’ ora, si riparte; la noiosa ed inevitabile fettuccia ci porta a Terracina, femiamo le moto nell’abituale punto di incontro ma Poldo non si vede. Scendiamo, togliamo i caschi ed anceh le giacche perchè ora fa veramente caldo, l’orologio segna le 12e4 minuti.
Chiamiamo Poldo, niente! Chiamiamo ancora Poldo, niente. Chiama Poldo, ci dice che è fermo ad un bar d’angolo, verso il porto… facile, no?! Ci saranno 50 bar d’angolo in 50 strade diverse, ne esploriamo alcune e poi decido che è meglio fermarsi, sarà lui a passare davanti a noi e così è, ma oramai sono passate le 13.
Si fa il punto su dove andare a rifocillarci e Poldo propone un posto in un punto non meglio precisato, che lui dice essre Sperlonga. Bene, da qui sono solo 18 km e ci arriveremo in poco tempo, ma da indagini più approfondite scopro che si tratta di Serapo… e no, sono una quarantina di km, meglio fermarsi a Sperlonga e così facciamo. Saliamo in paese, lo scenario dalle terrazze a picco sul mare è grandioso, si vedono tutte le isole Pontine. Facciamo due passi nelle viuzze del paesino per trovare il posto: una trattoria con menù invitanti e tutto sommato economici; ci apparecchiamo un tavolo fuori, fa molto caldo e si sta bene e siamo pure riparati dal vento.
Mangiamo, con tutta tranquillità, forse anche troppa ma Poldo è un fiume in piena ed arrestare le badilate di parole e discorsi è difficile.
Alla fine si riparte, torniamo verso Terracina, poi il rettilineo che percorriamo però solo per un tratto: ecco la deviazione per Priverno, finalmente. La strada si fa interessante, più passano i km più aumentano le curve, fino ad imboccare in modo definitivo la Carpinetana. Non è presto come avrei voluto, ma c’è ancora luce ed il fondo è buono anche se in certi punti in ombra c’è umido ma non lo avverto particolarmente scivoloso. I motori, fino ad allora impegnati in un sommesso borbottio, alzano la voce e si fanno sentire. la strada è deserta, arriviamo a Carpineto e poi a Colleferro in un baleno…
Facco cenno a Poldo di passare avanti, oramai riconosce la strada di casa come i somarelli quella della stalla e non c’è periocolo di trovarci fuori rotta. Imboccata la via Latina Poldo entra nel piazzale di un bar in modo veramente improvviso, costringendoci ad una manovra non azzardata ma che sarebbe stato meglio evitare. Caffè! Cappuccino per i meno viziati…
Saluti, oramai siamo alle porte di casa -si fa per dire- e dopo non molto mi trovo da solo nel delirio del Grande Raccordo Anulare; ancora una cinquantina di km e sarò a casa anche io.
La giornata è stata stupenda, sia per il meteo più che favolrevole, sia per la gita molto divertente; alla fine, da raccordo al raccordo, ho totalizzato 290 km, che di questa stagione sono di tutto rispetto.

Alla prossima, Babbaluci!

17 dicembre 2011 – La Ferrovia

Per oggi avevamo progettato un giro fra Tuscia e Maremma ma gli amici, per motivi vari, non hanno potuto dare la loro adesione.
Ci siamo ritrovati così in due, MrSergio ed Ulysse -io-; con una rapida telefonata abbiamo deciso di posticipare il giro previsto e ci siamo accordati per andare ad esplorare la vecchia ferrovia abbandonata.
Esco dal box poco dopo le 8, una leggera pioggerellina scende da un cielo nero, nerissimo. Il tempo di imboccare l’Aurelia e mi investe uno scroscio di grandine, improvviso e violento; fortunatamente sono vicino al distributore e mi posso riparare sotto la tettoia approfittando per fare il pieno; i chicchi sono di dimensioni notevoli e non vorrei avere danni alla moto.
Aspetto cinque minuti, non di più, poi la grandine cede il posto ad una pioggia ora intensa; riparto sotto l’acquazzone e dopo una ventina di minuti sono all’appuntamento, MrSergio arriva poco dopo. Come sempre siamo in anticipo rispetto all’ora fissata… ah, le buone abitudini!
Non ci togliamo neanche i caschi per salutarci, faccio cenno a MrSergio di andare e lui procede, di buon passo anche. Ora è spiovuto, fatti i pochi chilometri di Aurelia prendiamo per Santa Maria in Galeria, poi la Braccianese ed in poco tempo siamo a Manziana. La sosta colazione la facciamo ad Oriolo, addirittura; usciti dal bar mi accorgo che la radio è scarica e prendo le pile al negozio di casalinghi accanto al bar e meno male che ne prendo due confezioni perchè poi la radio si scaricherà anche a MrSergio.
Ripartiamo, la strada per arrivare all’imbocco della vecchia ferrovia non è molta; dopo una sosta foto e dopo aver atteso l’apertura del passsaggio a livello finalmente entriamo nel bosco, percorrendo quella che una volta era la sede della ferrovia, ora senza binari e traversine. Il passaggio è stretto, la vegetazione sta riconquistando pian piano tutto lo spazio disponibile… fondo viscido, alcune zone sono allagate e non sempre lo sterrato è compatto, anzi sono molti i punti in cui il fango è padrone della scena.
Avanziamo, con attenzione, passiamo sotto un cavalcavia, incrociamo la prima stazione e ci fermiamo a fare foto ma abbiamo solo il tempo di un paio di scatti che di nuovo la grandine scende allegramente; i chicchi ora sono decisamente più piccoli e dura pochissimo, in compenso comincia a scendere la neve! Si riparte, a volte la sede della ferrovia si allarga per poi restringersi di nuovo; evidentemente qui i treni potevano attendere il passaggio di convogli in direzione opposta; in alcuni tratti viaggiamo incassati fra pareti di tufo, scavate appositamente. Siamo lontani dalle strade asfaltate, la ferrovia cammina in aperta campagna, regalandoci scorci bucolici, di altri tempi; nelle radio commentiamo i vari passaggi e ci viene da ridere pensando a quando faremo questo percorso in mountain bike con tutti gli altri amici… sarà una giornata memorabile, quella.
Passiamo altre stazioni, ci infiliamo anche nelle gallerie ma ad un certo punto siamo costretti a fermarci perchè un muretto in cemento ci sbarra la via. Lo si potrebbe aggirare, di lato si potrebbe passare ma ci sono due problemi: uno è che abbiamo praticamente una voragine davanti e non troviamo nulla per riempirla quel tanto da appoggiarci le ruote; l’altro è che ammesso che riusciamo a passare in quel primo punto, subito dopo c’è un dosso alto e ripido sulla cui sommità dovremmo fare una curva a 90 gradi e le moto non ci girano tanto è stretto. Siamo costretti a rinunciare, torniamo indietro fno a trovare, nel bosco, un passaggio che ci conduce sulla strada asfaltata.
Mezzoggiorno oramai è passato da parecchio e dato che la temperatura è intorno ai 5-6 gradi decidiamo di andarci a scaldare e rifocillare al chiuso. In meno di mezz’ora siamo a Tuscania, bel pranzetto, calduccio, due chiacchiere e siamo pronti a ripartire.
Puntiamo dritti sull’Aurelia, la strada è veloce anche se scivolosa ed in poco tempo siamo a Tarquinia. Un piccolo tratto di Aurelia e poi di nuovo in fuoristrada; passiamo sotto la collina dove ci sono le rovine di Cencelle e saliamo verso la Farnesiana; la strada non è per niente facile, questo non è uno sterrato compatto ma una pista fatta di sassi, buche, canaloni, curve e tornanti in salita e con le nostre moto dobbiamo fare attenzione. Ci fermiano alla vechia chiesa  per un paio di foto e poco dopo siamo nei pressi della stazione; anche qui altre foto, MrSergio entra anche nell’edificio; una quindicina di minuti e siamo ancora in sella per l’ultima delizia della giornata: il ponte sul Mignone, il secondo dei due; belle arcate, ovviamente anche qui non ci sono i binari e lo percorriamo interamente, nei due sensi, fermandoci al ritorno per documentare ed immortalare questo momento con le nostre reflex.
Sta facendo buio rapidamente, saliamo verso Allumiere, scendiamo poi verso il mare fino ad andare ad intercettare l’autostrada e neanche a farlo apposta appena lasciata la rampa di accesso di nuovo la grandine! Fortunatamente anche questa volta dura poco e viene sostituita da una pioggia incessante, a scroscio. Tiriamo dritti, arriviamo nei pressi dello svincolo che mi porta a casa, ci salutiamo via radio.
Una giornata particolare, posti particolari, rientriamo a casa con la voglia di ripartire quanto prima.

Alla prossima!

10 dicembre 2011 – Flaminia e Tuscia

Ancora un sabato in moto…
Ci vediamo con Simpleflower a Trastevere poco prima delle 8e30; pochi convenevoli e si parte subito. Invece con Freeblue ci vediamo al solito posto sulla Flaminia, perchè quando è passato a Trastevere noi eravamo già andati da qualche minuto.
Sincronizziamo le radio, oramai non credo ne faremo più a meno, ed iniziamo il nostro giretto; il fondo stradale è umido ed un pò scivoloso, caratteristica più o meno costante di questo periodo dell’anno, ma noi guidiamo con attenzione e prudenza.
Arriviamo a Civita Castellana, uno stop per una bevanda calda ci sta tutto nonostante non faccia assolutamente freddo; pochi minuti al bar e siamo di nuovo sulla strada.
Il cielo è coperto, ma non piove; prendiamo solo qualche goccia fra Corchiano e Vignanello, per un paio di chilometri, ma nulla più; passiamo Vallerano, Canepina e siamo sulla Cimina, che seguiremo fino a Viterbo. Una volta arrivati sulla Cassia vorrei proseguire per Montefiascone ma da quella parte è nero come la pece, meglio evitare e dunque ci buttiamo sulla Tuscanese, fino ad arrivare, ovviamente, aTuscania.
Parcheggiamo, ci facciamo un giro a piedi per il paese, poi a rimirar corvi e ruderi templari dal belvedere; pranzetto al nostro solito posto, ottimo e più che economico.
Usciamo motlo soddisfatti dalla trattoria e poco dopo siamo di nuovo in moto… La Vetrallese, poi a Cura deviamo per Blera.
Incrocio, dovrei svoltare ma tiro dritto perchè mi sono ricordato di una cosa e la voglio far vedere a Margherita ed Andrea: la vecchia stazione di Civitella Cesi.
Ci fermiamo davanti alla stazione e scendiamo dalle moto, un rapido consulto ed alla prevedibile risposta di Freeblue si aggiunge il consenso di Simpleflower ed è presto fatto: scendiamo con le moto la scarpata piena di fango ed acqua e siamo sulterrapieno dove una volta c’erano i binari… facciamo qualche chilometro in direzione di Civitavecchia, in alcuni punti il fondo battuto lascia spazio a fosse con fango ed acqua; andiamo avanti, passando anche tratti dove la ferrovia camminava incassata fra le pareti di tufo, poi decidiamo che va bene così e torniamo indietro.
Saliamo la scarpatella e siamo di nuovo sull’asfalto, riprendendo il percorso ceh avevamo lasciato.
La strada è piacevole, da un pò è uscito anche il sole e si sta benissimo; Vejano, Oriolo, Manziana ed infine, passando per il bosco, Sasso e l’Aurelia.
280 km, una bella giornata in moto ed in compagnia ed il piacevole fuori programma della ferrovia, il tutto in perfetto Babbaluci style.

Alla prossima, amici!

3 dicembre 2011 – Santuario della Mentorella

Sabato mattina ci vediamo all’Osteria del Curato, alle 9.
Arrivo per primo, con un pò di anticipo e subito dopo arriva Poldo, che non si era messo in lista per l’uscita ma aveva ventilato una sua probabile partecipazione a seconda delle condizioni meteo.
Io ero uscito dal box che già scendeva una leggera pioggerella, diventata acquazzone non appena presa l’Aurelia ma fortunatamente davanti vedevo un cielo più rassicurante; ho preso solo 20 minuti di acqua e sono arrivato all’Osteria del Curato praticamente asciutto; nei retrovisori invece vedevo semplicemente nero, addirittura lampi e non contavo, dunque, di vedere il caro Poldo; mi ha fatto molto piacere vedere la sua bianca cavalcatura affiancarsi al mio nero destriero.
Dopo un pò vediamo passare Murdok… ma ‘ndo va?!? Non ci ha visti e probabilmente sta andando allo spiazzo più avanti ma sente però le urla ed i fischi! Fa il giro e torna indietro. Nel frattempo telefona MrSergio, ha sbagliato direzione e sta arrivando anche lui.
Mi viene da pensare, sorridendo: cominciamo bene!
Ci siamo tutti: Murdok, Poldo, MrSergio ed Ulysse. Cerchiamo di far funzionare le radio trasmittenti prima di partire ma desistiamo subito perchè si sta facendo tardi; nel frattempo ha chianato Denny che ci incontrerà per un caffè strada facendo, appuntamento approssimativo a Capranica Prenestina.
Partiamo e ci fermiamo qualche chilometro più avanti, al solito bar di zona per la colazione; oramai abbiamo un bar su ogni Consolare, Statale, Regionale…
Altro tentativo, subito mollato anche questo, di far funzionare le radio, con Poldo che ci prende per il culo con suo gran divertimento.
Si riparte, cerchiamo di mantenere un ritmo non forsennato, anche perchè la strada è viscida, ma costante, per recuperare un pò di tempo. Si sale verso Monte Compatri, percorso spettacolare; prendiamo la Prenestina, un pò di caos passando Palestrina e poi finalmente siamo di nuovo su strada piacevole, più adatta alle moto. Il fondo è sempre viscido ma guidando con attenzione tutto fila liscio. Dopo una piccola sosta, perchè mi squillava il telefono e pensavo fosse Denny (era Denny) riprendiamo la marcia e poco dopo arriviamo a Capranica Prenestina, dove ci incontriamo per il caffè. Proponiamo a Denny di salire con noi al Santuario, se proprio non vuol fare il giro, ma non c’è nulla da fare! Ha il radiofaro su Pisoniano, lo guiderà velocemente verso casa 🙂
Noi invece prendiamo la salita verso la Mentorella, bel percorso ma bisogna fare attenzione perchè oltre al fondo viscido per l’umidità ci sono numerose testimonianze che le mucche non hanno bisogno di Activia.
Arriviamo al Santuario, parcheggiamo le moto cercando di fare meno casino possibile; saliamo la lunga e ripida scala fino alle campane, dove MrSergio si esibisce in una delle sua performance; qualche foto e scendiamo di nuovo.
Di fare il giro previsto non se ne parla, siamo in forte ritardo. Propongo di andare a Trevi e Poldo rilancia per Filettino, proposta che accettiamo subito. Distanza 63 km, sono le 12 e 26 quando lasciamo la Mentorella e dato che ho detto, mentre valutavamo la fattibilità della proposta, che saremmo arrivati a Filettino per le 13 e 30, vado avanti forzando un pò il ritmo; nulla di eccezionale, se la strada fosse asciutta… li aspetto agli incroci ma appena arrivano riparto subito, per non dar modo di fare fermate; i ragazzi si alternano nella seconda posizione e quando hanno un riferimento diretto camminano, anche. Ci beviamo così in un unico sorso il tragitto ed entriamo a Filettino che sono le 13 e 29; parcheggiamo mentre Poldo va a vedere se l’osteria è aperta, tutto a posto, si può andare.
Quel che è successo nell’osteria non lo racconto sia per decenza sia perchè chi si fa le uscite deve pur godere dell’esclusività di certi momenti irripetibili. Raccontarlo qui, comunque, non renderebbe l’idea di come sono trascorse quelle due ore e mezza ridendo con le lacrime agli occhi, ininterrottamente.
In tutto questo siamo riusciti a far funzionare le radio trasmittenti ed i relativi auricolari bluetooth… ad un cero punto MrSergio e Murdok giravano per il locale con il casco in testa come se fossero marziani, scambiati, però, più facilmente per imbecilli, quali erano :-))
Ci prendiamo anche il tempo per fare due chiacchiere davanti al camino con la simpatica (!) Angela, figlia del proprietario, scambiare due parole a tutto volume con la di lei madre e cuoca e spiegare al sempre di lei padre che al Mucca Assassina non si vince nessuna mucca a fine serata, cosa che lo interessava molto avendone alcune anche lui ed evidentemente desideroso di aumentarne il numero.
Angela è veramente uno spasso, simpatica e divertente anche se, come si è auto definita, un pò *inservagginita*.
Usciamo, riprendiamo le moto ed ovviamente cerchiamo di fare il percorso più breve per casa, dato che Poldo ha anche un impegno.
Ripercorriamo a ritroso un pezzo di strada fatta per arrivare qui, poi deviamo per Fiuggi, di nuovo Prenestina e poi autostrada a San Cesareo, per quei pochi chilometri che ci porteranno al raccordo e poi a casa. Sull’autostrada un breve scroscio di pioggia.
A fine giro, comunque, i chilometri saranno 250 circa, che per una uscita invernale sono di tutto rispetto.
Proviamo finalmente le radio on the road e siamo molto soddisfatti, funzionano benissimo e sono di una utilità unica! Posso prendere una deviazione senza dovermi fermare, semplicemente dicendo via radio di prendere lo svincolo a destra subito dopo il distributore; inoltre in un punto del percorso ho potuto avvisare MrSergio, in testa, di rallentare perchè dietro non vedevo Poldo e Jean e di nuovo avvisarlo di riprendere il ritmo quando invece i due si sono ricongiunti… Certo ne abbiamo approfittato anche per sparare qualche cazzata, ma è inevitabile.
Ci salutiamo all’area di servizio prima del casello; una giornata indimenticabile, di quelle che, come ha detto Murdok, vorresti non finissero mai, la conferma che chi gira lecca e chi sta fermo se secca! Bella, bella, bella.
Alla prossima, amici grazie di esistere!