Strade del Chianti – settembre

Una escursione sulle strade del Chianti che prevede la percorrenza di strade bianche o sterrate.
Settembre 2021, quando il caldo è meno opprimente ma le giornate sono comunque soleggiate.
Pernottamento in agriturismo, con cena nella stessa struttura in modo che una volta spenta la moto non ci sia necessità di doverla usare di sera, e di notte al rientro.
Appuntamento ore 07:00 presso l’area di servizio “Tirreno Est” sull’autostrada ROMA – CIVITAVECCHIA.
Rientro per la via Cassia.

11 – 12 giugno – Roccascalegna

Ci risiamo!
anche questa uscita di due giorni vede come destinazione l’Abruzzo.
Per la gioia di Claudio il Roscio, l’incontro è alle ore otto alla solita area di servizo del GRA.
Puntuali, anche in anticipo, ci siamo tutti: MrSergio, Marsilio, Luca, Claudio ed ovviamente (anche immancabilmente) io.
Evitiamo, come nostra abitudine, di intossicarci facendo colazione al bar dell’area di servizio e dopo che il Roscio ha fatto rifornimento – sempre il solito, sempre all’ultimo minuto 🙂 – partiamo per immergerci nel traffico già bello intarsiato (cit. mia nonna) del Raccordo.
Senza troppi rallentamenti, comunque, riusciamo in breve ad immetterci nell’autostrada per L’Aquila ma ci fermiamo all’area di servizio dopo il casello. Negli interfoni era stata palesata questa necessità causa un malore di mio nipote Luca.
Dopo aver valutato la situazione Luca decide di tornare a casa, a malincuore, e noi tutti ne siamo dispiaciuti ma vedere un ragazzo di vent’anni che riesce a prendere una decisione del genere senza che nessuno gli abbia fatto pressioni gli rende onore. Oramai è un motociclista vero, completo, responsabile; sappiamo quanto ami la moto e quanto gli sarebbe piaciuto proseguire per cui non è stato facile per lui, ma ha preso la decisione giusta.
Proseguiamo. Il breve tratto autostradale ci porta alla solita uscita di Vicovaro, bypassando il delirio del tratto urbano della Tiburtina sia a Roma che a Tivoli: da qui in poi è tutta goduria!
Usciti dal casello finalmente possiamo fare colazione in uno dei nostri bar usuali: pulizia, dolci e cornetti buonissimi e, non ultimo, la “bella presenza” delle ragazze del bar.
Pochi minuti, dopo aver sparato due o tre cazzate (ma conoscendoci propendo per il tre) riprendiamo il cammino: Tiburtina fino a Carsoli, da qui saliamo al valico dei Colli di Monte Bove, dove ci fermiamo per la consueta foto ricordo. Sopraggiunge un ciclista qualche chiacchiera e di nuovo in sella: adesso non ci sono più soste, tutto di un fiato passiamo sotto il pittoresco paese di Tremonti e poi Roccacerro. Quanta bellezza a poca distanza da Roma!
Tagliacozzo, Magliano de Marsi e nuovamente autostrada: sono pochi chilometri ma ci evitano di perdere tempo e pazienza nell’attraversamento di Avezzano: troppe auto, troppi semafori, troppe rotatorie e troppi incroci!
Un bel guadagno di tempo, solo 26 chilometri ed in breve siamo a Pescina. Ancora senza soste proseguiamo salendo con la splendida SS83 a Gioia dei Marsi, Gioia Vecchio, Passo del Diavolo e giù fino a Pescasseroli, poi passaggio sotto Opi, continuiamo sulla SS83 passando per Villetta Barrea, il lago, Barrea ed infine Alfedena.
Qui ci fermiamo, sosta pranzo in una conosciuta osteria.
Come abitudine in moto niente alcol, una antipasto senza esagerare ma ottimo, con tanto di pallotte cacio e ova, una tagliatella con sugo di agnello per tutti, acqua, caffè e arrivederci!
Durante il pranzo si è scatenato un acquazzone, uno scroscio d’acqua intenso ma è stato un bene perchè il cielo ha scaricato tutta l’acqua che aveva, usciti dall’osteria neanche una goccia. Abbiamo preso uno spruzzino di qualche minuto ma non abbiamo neanche indossato gli antipioggia, tanto era lieve e tanto poco è durato.
Castel di Sangro, siamo nell’altopiano delle Cinque Miglia, Roccaraso -ridente cittadina turistica e Paradiso degli sport invernali come recitano le locandine- poi sotto Rivisondoli -pubblicizzato con un meno roboante “noto centro turistico, rinomato per la pratica degli sport invernali e per le escursioni naturalistiche”- ci immettiamo nella SS84, altra strada mitica.
Passiamo il Valico della Forchetta, arrivati a Palena lasciamo la SS84 e ci immettiamo in un tracciato spettacolare, ma dal fondo stradale non perfetto come le precedenti strade, che ci porta a Torricella Peligna e ci consente di attraversare lo spettacolare altopiano con delle vedute maestose sulle montagne e sulle valli circostanti. La Majella! Non è una imprecazione ma è la Montagna Madre d’Abruzzo che da il nome a questo territorio.
A Roccascalegna ci dirigiamo subito al distributore, data l’infruttuosa ricerca di un benzinaio a Torricella Peligna. Fatto il pieno, non senza un divertente intermezzo con il gestore che, da buon ed esperto paesano, ha inquadrato subito la situazione individuando nel Roscio l’anello debole della catena. Gli chiedo: ti serve un ragazzetto per pulire per terra? indicando il Roscio.
E lui, prontamente: e che ci fai?!
Precedentemente gli aveva fermato la mano mentre prendeva la pompa -solo qui si può vedere un self service “assistito”- puntando il dito su mio fratello: fa lui! Perentorio!
Ripartiamo, durante la sosta pranzo ad Alfedena mi aveva chiamato Valentina, insieme al marito Nicola proprietaria del ristorante Civico 20 ed annesso B&B, proponendoci un cambio di struttura avendo avuto un problema a Roccascalegna. Accettiamo senza indugio il cambio e senza timore di “sole”, conoscendoli da tempo: un casale vicino al lago di Bomba, sempre di loro proprietà. Aveva mandato anche le foto, posto che prometteva bene e che ha mantenuto le promesse anche oltre le aspettative.
Un casale in pietra, con un bellissimo uliveto e tanto verde: Casa Corneto.
Arriviamo, loro non ci sono ancora ma un messaggio ci dice dove trovare la chiave.
Aperta la porta appena il tempo di dare uno sguardo e toglierci parte dell’abbigliamento tecnico che Valentina e Nicola arrivano. Prendiamo le stanze, come al solito il tempo di una doccia ed indossati gli abiti “civili” scendiamo a goderci il fresco, l’aria pulita e la bellezza del posto.
Valentina mi consegna un biglietto di benvenuto scritto appositamente per noi (Sergio e Sergio) dalla figlioletta Lucrezia. Che amore!
Bene, fra le immancabili battute e cazzate varie, compresa una generosa spruzzata di deodorante al culo del Roscio da parte di mio fratello Marsilio, che ovviamente ha gelato la parte interessata, arriviamo all’ora di cena.
Che ve lo dico a fare?! Tavola all’aperto, sotto un grandioso nespolo.
Arriva di tutto: bruschette con pomodoro, altre bruschette con olive e pomodori locali, frittata alle erbe, pallotte cacio e ova, affettati.
A seguire tagliatelle con funghi porcini, poi grigliata, patate e prezzemolo con generosa dose di aglio e a questo punto abbiamo dovuto dare lo stop al cuoco!
La cena… secondo voi potevano mancare frizzi e lazzi?
Mentre sorbivamo il caffè conclusivo, Valentina e Sergio erano seduti su un dondolo. Ad un certo punto spariscono.
Dicoooo: “Nicò, non vorrei dire niente ma tu moje e Sergio si sono infrattati al buio!”
Nicola: ” aaaah, si, gli sta facendo vedere un percorso”
Io: “seeee, adesso capisco perchè si chiama casa Corneto.”
Mio fratello e Roscio scoppiano a ridere, Roscio che non riusciva ad ingoiare il vino che stava bevendo, mio fratello con le lacrime.
Sportivamente anche Nicola ride di gusto, prendendo per il verso giusto la battuta ma da quel momento è diventato il Principe di Corneto!
Vediamo la partita Italia – Turchia ma senza troppa partecipazione, la serata è piacevole, non fa freddo, la compagnia collaudata ed è un piacere trascorrere questo tempo in buona disposizione d’animo, che si traduce in buonumore ed immancabili cazzate.
Si va nelle stanze, non mancano motivi per ridere e prenderci per il culo a vicenda, senza riguardo e senza sconti.

La mattina mi vede sveglio alle cinque e quaranta, mi lavo, torno in stanza e poco dopo entra mio fratello, foto alle moto dalla finestra, poi ci prepariamo.
Roscio e Sergio dormono ancora, noi scendiamo e raggiungiamo la cucina all’aperto, teatro della cena. Ci prepariamo un caffè, lo prepariamo anche per i due dormienti e sarà la scusa per svegliarli. Ma MrSergio è già sveglio, in bagno, lo scoglio è Claudio 🙂
La colazione tutti insieme, foto e saluti, torneremo a trovarli con molto piacere, è gente straordinaria, di una ospitalità unica e poi cucinano troppo bene!
Partiamo ad andamento lento, la strada non ben tenuta ci riporta a Roccascalegna, poi Casoli, Fara San Martino dove, passando fuori del paese, si può vedere lo storico pastificio De Cecco.
Proseguiamo sulla SS84, sosta alla “nostra” fontanella, rinfresco, riempiamo le bottiglie e via fino a Rivisondoli, di nuovo, poi Roccaraso, Castel di Sangro, Alfedena, Barrea, Villetta Barrea e rifornimento poco prima di Pescasseroli.
Qui ci fermiamo per la dovuta sosta pranzo. E’ presto ma siamo in piedi già da parecchio tempo e poi mentre la maggior parte della gente sarà impegnata a pranzare noi potremo fare strada in solitaria o quasi.
In piazza, presso una tavola calda, ci gustiamo una superba focaccia con mortadella e caciocavallo grigliato. Rifocilliamo anche un cane randagio, molto pulito ed educato.
Dopo il caffè al chiosco dall’altra parte della strada, ci rimettiamo in marcia. Saliamo di nuovo verso Gioia Vecchia e Gioia dei Marsi, attraversando il parco.
La strada è magnifica, immersa in un ambiente spettacolare, si aprono panorami incredibili.
Dopo Gioia dei Marsi non c’è storia, la discesa verso Pescina è senza emozioni, prendiamo l’autostrada, di nuovo quei ventisei chilometri che ci portano ad uscire a Magliano de Marsi.
Riprendiamo la Tiburtina, Scurcola Marsicana, Tagliacozzo, Saliamo per Sante Marie e poco prima di Arsoli ci fermiamo a riprendere fiato in uno slargo. Fa caldo, forse dalla prossima uscita bisognerà adottare l’abbigliamento leggero.
Pochi minuti, ripartiamo, Arsoli, Carsoli, ancora Tiburtina fino a Vicovaro e si procede da manuale: autostrada fino al Raccordo, sosta all’area di servizio per i saluti e via a casa.

Un’altra uscita da incorniciare, belle strade, posti magnifici, belle mangiate, compagnia spettacolare.
Dovuti ringraziamenti a tutti i partecipanti, una nota di rammarico per Luca che gioco forza ha dovuto abbandonare sul nascere questa gita ma avrà modo di rifarsi fin dalla prossima.
Il Roscio, che dire? Lo prendiamo sempre in giro, è il nostro bersaglio preferito, io e mio fratello lo conosciamo e lo frequentiamo da cinquant’anni, dicasi CINQUANTA, e lui lo sa benissimo che la nostra è una forma di affetto, altrimenti non sarebbero giustificati tutti questi anni di amicizia. MrSergio come sempre una garanzia: puntualità, serietà ma senza essere serioso, battute taglienti, in moto un soldato instancabile. Compagno di mille avventure e viaggi importanti, che senza di lui non avrebbero avuto lo stesso sapore.
Mio fratello? E’ mio fratello, basta questo: motociclista esperto e capace, infaticabile in sella, ci puoi contare per la risoluzione di qualunque problema. Quando c’è lui non mi sento solo a dover affrontare emergenze, senza nulla togliere alla disponibilità ed alla partecipazione degli altri, ma abbiamo un altro livello di esperienza.
Luca: sta crescendo, motociclista capace. La rinuncia ha evidenziato anche la sua maturità e le premesse che diventi un motociclista come noi ci sono tutte.
Se solo si comprasse una moto adatta! 🙂

Sto già lavorando alla prossima due giorni, stay tuned!
A proposito, le parole di questa uscita solo: UPGRADE – BACKUP – LOCATION – FOCUSING – NON APRITE QUELLA PORTA! – LA SEGHERIA E’ CHIUSA, IL PRINCIPALE E’ ANDATO VIA – CULO GELATO – CORNETO.
Cosa significano? Non tutto si può spiegare, per poter comprendere e ricevere le stesse sensazioni nel ricordare è necessario aver partecipato!

21-22 maggio – Pescasseroli

Finalmente si (ri)parte!
Appuntamento alle otto e trenta di venerdì presso uno dei nostri due punti di incontro per le uscite.
Tutti puntuali, impieghiamo 15 minuti per collegare (prima volta) i nostri interfoni in modalità conference e si va.
Qualche manciata di chilometri di raccordo per raggiungere l’Anagnina, sosta bar per la colazione e si riparte. Percorriamo dunque l’Anagnina e poi la via Latina, fino ad Artena e Colleferro per poi salire sulla Carpinetana.
Bella strada, passo spedito ma non azzardato e meno male perchè giunti quasi sotto Maenza un problema con il freno davanti mi costringe ad una escursione fuori strada, e mi incastro in una specie di fosso. Fortunatamente nessun danno serio, cupolino spaccato e nulla più se non una contusione/distorsione ad un piede.
Con l’aiuto di due motociclisti di passaggio tiriamo fuori la moto, mio fratello sistema i resti del cupolino e ripartiamo. Siamo abituati a ben altro, non ci ferma certo questo stupido inconveniente.
Imboccata la superstrada per Frosinone ci fermiamo in uno slargo per fare un controllo: ne approfittiamo anche per dissetarci, provvediamo a riallineare il manubrio, constatiamo che altri danni non ce ne sono e ci rimettiamo in marcia, dopo aver deciso che la sosta pranzo la faremo sul lago, a Villetta Barrea, pertanto non possiamo perdere altro tempo.
Il plotone marcia compatto a ritmo serrato ma prudente, Frosinone poi Sora e qui iniziamo la salita a Forca d’Acero.
Molto ben tenuta, la strada è spettacolare; ci fermiamo a fare foto e riprese, Luca ha posizionato la GoPro su un guardrail proprio a centro di un bel tornate, pochi minuti per la ripresa e riprendiamo il cammino ma dopo due curve dei cavalli in mezzo alla strada ci costringono prima a fermarci e poi a proseguire con molta cautela.
Forca d’Acero! bellissimo valico, quasi 1600 mt di altitudine, strada cosparsa di fogliame, altre riprese di Luca ma con la GoPro allacciata al torace. Pochi minuti per scendere all’incrocio sotto Opi e ci dirigiamo verso il lago.
Ci fermiamo al ristoro panini dopo i quali ci vengono proposti dei “bocconotti“!
Dolcetti locali, ma inutile dire il nostro soffocamento dalle risate, che lasciano un pò perplessa l’ignara cameriera. Bene o male ne usciamo, con l’aiuto di mio fratello che prontamente si inventa una scappatoia.
Terminato il frugale pasto ci stravacchiamo sul prato antistante il lago, a prendere un pò di sole e smaltire la cecagna che incombe. Dopo un pò decidiamo di salire a Barrea e proseguire fino ad Alfedena, anche qui bel tracciato, fondo stradale ben tenuto, bella passeggiata ma giunge il momento di dirigerci alla meta, Pescasseroli.
Percorriamo a ritroso il tratto di strada fin sotto Opi, poi sosta al distributore per il necessario rifornimento e finalmente siamo a Pescasseroli.
Parcheggiamo proprio di fronte al nostro albergo, piazza nel centro storico.
Ci accoglie la simpatica Assunta, che ci assegna le camere.
Doccia e ci si ritrova di nuovo nell’atrio.
Io resto nel salottino a fare un aperitivo a base di acqua minerale, il piede malmesso non mi consente di unirmi agli altri, che si incamminano per il centro di Pescasseroli.
Arriva l’ora di cena, Assunta ci delizia con portate che dire cucinate benissimo non rende l’idea!
Qualità eccelsa, piatti presentati molto bene, materia prima eccellente.
Gustiamo tutto, dagli antipasti ai primi, dalla carne ai contorni infine al dolce, senza tralasciare l’ottimo Cerasuolo che ci ha accompagnato durante la cena.
Un doveroso grazie all’amica Simonetta che mi ha consigliato questo posto!
Durante e dopo la cena ci intratteniamo in chiacchiere e scherzi vari con Assunta -un peperino- e c’è anche l’occasione per un balletto.
Assunta ci racconta che a causa di una stufa non funzionante la sua casa è andata a fuoco, ma nella drammaticità del racconto riusciamo a farla scoppiare in una fragorosa ristata, tanto che deve appoggiarsi alla colonna… maledicendo la stufa magnificava invece l’uso del camino termoconvettore dicendo: “mai più la stufa, ci sono rimasta…” non trovando le parole, per l’emozione nel ricordare il drammatico evento, le veniamo in soccorso suggerendo: “sei rimasta… scottata?”. Si appoggia alla colonna, come già detto, scoppiando a ridere: “nooo, non ce la posso fare!”.
Alla fine della piacevolissima serata le camere ci accolgono per il meritato riposo, la giornata è stata lunga e faticosa!
Sabato mattina la colazione ci riserva altra sorpresa, per qualità e quantità.
Saldiamo il conto, onestissimo, carichiamo il poco bagaglio e si parte.
Nuovamente verso il lago, per poi prendere la strada per Scanno.
Sosta bar e qualche foto a passo Godi, si prosegue per il paese ed il lago di Scanno, le Gole del Sagittario, foto, foto anche al pittoresco paesino di Anversa degli Abruzzi, passiamo sotto Cocullo e puntiamo verso le spettacolari Gole di San Venanzio.
Passiamo poi Castelvecchio Subequo e Castel di Ieri per andare a percorrere la strada del parco eolico, che ci conduce a infine a Collarmele.
Pochi chilometri di autostrada ci portano a Magliano dei Marsi, dove ci fermiamo ad ingurgitare qualche tramezzino al bar, seduti all’ombra.
Piacevole e breve sosta, si riparte percorrendo la Tiburtina fino a Vicovaro e qui non c’è più storia: una manciata di chilometri ci immette nel delirio del GRA.
Ci eravamo salutati prima del casello, all’area di servizio, per cui ognuno prosegue per la direzione di casa propria.
Bella uscita, nonostante il piccolo inconveniente.
Mentre guido svogliatamente verso casa già penso alla prossima due giorni!
E’ opportuna una riflessione: siamo gente che va in moto tutto l’anno e la moto per noi è uno stile di vita, non siamo solo persone che utilizzano una moto per spostarsi.
L’incidente occorso avrebbe fatto rientrare a casa parecchi motociclisti, anche per molto meno.
Ma a parte la resistenza fisica e la soglia di sopportazione del dolore, soggettive, il nostro bagaglio di esperienza ci consente di fare una giusta valutazione degli eventi, soprattutto a quelli negativi, e di adottare le giuste reazioni. Non posso dire che non ho sentito dolore al piede e neanche che questo non mi abbia un pò condizionato nella guida: il giorno successivo l’articolazione era impedita e riuscivo ad usare il cambio con molta difficoltà, ma un minimo di sopportazione e resistenza hanno consentito il proseguimento della gita a beneficio di tutti ed il piacere della compagnia, le risate, le cazzate sparate come sempre a profusione sono state più benefiche di qualunque unguento o medicina.

Grazie a tutti i partecipanti: Io (Sergio/Ulysse), MrSergio, mio fratello Marsilio, mio nipote Luca e Claudio detto (da che mondo è mondo) il Roscio.
Estendo i ringraziamenti ad Assunta, simpatica, dinamica ed eccellente padrona di casa, a tutto il personale del Duca degli Abruzzi (ma sarebbe opportuno e corretto chiamarla famiglia) ed all’amica Simonetta per la preziosa dritta!
Alla prossima.

14 novembre – Molise

Dopo mesi di astinenza causa restrizioni COVID finalmente si apre uno spiraglio per una gita in moto.
Ci concediamo due giorni ecome meta scegliamo il Molise, esattamente il paese di Carovilli.
Appuntamento alla solita (una delle due) area di servizio sul GRA.
Qualche chilometro di GRA e proseguiamo sull’Appia, passiamo i Castelli Romani, Artena e Colleferro.
Proseguiamo attraversando la Ciociaria: Alatri, passiamo sotto Fumone che evoca lontane e gloriose gesta di gioventù.
Veroli, Isola Liri ed infine Cassino.
Saliamo verso Terelle, strada magnifica per il panorama ma non molto ben tenuta.
Dopo Terelle si presenta un problema: strada chiusa. Tornare indietro si potrebbe ma non essendoci alternative dovremmo fare parecchi chilometri per ricongiungerci al percorso ed allora scatta la caparbietà.
Uno spazio per passare a piedi c’è, fra la recinzione in metallo che protegge la frana ed il guardrail. Ma le moto non ci passano.
Smontiamo le valige, le trasportiamo a mano fin oltre il blocco e con un pò di pazienza e di testardaggine facciamo passare le moto.
Pochi minuti per rimontare le valigie e ripartiamo.
Arriviamo ad Atina, ci fermiamo presso il locale Roma Club, due chiacchiere e ci informiamo su dove poter mangiare qualcosa.
Poco più avanti c’è un albergo/ristorante, parcheggiamo e siamo dentro.
Un buon primo, acqua minerale DOC, una buona annata, caffè, paghiamo l’esiguo conto e ci dirigiamo verso Carovilli.
La strada ancora da fare non è poca, ritmo andante.
Arriviamo che sono quasi le diciannove, il gestore della locanda ci indica dove poter parcheggiare, camera, che più piccola non si può, doccia e siamo pronti per la cena.
Locale spartano, arredato con oggetti e bandiere della guerra civile americana.
La cena è ottima, zuppa, carne e contorni prodotti in loco e sapientemente cucinati, piatti contadini saporiti e molto gustosi.
Siamo solo noi ed una coppia con un bambino, pace assoluta!
Dopo il dolce ed un liquorino locale torniamo in camera, ci attende un sonno profondo, immersi nel silenzio assoluto!
La mattina buona colazione, conto, bagaglio e si va.
Il tempo non è buono, qualche goccia di pioggia.
Attraversiamo di nuovo il tratto montuoso, strade non facili, ed arriviamo ad Isernia.
Qui decidiamo di prendere l’autostrada, ora piove a dirotto ed è meglio rientrare quanto prima e su strada meno impegnativa, anche se il traffico, i camion ed i pullman dell’autostrada non sono certo il meglio in fatto di sicurezza.
Una guida prudente, non è importante correre ma non si deve perdere tempo.
Sosta alla stazione di servizio prima del casello di Roma Sud, rifornimento e via di nuovo.
Anche questa avventura è andata in porto, speriamo che la situazione virus migliori e possiamo farne delle altre.
Come sempre un sentito grazie a MrSergio per esserci, sempre!

7 – 8 Giugno – Montefortino

L’appuntamento era per le otto presso l’area di servizio sul Grande Raccordo Anulare, ma in verità alle otto e dieci eravamo già in viaggio sulla Roma – L’Aquila data la nostra abitudine a presentarci sempre prima dell’orario stabilito.
Dunque fatto il rifornimento alle moto ci togliamo di mezzo sia il raccordo che quei trenta chilometri di autostrada, per uscire alla svelta da Roma e non incontrare il traffico della Tiburtina fino a Tivoli. Uscita, dunque, a Vicovaro e sosta al solito bar, dove oltre alla colazione ci lasciamo andare in chiacchiere seduti ad un tavolo all’aperto. Partire presto consente di prendersi tutto il tempo che si vuole, anche quello di fare conversazione.
Ripartiamo, Tiburtina fino alle porte di Carsoli e poi deviamo per la Turanese che lasciamo poco dopo per deviare verso il Lago del Salto.
Prima parte di strada sconnessa, addirittura alcuni tratti senza asfalto ma le GS digeriscono tutto!
Arriviamo al lago, belle panoramiche si aprono ai nostri occhi, attraversiamo e costeggiamo tutto il bacino fino ad immetterci sulla Cicolana, che ci porterà alle porte di Rieti. Tratto veloce con il quale andiamo a prendere la la salita al Terminillo, dove ci fermiamo per uno spuntino. Tagliere di affettati e formaggio, bevande analcoliche, caffè e si riparte; un’ora di sosta gradevole ed alle tredici e zero cinque siamo di nuovo in sella.
Scendiamo dal Terminillo fin sotto Leonessa, bella strada immersa nel bosco con alcuni scorci notevoli nella prima parte della discesa, passato il Rifugio Sebastiani.
Da Leonessa ci dirigiamo verso Cascia e poi Norcia, strade bellissime e quasi deserte essendo venerdì. Da Norcia la spettacolare salita e successiva discesa per la Piana di Castelluccio, dove mi prende il magone… Da lontano invece della nota e caratteristica sagoma del paese si vede solo un cumulo di macerie. Facciamo una deviazione salendo in piazza, dove la desolazione e lo sconforto sono troppo forti per resistere… giro la moto e lentamente riprendo a scendere verso la piana, in attesa dell’arrivo del Mister. Sulla strada che conduce in piazza sono state sistemati, questa volta molto ben fatte, delle strutture in legno che ospitano tutti i ristoranti, primi segni di una volontà di rinascita che spero non si fermi qui.
La piana è di un verde brillante, interrotto dai campi coltivati non ancora fioriti, è un bel vedere ma lascia un retrogusto amaro…
Forca di Presta, si sale ed ovviamente si scende poi addentrandoci nei Sibillini, fra boschi, prati e piccoli paesi, il tutto raccordato da un nastro asfaltato (più o meno) dove il rettilineo più lungo misura duecento metri.
Passiamo Montefortino, che mi ricorda una sosta spuntino che facemmo con il Mister in occasione di una uscita a Preci allietata dalla presenza di Jack, ed arriviamo a destinazione: un breve sterrato ci conduce al Vecchio Mulino, location scovata dal Mister.
Eccellente, sotto tutti i punti di vista: dopo aver preso possesso della camera e sistemate le nostre cose, previo piccolo relax, ci godiamo un’ora abbondante immersi nella piscina al coperto, una chicca! Nuotatine, cazzate, discorsi più o meno seri… insomma, il tempo vola e dopo una doppia doccia, la prima in piscina e la seconda in camera, abbiamo tempo per il nostro aperitivo: birra, patatine ed altri sfizietti, seduti all’aperto, temperatura gradevolissima e silenzio assoluto.
Vicino alle nostre GS ne vediamo parcheggiata un’altra, nuovissima, di una coppia di Verona anche loro in giro per il fine settimana. Scansioniamo gli adesivi appiccicati sulle loro valigie per cercare di interpretare il tipo di motociclisti che sono, e ne restiamo soddisfatti, molti adesivi coincidono con i nostri: dal Grossglockner allo Stelvio, dal Passo del Rombo alle Dolomiti.
E’ giunta l’ora della cena, che si rivela una gradita sorpresa: cucina prelibatissima, piatti più che abbondanti ed un dolce squisito, vino rosso molto buono.
Dopo cena, con molta calma, prendiamo la via della camera: la giornata è stata lunga, per arrivare fin qui abbiamo percorso strade impegnative con più di sei ore in sella, escluse le soste ovviamente. L’abbiocco ha facilmente il sopravvento su di noi e prima di mezzanotte siamo profondamente beati in un sonno ristoratore.
Silenzio assoluto, un lieve e soporifero sussurro del ruscello favoriscono il sonno, la mattina successiva alle sette siamo già belli svegli. Scendiamo per la colazione, altro giretto per il parco, saliamo di nuovo in camera e ci prepariamo, bagagli e noi e dopo aver pagato e salutato la simpatica Anastasia siamo di nuovo a cavallo… Il percorso prevede la salita al passo della Maddalena tramite un tracciato entusiasmante il cui picco è dato dai famosi Sette Tornanti; fra l’altro passiamo un punto panoramico dove già in passato ci fermammo a scattare delle foto: da qui si vede anche il mare!
Dopo il valico scendiamo verso il lago di Fiastra, poi ci addentriamo nella natura con un percorso secondario di grande soddisfazione e nonostante il fondo stradale non si a dei migliori la guida è allietata da un panorama spettacolare. Il tutto fino ad arrivare a Visso, dove la Provinciale prima e la Valnerina poi ci portano alle Cascate delle Marmore, dove ci fermiamo per un panino presso un furgone gestito da un simpatico personaggio.
Oramai siamo alle porte di Terni e poco dopo saliamo sulla E45 che velocemente ci porta ad Orte. Fa caldo, molto! Ci fermiamo all’area di servizio dove, dopo un caffè ed una bottiglia di acqua, ci salutiamo.
Il Mister prenderà l’autostrada per Roma, io proseguirò sulla superstrada per Civitavecchia.
Bel giro, bei percorsi in entrambe le giornate, bella struttura, buon cibo e la solita impagabile compagnia. Cosa c’è di meglio? La prossima uscita, ovviamente!