Ancora una volta l’appuntamento è all’area di servizio Ardeatina, ore otto e trenta, ma a quell’ora siamo già in cammino verso l’autostrada per L’Aquila.
Essere in ritardo per molti, moltissimi, è normale; in orario è da pochi o fatto casuale. Noi siamo sempre in anticipo, sistematicamente, perchè la frenesia di andare è una molla potente, ancora oggi dopo tanti anni.
Dunque, rifornimento e si parte.
Raccordo e quel poco di autostrada a ritmo allegro – vivace. Sul GRA le auto non sono poche, la cosa migliora ma non troppo sulla Roma – L’Aquila. Fortuna, come detto, solo pochi chilometri e poi usciamo a Vicovaro – Mandela per dirigerci all’usuale bar per la prima colazione.
Nel bar ho un deja-vu: clienti e baristi che invece di parlare, urlano. Il Mr si adegua e comincia ad urlare… ho vissuto questa stessa scena in Corsica, tanti anni fa!!!
Ci attardiamo, come al solito, in chiacchiere e cazzeggio, abbiamo tempo a sufficienza; siamo fuori del bar, fa freddino… constatazione che non ci impedisce di rimetterci in marcia.
L’obiettivo, oggi, è di andare a fotografare dei ragni che in questo stesso periodo trovammo a centinaia lungo la strada, ognuno con la propria ragnatela. Fu uno spettacolo emozionante, imprevisto; notai le ragnatele perchè percorrendo quel tratto di strada con il sole contro, le stesse formavano una sorta di merletto adagiato sui cespugli.
Purtroppo, nonostante fossimo nello stesso mese e nello stesso giorno della volta precedente, il fenomeno non si ripete.
Percorriamo questo tratto di strada a passo d’uomo – o duomo, perchè anche nel duomo si cammina piano- fino ad arrivare al primo abitato. C’è un mercatino, ci fermiamo per una seconda colazione e poi ci facciamo un giro per le bancarelle.
Solita mercanzia, con qualche eccezione: patate enormi e un tizio che vende coltelli artigianali.
Ci rimettiamo in marcia, la temperatura è salita, di poco ma ora si sta bene.
Proseguiamo lungo la statale, oramai scansata dal traffico veloce che preferisce la superstrada. Sora, giretto per la città, rapido consulto e decidiamo di salire a Guarcino, che attraversiamo lentamente dato che nulla ci attrae tanto da richiedere una sosta. Il percorso da bello diventa superlativo, la strada tuttecurve ci porta fino a Subiaco, facciamo il giro del centro un paio di volte in cerca di un ristoro adeguato; nulla.
Uscendo dal paese ci imbattiamo in un locale pizzeria-trattoria-bar-pub. Invitante, ci fermiamo ed entriamo. Siamo fortunati, ad un costo irrisorio ci sbafiamo una ricca carbonara con i porcini, un piatto di patate arrosto ed una cicoria ripassata, con bruschetta. Acqua minerale, caffè e si riparte.
Ora non c’è molta storia, stancamente ci portiamo sulla Tiburtina e poi di nuovo sull’autostrada.
Si sta bene, temperatura ideale; panza, tutto sommato, se non piena almeno soddisfatta. Ad una velocità abbondantemente sotto i limiti di legge arriviamo al casello, ci salutiamo per poi immetterci nel solito delirio del GRA, dove abbiamo anche una conferma: “quando l’uomo con l’automobile incontra l’uomo con il camion della nettezza urbana, l’uomo con l’automobile è un uomo morto! O gravemente ferito…”
Arrivare a casa è come per gli asini percorrere la strada per la stalla, quasi ad occhi chiusi.
Sono al box, prima di spegnere la moto uno sguardo al trip: 530 km, niente male per una passeggiata!
Ringrazio l’amico fratello omonimo MrSergio, compagno fedele e motociclista di provata affidabilità. Certe uscite sono memorabili grazie a compagni come lui.
Ci siamo lasciati con un obiettivo: a Novembre sarà tempo di una due giorni e, visto il periodo, saranno sicuramente i giorni del porcoddue!
Amici tutti, state alleprati!!!