Un venerdì qualunque…
Con Murdok ci eravamo scambiati un messaggio via WhatsApp un paio di giorni fa: “io venerdì sono libero, te che fai?”.
La risposta arriva il giorno dopo: “per venerdì ok”.
Appuntamento alle otto all’area di servizio sulla Roma – L’Aquila. Puntuali, anzi, come nostro solito alle sette e mezza siamo già lì…
Colazione, rapida, un messaggio sibillino a MrSergio ma non sorte nessun effetto, solo un “magara” al nostro invito a raggiungerci.
Partiamo, con calma percorriamo i pochi chilometri che ci portano all’uscita di Vicovaro.
Non abbiamo una meta precisa, Murdock deve rientrare presto nel pomeriggio, verso le cinque, cinque e mezza, così navighiamo a vista.
Vicovaro, dunque, poi Arsoli, Carsoli e via dicendo fino a Tagliacozzo; poi Magliano dei Marsi, il nostro bar abituale.
Un paio di foto, due chiacchiere e si riparte: Massa d’Albe, Forme e poi la splendida strada per Ovindoli, raggiunta e passata la quale ci immettiamo sulla strada che conduce a Secinaro.
Siamo nel cuore del parco del Velino Sirente, paesaggio mozzafiato!
Ci fermiamo per un paio di foto e per assimilare profumi e paesaggio; certo che non fa affatto caldo, anzi!
Secinaro, la logica dice di proseguire per Castelvecchio, per poi scendere per le Gole di San Venanzo.
Ma la strada è chiusa, all’incrocio. Sia mai che ci facciamo scoraggiare e dunque proseguiamo, seguiti da un motociclista solitario. Ma questa volta non c’è nulla da fare, proprio non si passa: camion e ruspe sono ai bordi di una specie di voragine che prende tutta la larghezza della strada. Dietrofront!
Solo un chilometro per ritornare all’incrocio dove, dopo una rapida consultazione, decidiamo di non ripercorrere la strada già fatta e dunque saliamo per la SR261: Molina Aterno, Acciano, Fontecchio e poi la periferia dell’Aquila.
Il tutto a velocità moderata, per godere il scioltezza il piacere della guida e della vista su panorami austeri e spettacolari.
Attraversiamo L’Aquila, una stretta al cuore! Ferite ancora aperte, chissà quando e se si saneranno…
Usciamo dal centro per immetterci sulla SS17Ovest. Dopo pochi chilometri il caos è oramai alle spalle, cominciamo ad apprezzare le considerevoli doti di questa strada: fondo perfetto, tracciato che sembra una pista, veloce, velocissimo; è veramente pericoloso farsi prendere la mano, ma noi pur concedendoci il giusto divertimento siamo sempre prudenti.
Sella di Corno rappresenta l’apice di questa goduria, ma non la fine perchè la seconda parte del tracciato, verso Antrodoco, produce altrettanta adrenalina.
Da Antrodoco si procede sulla SS4, fino alle porte di Rieti; prendiamo una strada a noi nota, montana, solitaria, deserta, curve a non finire. Longone Sabino, sono le dodici e mezza, non ci siamo mai fermati, rifornimento senza scendere dalla moto, unica sosta la mattina poco prima delle nove a Magliano dei Marsi… non è che sentiamo i morsi della fame, ma data l’ora non ci dispiacerebbe assaggiare qualcosa.
La mia idea è di andare verso il Turano, la strada ci consente questa possibilità, ma non seguiamo la via più facile, scontata. Lasciamo la strada principale, in questo punto di per se già stretta ed alquanto sconnessa.
Viottolo, sterrato, poi fuoristrada vero, con pietrisco e canaloni, il paradiso: una veduta sul lago, dall’alto, che ci consente di ammirarlo nella sua interezza. Ora si scende, ci infiliamo in una macchia folta e sempre più stretta.
Arriviamo a Castel di Tora da una direzione alquanto insolita, dopo un giretto nelle strette vie del paese arriviamo al ponte ma invece di percorrerlo ci inerpichiamo su una corta ma ripidissima salita.
MrSergio mi aveva parlato un ristorantino che aveva visitato la scorsa settimana e vogliamo provare: aveva ragione, molto babbaluco il posto, il cibo, il conto!
Molto soddisfatti, ci godiamo la vista del lago da sotto la fresca pergola, una siesta non molto lunga ma appagante, poi si riparte.
Passiamo, ora si, il ponte; Posticciola, il bivio di Rocca Sinibalda, senza indugi verso Monteleone e poi Salaria.
Pochi chilometri, quanti bastano per farci maledire un paio di automobilisti imbecilli contromano, addirittura un sorpasso in terza fila e prima di una curva… ‘cciloro!
Arrivati a Passo Corese non abbiamo dubbi: pochi chilometri di autostrada ci porteranno al raccordo, dove le nostre strade si divideranno.
Lisciamo la stazione di servizio dove avremmo potuto salutarci… ci facciamo segno che ci telefoneremo.
Arrivo a casa, il parziale segna 520km, freghete lupè! Nonostante i chilometri percorsi abbiamo anche rispettato l’orario di rientro.
Anzi, come da cultura Babbaluca, siamo naturalmente in anticipo!
Tutto questo è stato il nostro venerdì qualunque, dove avremmo dovuto essere impegnati in tutt’altre attività.
E’ stato quasi come nei Giorni del Porcoddue: lontano dalla routine, dai pensieri, da tutto ciò che è fastidioso. Abbiamo spezzato la spirale, ancora una volta, e siamo felici.
Quanto poco ci vuole per stare bene: un amico, vero, come lo sono tutti i Babbaluci, la moto sotto al culo e la strada davanti… Null’altro!
Grazie, Jean, per questa splendida giornata.
Un abbraccio fraterno in attesa di incontrarci di nuovo.
Alla prossima, magari con tutti gli altri Amici!