29-31 maggio – EROICA

LE FOTO

EROICA by David

Finalmente ci siamo!
Dopo le solite consultazioni e modifiche il programma è pronto.
L’evento, divenuto oramai annuale, questa volta prevede la partecipazione di 7 motociclisti divisi in 2 gruppi.
L’Eroica non la viviamo come un evento specificatamente fuoristrada (abbiamo ben altro nei nostri curricula), ma come una passeggiata immersi in una natura quasi incontaminata e comunque spettacolare. E, come sempre, un’occasione per stare insieme.
E dunque il primo gruppo, formato da Claudio, Massimo e Sergio senior, parte la mattina del 29 alla volta delle nostra location preferita, un ex convento nel cuore del Chianti.

Facciamo un pò di strada veloce, percorrendo l’autostrada e l’Aurelia fino a Montalto, per poi addentrarci nell’interno, su strade decisamente più appetibili per la moto.
Facciamo sosta al solito chiosco sulla Cassia per uno spuntino veloce.
Si riparte, la Cassia e poi strade interne per San Casciano, Cetona e Sarnano, dritti su fino a Montepulciano.
Sosta d’obbligo a San Biagio, beneficiamo dell’ombra dei cipressi e di una fontanella con acqua fresca. Due chiacchiere con un simpatico autista di un torpedone di turisti.
Di nuovo in sella, Trequanda è il nostro pit stop per il rifornimento,
A circa 15 km dall’arrivo uno scroscio d’acqua ci rinfresca, giusto due minuti, eìneanche indossiamo gli antipioggia.
Il convento, ci siamo!
Impastoiando le nostre cavalcature notiamo la moto di David, che ha fatto strada in modo autonomo, Bene, è già arrivato, uno squillo e ci raggiunge al parcheggio.
Prendiamo possesso delle camere, un pò di relax, doccia e, dopo aver posticipato l’ora dell’aperitivo, giungiamo alla conclusione che, a questo punto, è meglio andare a cena.
Pratica sbrigata, due chiacchiere nel chiostro e tutti a nanna.
Ospitiamo Claudio nella nostra camera per gustarci la finale di conference league, ma reggiamo solo il primo tempo, la partita è molto molto noiosa.

Il mattino seguente ci ritroviamo a colazione, subito dopo partiamo per andare ad incontrare il secondo gruppo a Montalcino, presso una stazione di servizio con un bel bar annesso. Mio fratello mi chiama, avvertendo che c’è una deviazione sulla Cassia, probabile ritardo. L’appuntamento è fissato per le 10e30, noi siamo arrivati alle 10.
Non mi preoccupo, conoscendo la qualità dei 3, Marsilio, Sergetto e Fabio, sono sicuro che comunque arriveranno nei tempi stabiliti. Infatti arrivano alle 10e15.
Rapido briefing, decidiamo quali percorsi affrontare… Sì, perchè, dopo aver effettuato uno scambio “ostaggi” fra il nostro David ed il loro Sergetto, un gruppo intraprende il fuoristrada e l’altro l’asfalto.
Avevo calcolato i percorsi cercando di fare in modo che, con un taglio qua ed un allungo là, i tempi potessero coincidere all’arrivo al posto di ristoro, a Castellina in Chianti.
Facciamo un pò di strada insieme, poi i due gruppi si dividono.
Noi dell’asfalto continuiamo sullo splendido nastro che si snoda fra le dolci colline, con innumerevoli curve e saliscendi, offrendo paesaggi mozzafiato.
Strada, curve, il cambio della moto costretto ad un super lavoro. Attraversiamo un paesino e ci concediamo una sosta, sosta; data l’ora, sono circa le 12, un Crodino e delle patatine sono il nostro rinfresco. A pranzo e in moto siamo assolutamente analcolici.
Ripartiamo, controllo l’orario dei arrivo sul navigatore e cerco di allungare quando la strada lo consente, compensando i rallentamenti dovuti a qualche pullman o trattore.
Passiamo un centro abitato, ci aspetta l’ultima tratta per Castellina.
Noi siamo in tabella, avevamo previsto arrivo fra le 14e30 e le 15. Manca una manciata di minuti alle 15. Arriviamo davanti alla locanda eee… il gruppo offroad ci compare davanti!
Culo? Se non fosse stato dichiarato l’intento, si potrebbe dire così ma siamo REGOLARISTI nati, eccheccà!
Bene, posteggiamo le moto ed entriamo. Qui si può mangiare a tutte le ore, dato che fra una cosa e l’altra si sono fatte le 15e15, concordiamo per un piatto comune: salsicce e fagioli all’uccelletto per tutti, con abbondanza di acqua minerale, come regola vuole.
dopo aver sciorinato la solita sequela di cazzate, prima, durante e dopo il frugale pasto, ci rimettiamo in sella per raggiungere di nuovo il convento.
26 km di curve e finalmente siamo sotto la tettoia del parcheggio.
Solito iter: doccia, abiti civili, qualche chiacchiera (dovrei nuovamente dire “cazzate”) e prendiamo posto al nostro tavolo.
La cena, ora sì annaffiata da un buon vinello, scorre veloce ed allegra.
Ci ritroviamo nel chiostro per le solite chiacchiere (come sopra) prima del meritato riposo.
Domani ci attendono altri chilometri.

E siamo di nuovo a colazione, consumata a gruppetti sparsi.
Fabio apparecchia per il Roscio, scambiando la sedia con l’opportuno seggiolone e il Roscio, prevenuto e maligno, se la prende con me.
Pazienza! Così è e così ce lo teniamo, da oramai 50 anni.
E ce lo teniamo stretto, il nostro grande amico!
Si parte! Di nuovo ci dividiamo, i 3 faranno di nuovo un pò di fuoristrada.
Noi, dopo aver fatto sosta alla nostra pasticceria preferita per una seconda colazione e rifornimento di acqua, facciamo scorrere sotto le ruote la spettacolare Lauretana, con i suoi scorci da cartolina.
Di nuovo Trequanda, di nuovo rifornimento, e si riparte.
Pienza, deviazione, Cassia chiusa, altra deviazione su piacevolissima strada maontana, di nuovo Cassia e di nuovo… panini al solito chiosco.
E’ tempo di ripartire, ora la temperatura è scesa, trotterelliamo verso casa, dividendoci in ulteriori due gruppi a Tuscania: Sergio junior e Claudio proseguono verso la Cassia.
Io, Sergio senior, e Massimo verso l’Aurelia.
Allo svincolo di Ladispoli Massimo continua e io devio verso casa. Fine della storia.
Nel casco le rotelle girano pensando già alla prossima uscita.
Grazie amici, gruppo fantastico!
Claudio – David – Fabio – Marsilio – Massimo – Sergio Junior – Sergio Senior

PS: attendiamo report fuoristrada!

EROICA 2024 by David

Da Montalcino a Sant’Angelo in Colle asfalto con il gruppo, poi a Sant’Angelo lasciamo gli asfaltatori.
A Sant’Angelo, poco prima di entrare in paese, imbocchiamo una via sulla destra che, dopo pochi metri, si trasforma in sterrata. Togliamo ABS e via, la strada è in discesa e presenta un paio di tornanti il cui fondo stradale è deturpato dalle classiche ondulazioni causate dal passaggio di mezzi a 4 ruote. Sbatacchiamento generale ma è previsto dalle “regole d’ingaggio”! Marsilio e Fabio volano, David s’illude di stargli dietro! Si procede rapidamente fino al borgo Stazione di Sant’Angelo-Cinigiano, finisce lo sterro e ricomincia l’asfalto.
Superiamo Stazione di Sant’Angelo seguendo la Strada Provinciale 117 “la maremmana” e seguiamo questo nastro d’asfalto, rapiti dai territori che attraversiamo, fino a poco prima di Tavernelle. Ad un bivio caratterizzato da un bel invaso d’acqua sulla sinistra, imbocchiamo la SC di Camigliano. Sembra un quadro d’autore, la strada ha un andamento in discesa ed è cinta su entrambe i lati di ginestra in fiore, il tutto corroborato dalla presenza del laghetto che scorre via sulla sinistra. Il giallo della ginestra è esaltato dal cielo plumbeo! Magie paesaggistiche dell’Eroica.
L’asfalto sta per finire, lasciamo la SC di Camigliano imboccando una strada sterrata incastonata tra un imponente portale che indica senza possibilità di fraintendimento che siamo in un privato. Precisamente nella Tenuta Castel Giocondo di Frescobaldi. Dopo qualche centinaio di metri ci troviamo nel piazzale retrostante la cantina! A questo punto mi aspetto un altolà e almeno una ramanzina! Miracolo passiamo senza vedere nessuno! Per evitare questa “intrusione” sarebbe bastato imboccare una deviazione, che il navigatore segnalava, sulla destra a circa 100 mt. prima della zona cantina! Proseguendo sulla sterrata arriviamo alla Hospitality-Tenuta Castel Gioioso, forti della precedente esperienza questa volta imbocchiamo un vialetto sulla destra che evidentemente cortocircuita l’ingresso nella zona Hospitality. All’altezza di Nacciarello lo sterro che seguiamo confluisce sulla strada provinciale 103, sterrata, che porta a Castiglion del Bosco. Trattasi sterrata molto larga e invitante, ma presenta numerose curve ceche pericolose, in quanto la strada è percorsa da numeroso traffico locale di auto e furgoncini che viaggiano, diciamo ‘allegramente’!
Poche centinaia di metri prima di Castiglion del Bosco la strada diviene asfaltata, per la presenza del Rosewood Castiglion del Bosco location per pochi! Superata la location la strada perde l’asfalto. Sterrata in discesa, larga ma con 4 tornanti i cui bordi sono pieni di pietrisco smosso da mezzi a 4 ruote. Anche in questo caso attenzione al traffico locale e alle ondulazioni del fondo presenti sulle traiettorie dei tornati. Superati i tornanti la strada, in dolce discesa passa attraverso i campi da golf del The Club Castiglion del Bosco. Sempre seguendo la SP103 si attraversa il fiume Ombrone.
Poco prima di Bibbiano la SP103 ridiventa asfaltata. A Bibbiano si prende la strada provinciale 34/c di Murlo e la si segue, in direzione Murlo, per un paio di chilometri, superato un ponticello con le assi di legno, si gira a sinistra imboccando la SC di Piana. Di nuova sterro, veloce, tranquillo fino al Mulinum Buonconvento dove ritroviamo l’asfalto della SP 34/c di Murlo.
Con l’asfalto della SP 34/c superiamo Vescovado, ci immettiamo sulla SP 34. Poche centinaia di metri e prendiamo il bivio a destra che indica Radi. Questa strada, SP 34/b di Murlo, diviene subito sterrata fino al bivio con la SS 2 Cassia in prossimità di Siena. Brevissima parentesi asfaltata quando la SP.34/b attraversa il borgo di Radi. Sosta caffè e chiacchierata con il simpatico proprietario di “Sapori di Radi” locale al centro del borgo.
Si vola fino al bivio con la Cassia. Si gira a sinistra, direzione Siena, ovviamente asfalto. Si segue brevemente la Cassia fino al bivio con la strada di Renaccio, che imbocchiamo. Arrivati ad una rotonda imbocchiamo l’uscita numero due, la prosecuzione della strada del Renaccio. Dopo poche centinaia di metri sulla sinistra c’è il bivio con la strada della Certosa. Lo imbocchiamo, fino alla Certosa di Maggiano alternanza di sterri e asfalto. Prima di arrivare alla Certosa corre sulla cresta di un colle da dove è possibile godere una bellissima vista di Siena e del suo Skyline.
Oramai siamo nell’interland senese, incrociamo la SS 73 Senese-Aretina e imbocchiamo la strada di Pieve a Bozzone. Seguiamo questa strada, asfaltata, fino a superare Pieve a Bozzone. Superato il borgo dopo un paio di chilometri giriamo a sinistra e imbocchiamo la strada sterrata di Montechiaro.
A San Giovanni ritroviamo l’asfalto della SP 408 di Montevarchi che ci porta a Pianella. Superato il centro di Pianella, un attimo prima del ponte sul fiume Arbia, si gira a Sinistra per imboccare la lunga sterrata che ci porterà a Castellina in Chianti, sito di riunione con il gruppo dei “stradaioli”.
La strada SP 9 di Pievevesciata, sterrata doc, corre circondata da vigneti, boschi e arte. Passiamo accanto al Chianti Sculpture Park, ove le opere artistiche sono perse in un bosco, di dantesca struttura, e si scoprono al visitatore che segue un sentiero che si snoda a guisa di filo di Arianna.
Scorrono via Vagliagli, il castello di Aiola, San Fedele. La strada, sempre puntualmente sterrata si è trasformata nella SP 102 di Vagliagli.
Superato il Podere di Stelle troviamo un bivio, a destra s’imbocca la strada di Arco del Castello che porta a Radda in Chianti. Dritto s’imbocca la strada del Mandorlo che arriva a Castellina in Chianti. Ovviamente si va dritti, anche se la forza dell’abitudine mi aveva fatto girare a destra. La strada del Mandorlo procede sterrata per parecchi chilometri fino a finire sulla SR 222 Chiantigiana.
Siamo arrivati a Castellina in Chianti, un paio di giri, tiranneggiati dai sensi unici, ed ecco arrivare gli stradaioli! Buon Pranzo! Anzi… Buona Merenda, vista l’ora!

Il Rientro

Dopo aver salutato gli amici “stradaioli”, lasciamo la Certosa di Pontignano che ci ha ospitato negli ultimi due giorni e procediamo verso Castelnuovo Berardenga seguendo la SS408 fino Pianella per poi, subito dopo il ponte sul fiume Arbia, svoltare a destra sulla SP62.
Prima di arrivare a Castelnuovo B. superato il bivio con la Strada Comunale 8, abbandoniamo l’asfalto girando a destra sulla Strada Comunale 7. Il tratto non è lungo ma serve a scaldare i muscoli in previsione dei prossimi sterrati. Il tratto è caratterizzato da una doppia curva secca in salita con il fondo caratterizzato da molte ondulazioni. Arriviamo al bivio con la SP7. E’ tempo di rifornire, svoltando verso sinistra si trova subito una pompa di benzina. Rifornimento fatto si prende la SP7 in direzione opposta, superato il cavalcavia sulla Strada di Grande Comunicazione Grosseto-Fano, la strada diventa provinciale di Torre a Castello. La seguiamo fino all’omonima località.
A torre a Castello imbocchiamo la strada bianca verso il cimitero, che tangenziamo e cominciamo a percorre il tratto sterrato più bello e panoramico del circuito denominato Eroica. La sterrata procede veloce ed emozionante fino alla SP 438 in prossimità di Asciano.
Percorriamo un breve tratto asfaltato della traversa Romana Laurentana e dopo un paio di chilometri imbocchiamo la sterrata indicata Podere Rivoli di Sotto. La strada attraversa diversi poderi fino a giungere alla strada Serravalle, strada bianca che scende fino alla SR 2 Cassia in prossimità di Ponte d’Arbia. Qui sosta caffè!
Si riparte seguendo un breve tratto di via del Magistrato, superato il cavalcavia della ferrovia giriamo a destra per seguire la sterrata velocissima che corre parallela ai binari fino ad arrivare a Buonconvento in località Piana. Di qui, girando a destra seguiamo un tratto asfaltato della SP 34 di Murlo.
Giunti al bivio della strada della Beffa, giriamo a sinistra e imbocchiamo la sterrata lasciandoci alle spalle la SP34. Seguiamo la strada della Beffa che in località Befa diventa strada Maremmana.
Dopo aver costeggiato il fiume Ombrone e aver costeggiato e attraversato la ferrovia giungiamo ad un bivio, prendiamo a sinistra la strada San Giusto-Montepescini. Procediamo per un paio di chilometri, circa, giunti ai ruderi di un casale, sulla sinistra si intravede un viottolo, in discesa e con il fondo molto rovinato dalle piogge. Un momento di perplessità, la vegetazione impedisce di valutare quanto è lunga la discesa, quanto sia sgarrupata e se sia un cul de sac! Via si prova, lascio andare la bimba, la fortuna questa volta mi è amica! Il tratto bruto in discesa è breve, poi ricomincia una traccia “umana” con qualche pozza di fanga, ma umana. Per la cronaca, abbiamo imboccato la strada di Montepescini.
Oramai lo sterro è finito. Arrivati a Montepescini seguiamo un breve tratto di strada asfaltata che ci conduce al refrigerio delle terme libere di Petriolo sul fiume Farma. Un bel bagno termale attende me e i miei due amici campioni di enduro e….pazienza!

17-18 novembre – Chianti

LE FOTO

Uscita sofferta nella programmazione.
Mille cambi, causa meteo e poi causa paura del meteo 🙂
Formazione non completa, Luca e Sergetto alle prese con impegni lavorativi, ma alla fine si parte.
Appuntamento da me, in quanto fra rinvii ed impegni non avevo fatto in tempo a finire dei lavoretti sulla moto.
Tutti si presentano molto prima delle 10, l’orario concordato.
Massimo, amico di vecchissima data ma nuovo nelle uscite di questo gruppo, pur arrivando in anticipo è comunque l’ultimo, per cui tocca a lui pagare la colazione.
Non ci sarebbe stato bisogno di puntualizzare perchè comunque lui, come da sua abitudine, era già andato a sbattere le ginocchia alla cassa.
Dopo la colazione ci mettiamo in cammino e passiamo Manziana, Oriolo, Vejano per andare a prendere la Cassia.
Arrampicandoci sulla salita del Sasso e vedendo Marsilio, Claudio e Massimo dietro di me non potevo non pensare a quando, secoli fa, eravamo gli stessi che cavalcavamo Vespa, Corsarino e Garelli!
Procediamo senza intoppi, è venerdì e non c’è traffico.
La Cassia ci porta fino sotto San Quirico d’Orcia, dove siamo costretti a prendere una deviazione causa strada interrotta.
Arriviamo a Pienza, rifornimento e si riparte, dobbiamo andare a riprendere il percorso originale dunque torniamo verso San Quirico e prendiamo una strada alternativa.
In breve siamo sulla Lauretana, splendida, panoramica, curvosa, un continuo saliscendi per le colline delle Crete Senesi.
Arriviamo alla sosta spuntino che è già abbastanza tardi e per giunta sia il nostro ristoro che il forno sono chiusi per ferie.
C’è poco da fare, la zona non offre alternative e ci rimettiamo in cammino.
Saliamo per Gaiole, arriviamo da I’ BABBO ma anche questo è chiuso, o meglio, si è trasferito.
Pochi chilometri e siamo a Radda, qui c’è un bar gastronomia dove già altre volte ci siamo fermati. Un paio di taglieri di affettati e formaggi, due bottiglie di acqua e la pratica è sbrigata.
Ma sono oramai passate le 16, dobbiamo fare ancora strada per arrivare al convento, andiamo spediti, una Jeep dei Carabinieri ci costringe a rallentare ma riusciamo ad arrivare con ancora un pò di luce.
Un tramonto spettacolare, che sarebbe stato opportuno da fotografare ma non c’era veramente tempo per fermarsi ancora.
Posteggiamo le moto al chiuso, prendiamo l’esiguo bagaglio e ci dirigiamo alla reception.
Preso possesso dell’appartamento ci distribuiamo nelle stanze e dopo un rapido cambio di mise siamo di nuovo fuori.
Giretto nel chiostro, ce ne sono addirittura due, foto e poi immancabile riunione intorno al tavolo del bar per l’aperitivo. Un rito irrinunciabile!
Fra chiacchere e cazzate si fa l’ora di cena.
Pici, tagliata, cicoria, patate, carciofi, vino, dolce e qualcuno conclude il simposio con grappa, amaro e vinsanto.
Due passi sotto il porticato e siamo di nuovo nell’appartamento.
Il divano diventa il set di un talk show, si parla di tutto, gnocca, moto, calcio, politica e terminato lo spettacolo ci ritiriamo nelle nostre stanze. Io e mio fratello a piano terra, Claudio e Massimo al piano superiore.
Le discussioni portano ad una conclusione unanime, ovvia: Claudio er Roscio è uno prevenuto, parecchio! 🙂
Ed è già domani!

Sabato, il giorno del rientro.
Appuntamento per la colazione alle 8e30, il proposito è di partire alle 10 per far sì che l’aria si scaldi un pò ed evitare il pericolo nebbia.
Alla fine, però, partiamo un pò prima perchè qualcuno scalpita.
Comunque fa molto meno di ciò che dicevano le previsioni e di quanto pensavamo noi.
La strada è scorrevole, non c’è ancora traffico. Nonostante procedessimo al trotto in breve arriviamo ad .
Mi fermo al bar/pasticceria, produzione napoletana, bontà freschissime esposte al bancone.
Un cappuccino ed un maritozzo con la panna aumentano il grado di comfort e si può riprendere la strada.
Per dovere di cronaca si registra il pagamento da parte di Claudio, che caso strano 😀 è stato l’ultimo ad uscire dal parcheggio dell’albergo.
Riprendiamo il cammino facendo in senso inverso, rispetto al giorno prima, la Lauretana.
Oggi abbiamo tempo per fare delle foto e ci fermiamo al belvedere per immortalare le Crete Senesi.
Dopo Asciano prendo una strada alternativa a quella usuale. In breve, passato il blocco di San Quirico, siamo sulla Cassia. Procediamo con andamento allegro ma non esagerato, rifornimento dalle parti di Centeno e sosta al solito chiosco per un panino.
L’ora è quella giusta, relax, c’è anche un sole piacevole, Scambiamo due chiacchiere con una coppia e ci rimettiamo in marcia.
Acquapendente, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Montefiascone ed una Cassia da sabato del villaggio ci porta a Sutri.
Sosta saluti, io prendo la strada di casa evitando di immergermi nel delirio del GRA.
Gli altri procedono sulla statale ed il saluto di rito è stato un “grazie, alla prossima!”
Nel breve tragitto che mi separa da casa già penso alla prossima uscita, a dove andare e soprattutto sperando di vedere il gruppo completo, che è sempre uno spettacolo!

GRAZIE A TUTTI!

13 – 14 ottobre – Monte Nerone

LE FOTO

Finalmente una nuova due giorni tutti insieme.
Era dai tempi dell’Eroica 2022 che non succedeva e questa estate allungata ci ha consentito di effettuare una uscita senza preoccupazioni meteo.
L’appuntamento è per le 8 di venerdì mattina presso la consueta area di servizio Selva Candida, sul GRA.
Siamo tutti puntuali, e per noi puntualità significa arrivare prima dell’orario stabilito.
Ci concediamo una colazione veloce al bar della stazione di servizio, cosa non abituale per noi, ma dato che percorreremo un tratto autostradale non avremo modo di incontrare un bar decente prima di Narni.
Colazione fatta, benzina a posto e ci incamminiamo sul Grande Raccordo Anulare per poi immetterci sulla bretella autostradale che ci porterà sulla A1.
Pochi chilometri, giusto per lasciarci la città alle spalle senza dover affrontare la penetrazione urbana fatta di traffico e semafori,
Si esce, dunque, a Rignano Flaminio, la bella e scorrevole Flaminia ci porta a Narni.
Qui si fa colazione vera!
Piccola sosta, il vantaggio di partire presto e di essere tutti in orario ci consente di prendercela comoda.
Di nuovo in sella, attraversiamo Terni, si va su per la Valnerina passando davanti alla cascata delle Marmore, fino a Borgo Cerreto.
Senza sosta e senza indugio deviamo per la Valtopina, fino a raggiungere Sigillo.
Qui, dopo aver fatto rifornimento carburante, proseguiamo per Potedazzo ultimo avamposto sulla Flaminia prima di deviare per uno scenario decisamente montano che ci porterà a destinazione.
L’asfalto scorrevole, liscio e, tutto sommato, ben tenuto lascia il testimone ad un percorso più stretto, tortuoso e dal fondo stradale sconnesso. Le curve si alternano in rapida successione, incastonate in un saliscendi continuo. Si sale, comunque, di quota e siamo all’ultima deviazione, un cartello ci indica la vetta del Monte Nerone.
Qui è montagna vera, oltre al panorama la percezione di alta quota viene dall’aria che si respira, dalla solitudine degli armenti lasciati liberi in sconfinati e verdissimi pascoli.
E i tornanti! Quei tornanti che MrSergio ci mostrò in foto nella chat e che, ovviamente da desiderio divennero presto realtà. Sembrano disegnati con il compasso, tanto sono regolari e precisi nella loro rotondità.
Arriviamo in vetta, parcheggio panoramico dal quale si possono ammirare i monti e le valli circostanti.
Intenti a fare foto, la nostra attenzione viene attratta da un rumorino tanto familiare quanto antico: un Morini Corsarino 50cc sta salendo, ci passa davanti con il suo borbottio cadenzato, regolare, e prosegue per i ripetitori.
Subito ci vengono in mente le nostre giovanili scorrazzate, le mille avventure.
Il Corsarino ora scende, lo fermiamo, lo fotografiamo con il suo simpatico proprietario.
Due chiacchiere e per noi giunge il momento di ripartire.
Scendiamo lungo il percorso di salita al monte, ci immettiamo nella strada che porta ad Apecchio e da qui raggiungiamo il Valico di Bocca Serriola, percorso numerose volte con i Babbaluci.
L’antico bar/alimentari è sempre al suo posto, ci riforniamo di panini, affettati e li andiamo a sgranocchiare nell’area picnic dall’altro lato della strada.
Con tutta calma consumiamo il frugale pasto, piccola sosta e affrontiamo l’ultimo tratto.
Scendiamo da Bocca Serriola verso Città di Castello, lambiamo il centro abitato, ancora una manciata di chilometri fra campagne e dolci colline e l’ultimo tratto sterrato ci porta a destinazione.
Parcheggiamo le moto, la percorrenza odierna è stata di 343 chilometri dal GRA.
Prendiamo possesso dell’appartamento nell’ex convento Benedettino, rapido cambio di casacca per una tenuta da spiaggia e siamo fuori.
Piscina, vorremmo fare un tuffo ma solo mio fratello Marsilio trova il coraggio di entrare in acqua. Una foca!
Io ci provo ma mi fermo con l’acqua alle p… ginocchia, và! 😀
MrSergio e Claudio restano ben lontani dall’acqua.
Qualche minuto di relax sui lettini, baciati dal sole, poi di nuovo in camera per una doccia e per indossare abiti più consistenti e di nuovo fuori.
Fotografiamo i vari ambienti e gli esterni del convento, poi ci sediamo ad un tavolo sotto la pergola del ristorante per un meritato aperitivo.
Si fa l’ora di cena, pratica svolta senza intoppi e indecisioni.
Cucina spartana e sostanziosa, cena gradevole.
Finalmente in camera per il riposo notturno, dopo aver snocciolato la solita sequenza di cazzate e scherzi al Roscio, che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.
Da sempre nostro bersaglio preferito, ma è un modo per celebrare la nostra amicizia che oramai supera il mezzo secolo, cosa veramente rara!

Ci ritroviamo al mattino, dopo aver passato la notte fra “rumori” di varia natura, ovvero la natura era la stessa, consistente in movimenti di aria, ma proveniente da origini diverse.
Vabbè, io e mio fratello siamo i primi ad uscire di casa.
L’esiguo bagaglio già pronto e sistemato sulle moto, gironzoliamo elemosinando un caffè che la generosa e disponibile Nadia provvede a fornire, aspettiamo gli altri due e facciamo colazione, vedendo anche la gara Sprint della MotoGP.
Partiamo che sono oramai le dieci.
I due non fratelli si perdono nelle fratte dopo 200 metri, una vecchia li redarguisce perchè le hanno invaso l’aia…
i due fratelli li aspettano all’inizio della strada asfaltata. 😀
Si parte veramente, bella strada stretta e dalle mille curve fino a Castel Fiorentino.
Poi giù, verso Cortona e Castiglion del Lago.
Chiusi, Città della Pieve, Ficulle, Orvieto Scalo e si va per la Cassia, Montefiascone, e via di seguito fino ad arrivare a Sutri, dove gustiamo panini e polpette nella bettola conosciuta.
Breve sosta, si intraprende l’ultimo sforzo che ci porta a casa.
Sulla Cassia sono il primo a staccarmi, prendendo per le campagne che mi porteranno… al mare.
Gli atri proseguono, ci scambiamo cenni di saluto e di intesa che ci sentiremo al telefono.
In quelle poche decine di chilometri che mi portano a casa la mente è già immersa nel pensiero della prossima uscita.
Entro nel box, uno sguardo al trip odierno mi riporta la cifra di 273 chilometri.
In tutto sono 616 chilometri di goduria, amicizia e moto, che fa tanto bene!

Alla prossima!

8 – 9 ottobre – EROICA

Questa uscita ha avuto un sapore antico, per le modalità con cui si è svolta e per il percorso effettuato.
L’appuntamento è per partire alle 07:00 dalla stazione di servizio sulla Roma – Civitavecchia, che significa vedersi almeno un quarto d’ora prima per avere il tempo di fare rifornimento.
Vento teso, gelido e fastidioso. Fa freddino.
Tutti puntuali, si parte alla svelta per percorrere i circa 70 km di autostrada fino a Montalto di Castro, dopo di che la Castrense ci porta a Canino dove facciamo colazione.
Ci costa 20 minuti sulla tabella di marcia, ho segnato su un nastro applicato sul serbatoio i vari passaggi orari. Colazione pagata da Mr Sergio dato che, sebbene puntuale, è stato l’ultimo ad arrivare all’appuntamento.
Si riparte, senza perdere tempo, velocità sostenuta ma assolutamente con la massima prudenza.
Valentano, Acquapendente e poi Cassia fino a San Quirico d’Orcia, a questo punto sono 179 i km percorsi.
Distributore, ci fermiamo per fare di nuovo il pieno e bene facciamo perchè poi non ne incontreremo più. Avevo notato il top case del Mr che ballonzolava, non faccio in tempo a dirglielo che mio fratello, Marsilio, sta già verificando. Si sono spezzati i bulloni di ancoraggio del supporto al telaio della moto. Problema!
il “simpatico” benzinaio non ha bulloni o altro per poter sistemare il guaio.
Togliamo il baule, smontiamo il portapacchi e, mentre Claudio va a cercare un ferramenta per rifornirsi di dadi, rondelle e bulloni, estraiamo i due moncherini di bulloni dal telaio.
Fortuna che fra me e mio fratello abbiamo una intera officina al seguito, attrezzi selezionati con il tempo e l’esperienza.
Torna Claudio con il necessario, in fretta rimontiamo il tutto e si riparte.
Fra rifornimento e colazione abbiamo accumulato un’ora di ritardo sulla tabella, arriveremo all’oramai prossimo way point alle 10 e 32 anzichè alle 09 e 30 come previsto.
Sant’Angelo in Colle, inizia la seconda delle quattro tratte, ovviamente ci portiamo dietro l’ora di ritardo. Inizia subito il fuoristrada, uno sterratone in discesa che poi fra curve e saliscendi si snoda fra colli e vigneti, Paesaggi spettacolari, percorso niente male, non difficile ma richiede attenzione.
Il ritmo è sostenuto, non eccessivo ma Garibaldino; lunghi tratti fuoristrada si alternano a percorrenze di raccordo su asfalto; fagiani! A dimostrazione che siamo in una zona (le colline del Chianti) poco battuta e soprattutto incontaminata.
Arriviamo alla fine di questa seconda tratta che abbiamo recuperato circa mezz’ora sull’ora di ritardo che avevamo accumulato.
Inizia la terza tratta, sono 45 km circa e sebbene sia quasi tutto fuoristrada e con alcune soste foto, arriviamo alla fine con 15 minuti di anticipo sulla tabella.
Noi abbiamo tutti un passato (glorioso) di enduro, MrSergio non è così esperto di fuoristrada ma le sue indubbie capacità gli consentono di apprendere velocemente, trovandosi in mezzo a noi, e mette in pratica subito ciò che via via assimila.
Non è mai rimasto indietro, in gruppo siamo partiti e in gruppo siamo arrivati, anche perchè ho la buona abitudine di controllare chi è dietro e regolare la velocità di conseguenza.
Una tirata, poi ovvio rallentamento per dare modo di effettuare il ricongiungimento e si riparte decisi. Sempre in comunicazione con gli interfoni non ci siamo mai persi e la bontà dei percorsi tradotti sui navigatori ci ha permesso uno svolgimento divertente e veloce, senza perdite di tempo per ritrovare la retta via.
Arriviamo a Radda in Chianti, dunque, con questo bonus di 15 minuti in tabella.
Cerchiamo un distributore ma poi rinunciamo, abbiamo carburante a sufficienza per finire il giro. Ci fermiamo presso un bar – tavola calda, sono le 13 passate e bisogna nutrirci.
Il posto lo aveva adocchiato il Mr prima che andassimo alla ricerca del distributore, Circa un chilometro, torniamo sui nostri passi, parcheggiamo ed entriamo.
Prendiamo posto fuori, una specie di gazebo che ci consente anche di tenere d’occhio le moto.
Un primo, un dolce, caffè due chiacchiere in relax dato che siamo perfettamente in orario, poi si riparte per l’ultima tratta, circa 50 km che facciamo su un bel tracciato sinuoso, con un intermezzo di 4km di autostrada.
Arriviamo al nostro agriturismo, una azienda vinicola che ha anche camere e ristorante.
Presa la stanza, ben 35mq al piano terra, con quattro letti singoli, spaziosa e pulita come si conviene, ci togliamo di dosso la polvere con una bella doccia rigenerante.
Qualcuno, Marsilio, ne approfitta per fare le pulizie di Pasqua all’abbigliamento, con uno strofinaccio da cucina che ho nella borsa degli attrezzi.
Dal casco agli stivali pulisce tutto come un orsetto lavatore.
Claudio ne approfitta per appendere il suo salva-scarpe in alto su un tubo a fianco della porta di ingresso, talmente in alto che poi non riuscirà a riprenderlo.
Relax in camera, cazzate si alternano a discorsi seri, si fa l’ora dell’aperitivo.
Una birra e degli stuzzichini ci portano all’ora di cena.
Bruschette con pomodori, una tagliata, patate al forno e puntarelle con un pò di vino risolvono la questione.
Si ride, le cazzate sono tante, poi la nostra attenzione va ad un bellissimo cane di una coppia al tavolo di fianco.
Un pastore australiano che, dice qualcuno, sembrava avere le zampe corte ma invece era solo “il pelo della panza” troppo lungo.
Mi prende una crisi di riso, come succedeva a scuola, pensando al Roscio che non è basso, ha solo i peli della panza molto lunghi. Mi viene in mente la sua immagine con i peli che gli fanno da tutù e le zampette storte che escono da sotto… Oddio! Non riesco a fermarmi.
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Si torna in camera, ci prepariamo per la notte.
Un pò di fastidio a Claudio, che non guasta mai, sparandogli una luce strobo che ho nello zaino.
Fra una chiacchiera e l’altra ci addormentiamo.
La mattina seguente io e mio fratello ci svegliamo di buon’ora, seguiti poco dopo da MrSergio.
Il Roscio bisogna svegliarlo, ci pensa Marsilio con la suoneria dei 7 nani…
Colazione, ma prima aiutiamo la ragazza alla reception a liberare la stampante dalla carta incastrata, paghiamo e via.
Claudio il Roscio rompeva dalla sera prima per voler fare la Lauretana, strada che io e il Mr conosciamo benissimo ma non sapevamo avesse quel nome. L’abbiamo fatta anche in inverno con la neve.
Ciò ci costringe ad una sosta non prevista per riprogrammare i navigatori su Asciano, dove secondo lui partirebbe questa famosa Lauretana.
Bene o male arriviamo ad Asciano, seguendo MrSergio.
Poi non c’è più bisogno del navigatore ma solo consultandoci nell’interfono completiamo sta Lauretana. Bel percorso, troppi ciclisti, bei panorami.
Rientriamo sulla Cassia a San Quirico d’Orcia, poi dritti verso casa.
Sosta al chiosco per un panino eccellente, caffè e si riparte.
Ora è Marsilio a fare strada e andatura, ci fermiamo solo per una puntura di un insetto rimediata da MrSergio.
Arriviamo a Tuscania, io prendo la direzione di casa lasciando che gli altri proseguano verso Roma.
Anche questa è andata, percorso bellissimo, panorami indescrivibili, una figona da paura che faceva footing lungo le strade di un paesino, buon cibo, allegria.
Non ci è mancato nulla, torneremo presto su queste pagine.
Grazie a tutti per aver consentito di portare a casa questa bella esperienza.
Alla prossima!

Le parole di questa uscita solo: “NON HA LE ZAMPE CORTE, E’ IL PELO DELLA PANZA CHE E’ LUNGO” – LAURETANA – ARBIA! – UNDERSCORE – QWERTY – SHIFT – NON AVREBBE UNA SPAZZOLA?