28 aprile 2012 – Maratona

Aprile, il primo quadrimestre dell’anno si concude con una uscita strepitosa per paesaggi e percorso.
Si conclude facendo anche registrare un punteggio chilometrico di tutto rispetto sia per la gita in questione che per l’intero periodo; questo oltre a testimonianza di una passione mai sopita è anche un presagio di cosa sarà il resto del 2012 motociclisticamente parlando. Ovviamente da un punto di vista pratico è stato anche un buon allenamento.
Purtoppo ci sono state delle defezioni sullo già sparuto gruppo che doveva partecipare: Freeblue impegnato e MrSergio alle prese con una influenza.
Ci siamo così ritrovati ad incontrarci la mattina alle settemenodieci io, Ulysse, e Murdok il quale però aveva ricevuto notizia da Dennykey che sarebbe stato alle 7:30 all’area di servizio sulla A24 mentre io non avevo ancora conferma della partecipazione di Dragokappa.
Alle 7:10, in ovvio anticipo in quanto sapevamo essere soli e dunque non vincolati da appuntamenti, io e Murdok siamo all’area di servizio concordata.
Mentre aspettiamo Denny invio sms a Drago, nessuna risposta in quei minuti di attesa; si fanno le 7:35, Denny non si vede, ci infiliamo i caschi, saliamo in sella e proprio mentre stiamo partendo vedo nel retrovisore una moto entrare nel piazzale una moto: è Denny. Senza perder tempo partiamo, che la strada da percorrere è tanta.
Si fa dunque un pò di autostrada, solo una ventina di chilometri per arrivare a Mandela; da qui a Magliano de Marsi percorriamo la Tiburtina Valeria, pressochè deserta.
Strada asciutta, buon fondo stradale, voglia di andare ed in breve siamo a Magliano; colazione al nostro solito bar e nel mentre arriva la telefonata di Drago il quale ci informa che è in viaggio. Ci diamo appuntamento sotto Opi, sulla Marsicana; noi ci arriviamo facendo altri 17 km di autostrada, per evitare soprattutto Avezzano. A Pescina invece di percorrere la solita strada per il Passo del Diavolo prndiamo una strada alternativa; insieme non l’abbiamo mai fatta e via etere ho modo di constatare tutto l’apprezzamento di Murdok. Opi, siamo 10 minuti in anticipo sull’appuntamento telefonico con Drago; ci fermiamo e mentre Murdok si denuda, eliminando strati alla sua tenuta in quanto fa già molto caldo, ecco la telefonata del Dragone che ci informa essere dalle parti di Pescina. Bene, alora ci vediamo ad Alfedena, e ci rimettiamo in marcia.
Inutile aspettare li fermi; facciamo strada noi e lui, andando un pò meno allegri noi ed un pò più lui e così non si perde tempo infatti ad Alfedena non appena finito di effettuare il rifornimento eccotelo che sbuca dalla curva. Saluti e si riparte.
Quattro chilometri di strada dissestata ci portano ad imboccare un percorso invece pulito e scorrevole; un paio di cavalli dietro una curva, in mezzo alla strada, uno dei quali molla un calcione in faccia all’altro sono l’imprevisto quotidiano…
Senza sosta maciniamo i chilometri, su un tracciato divertente, semi deserto ed immersi in una natura rigogliosa e non per niente degradata. Ben presto ci troviamo però ad affrontare un’altra realtà: l’attraversamento di Isernia è snervante, fra auto, caos e caldo ma ben presto ne siamo fuori, ancora una volta fra il verde delle colline e l’azzurro intenso e luminoso del cielo, colori che contrastano e mettono in risalto il nastro di asfalto scurissimo che sale in un susseguirsi di curve da pelle d’oca.
Ancora nessuna sosta, si prosegue fino ad arrivare al bivio impostato come destinazione; qui prenderemo la decisione su quale dei due percorsi centrali preventivati sarà quello che ci porterà ad agganciare il percorso di ritorno.
Sono le 13:30, siamo fermi davanti ad una specie di osteria/bar e, nonostante Denny dia inizio alla sua opera di convincimento indicandoci cartelli di agriturismo e trattorie non ci facciamo convincere: parcheggio definitivo e poco dopo ordiniamo affettati, porchetta, formaggio e pane e via così. Mentre consumiamo il pasto, saporito e genuino, decidiamo di prendere il percorso alternativo che consiste in un taglio di 90 km all’altro, necessità dettata da due fattori: la moto di Denny non va benissimo, la lunga inattività ha fatto si che si imbrattasse, che si formasse acqua nel serbatoio e la stessa inattività determina anche il secondo fattore, ovvero la non perfetta forma del pilota.
In verità questo percorso non è che sia più rilassante dell’altro e presenta un tratto di strada pieno di buche e crepe però essendo più corto abbrevierà le sofferenze 🙂
Ci rimettiamo in marcia e non ci fermiano se non una volta che abbiamo raggiunto la Frentana attraverso un paesaggio antico fatto di strade lungo le quali incontrare una casa è un evento raro; colline, le creste dei monti Frentani, boschi… un incanto.
Al bivio sulla Frentana prendiamo il senso opposto al nostro itinerario di rientro, a poco più di un chilometro c’è la fonte *Murdok* e non possiamo perdere l’occasione di abbeverarci e rilassarci qualche minuto.
Si riparte, scendiamo dal vcalico della Forchetta e saliamo poi su strada conosciuta, per andare a vedere il posto che con tutta probabilità ospiterà il nostro campo ad Agosto. Questa volta effettuo una ricognizione approfondita, trovando e verificando il passaggio per le moto fra la vegetazione; posto ottimo!
Ci rimetiamo in marcia, pochi km per arrivare in paese e fare una sosta caffè proposta ed offerta da Drago; ne approfittiamo per fare rifornimento e dopo qualche minuto di relax ripartiamo; in breve raggiungiamo le porte di Sulmona e Danilo ci lascia, aveva già deciso di rientrare via autostrada. Noi, non ancora sazi, saliamo per la Gola di San Venanzio, Castelvecchio e poi verso Ovindoli per poi ridiscendere fino a Celano; lungo tratto di strada che pur attraversando provincie ed aree geografiche diverse mantiene però le stesse caratteristiche: asfalto ottimo, curve a non finire, paesaggi incantevoli e natura incontaminata.
A Celano riprendiamo contatto con la realtà, ci infiliamo in autostrada e percorriamo in tutta tranquillità l’ultimo tratto di strada che ci porterà a casa.

Giornata da incorniciare ed un nuovo, entusiasmante capitolo del libro dei Babbaluci.
Alla prossima, Babbaluci!