Si dice che di venere e di marte non si sposa e non si parte.
Sposare, in questo ambito, non ci interessa.
Partire di venerdi, invece, non ci preoccupa; non è la prima volta e non ci ha mai creato problemi; l’unica volta che una nostra gita ha subito inconvenienti eravamo partiti di sabato.
Io la mattina ero impegnato al lavoro, come il Mister, mentre Enrico è oramai lontano da questo argomento; ci vediamo da me alle quindici, incontro al garage. Una mezz’oretta se ne va fra chiacchiere e “prove” sulla costruenda chitarra di Enrico e, comunque, per la mia preparazione.
Lasciamo il garage e ci dirigiamo sull’Aurelia, per poi imboccare l’autostrada.
Non sono molto propenso a questa soluzione che, dice Enrico, ci farà risparmiare tempo, ma mi adatto, tanto più che devo rifornire la moto entro una trentina di chilometri.
Distributore, rifornimento e mentre stiamo per partire Enrico se ne esce con un “vogliamo uscire e passare da Tolfa?”.
Perfetto, qualche chilometro e siamo fuori, solo che così invece di risparmiare tempo, allunghiamo. Poco male, la strada, pur conosciutissima, è sicuramente meglio dell’autostrada ed è sempre piacevole; a quell’ora possiamo farci una passeggiata solitaria, solo noi e le nostre moto.
Passiamo Tolfa e giù, per la pianura solcata da quel divertente e veloce toboga che ci porta a Manziana. Vejano ed in breve siamo sulla Cassia, a Vetralla dove il capofila Enrico imbocca nuovamente l’autostrada o, meglio, la superstrada per Orte.
Ancora una volta, e la mia posizione in coda al gruppo non è casuale, seguo senza discutere; ma se pur breve, il tratto è un soffrire anche perchè usciti di nuovo sulla Cassia siamo in un bel traffico!
Arriviamo al lago di Bolsena, costeggiamo le sue acque tramite una stradina proprio a stretto contatto con la riva, poi la Maremmana che ci porta a Piansano ed infine a Pitigliano. Facciamo la spesa alla Coop, poi Enrico ci guida per una bella stradina che attraversa un vigneto che si estende a perdita d’occhio; la strada è stretta, in alcuni tratti non asfaltata ed è immersa nel verde, panorami che appagano la vista e lo spirito.
In breve arriviamo a casa di Enrico, sistemiamo le moto, scarichiamo i pochi bagagli e la spesa e siamo dentro.
Subito Enrico si occupa del camino, mentre il Mister lava, affetta, apparecchia… e io? io non faccio uncà, una volta tanto mi lascio andare su un divano senza muovere un dito.
Il fuoco richiede tempo per formare la brace, tempo che noi impieghiamo seduti attorno ad un tavolo all’aperto, sotto la veranda, a bere vino rosso e smangiucchiare formaggio squisito, ovviamente a corredo delle nostre chiacchiere e cazzate varie.
Non riesco a non pensare agli amici che, ancora una volta e per vari motivi, non hanno potuto partecipare alla gita. Per me è sempre un dispiacere…
La serata se ne va fra cibo, vino e chiacchiere, fino al momento di andare a dormire.
La mattina dopo ci svegliamo di buon’ora, sistemiamo, ci prepariamo ed infine partiamo, direzione Monte Amiata; Enrico ci guida in un percorso fuoristrada, divertente, non impegnativo. Poi si riprende l’asfalto ed in breve si giunge sull’Amiata. Foto di rito, incontro e chiacchiere con un gruppetto di motociclisti di Bologna. Ci rimettiamo in sella, scendiamo a valle ed arriviamo a Piansano. Parcheggiamo le moto, ci incamminiamo alla ricerca di un luogo dove consumare uno spuntino, ma le diverse abitudini motociclistiche di Enrico ci fanno entrare in una trattoria dove siamo costretti a mangiare con i piedi sotto al tavolo; secondo me, mia personalissima opinione, una perdita di tempo inutile e controproducente. Infatti, per quanto svelti possano essere in cucina, se ne vanno più di due ore ed al momento di rimetterci in sella arriva ancora la proposta di prendere l’autostrada “tanto oramai…”.
Mi dissocio, nonostante l’idea della gita sia stata mia, con conseguente preparazione dei percorsi e del resto, mi sono sottomesso (letteralmente) alle proposte di chi era stato invitato. Pazienza, per amicizia si fa anche questo ma giuro che per me è l’ultima volta. Il lavoro e gli impegni mi lasciano poco, pochissimo tempo a mia disposizione e le gite in moto mi debbono restituire una soddisfazione almeno pari all’impegno che ci metto nel preparale.
Questa volta è andata così, mi resta il godimento della compagnia, ovviamente, alcune belle ma poche strade percorse, il divertimento in fuoristrada.
Ma io ed i Babbaluci siamo abituati a ben altro!
Alla prossima, e sarà come deve essere! 🙂