Ci eravamo visti la sera prima di questa uscita, il venerdì, per una cenetta alla taverna.
Mancava Freeblue, rimasto intrappolato all’ultimo momento, mentre erano presenti Dennykey, che però non avrebbe partecipato all’uscita, Murdok, MrSergio ed io, Ulysse. Ceniamo leggeri, solo bruschetta, Amatriciana, verdure, acqua e qualche birra e poi andiamo a far visita a Freeblue, ancora al lavoro; fra l’altro mi doveva dare le pastiglie dei freni, che aveva acquistato nel pomeriggio… Purtroppo quando ci vediamo si palesa anche la possibilità che per lui salti l’uscita, mentre al contrario e per nostro gaudio si era aggiunto Dragokappa.
Ci lasciamo con questa incognita, ognuno torna alla propria casetta ed io, prima di andare a nanna, effettuo la sostituzione delle pastiglie.
Poche ore di sonno, l’appuntamento è per le 7:30 al Colle Tasso Sud, sulla A24 e dunque alle 6 sono già vestito e pronto ad uscire dal garage.
Arriviamo tutti puntuali, Freeblue non c’è; sms, chiedo se lo hanno liberato e lui risponde che si fa un altro pò di sonno e poi ci raggiunge *al punto 16*, che sarebbe il way point di Pratola Peligna sul nosto percorso. Partiamo, facciamo la A24 fino a Magliano de Marsi a velocità da codice, anzi anche una decina di km orari in meno ma Drago ad un certo punto spara una manata di gas e sparisce all’orizzonte!!!
Ci fermiamo al solito bar, Drago offre il caffè, Murdok monta la sua Go Pro sul casco, rabbocco di carburante ma non per tutti e si riparte. Attraversiamo Avezzano, diretti verso Pescina e poi saliamo decisi a Collarmele per farci una tirata fino a Castelvecchio… Che strada! Facciamo un paio di foto e ripartiamo, scendendo per la Gola di San Venanzio; altra goduria, la bellezza del posto si unisce alla bellezza del percorso, che si snoda nella gola su un asfalto perfetto.
Arriviamo al fatidico *punto 16*, l’incrocio per Pratola Peligna; appena fermi telefono a Freeblue che risponde dal suo interfono: “sono a 10 minuti dal punto…” Ottimo! Noi siamo arrivati con una decina di minuti di anticipo sulla nostra tabella di marcia e dunque lui è in perfetto orario; si è fatto tutta autostrada fino, appunto, all’uscita di Pratola Pelinga-Sulmona… eccolo! Saluti, gli diamo dieci minuti di respiro e poi partiamo.
Ci aspetta un tratto di strada tranquillo, una decina di km per passare Sulmona, senza entrare in centro, ed iniziare a salire verso Pacentro.
Ora si ricomincia a godere; la salita verso Pacentro è uno spettacolo, un percorso appagante fatto di curve e tornanti in un panorama veramente suggestivo; trotterelliamo, per godere anche dell’ambiente. Siamo nel Parco della Maiella, spettacolare; le strade sono pulite ma c’è ancora molta neve nei campi e sulle montagne. Drago e Murdok, che sono andati avanti, non si vedono; noi ci fermiamo a fare rifornimento presso un distributore, il primo che vediamo da quando abbiamo iniziato a salire verso Pacentro e l’unico che vedremo fino al completamento del giro del Parco.
I due non arrivano, dopo un paio di tentativi al telefono ci chiamano loro… Monelli! Avevano imboccato a destra ad un bivio dove bisognava invece andare a sinistra. Poco male, hanno tirato dritto per le gallerie ed hanno recuperato, arrivando al distributore dopo una 15ina di minuti.
Rabbocco anche per loro e si parte, nuovamente. Drago dovrebbe essere a casa alle 14, potrebbe dunque prendere l’A24 a Scafa ma non ci pensa per niente! “Mi faccio un altro pò di km con voi” aveva detto e quel pò di km diventano l’intero tragitto fino a Passo Lanciano, dove arriviamo con una mezz’ora di anticipo sul previsto; Drago non si ferma a mangiare un panino con noi, è già in ritardo e dopo i saluti di commiato scappa verso casa.
Noi parcheggiamo le moto davanti ad un bar-tavola calda, una baita in legno; c’è molta neve, gli impianti di risalita girano senza sosta e vediamo sciatori andare su e giù per le piste, con sci e snow board. C’è anche un sole caldissimo, la giornata è veramente bella e noi ci sediamo ad un tavolo all’aperto, in pieno sole. Consumiamo patatine, pizza con salsicce e formaggio, qualche coca cola, acqua, quattro caffè e dopo aver saldato il salatissimo conto di ben 7 euri e mezzo a testa, con molta calma, risaliamo in moto per iniziare il tragitto di ritorno.
Freeblue alla guida del drappello; scendiamo decisi dal passo e ci dirigiamo verso Fara San Martino costeggiando tutto il Parco. I panorami sono di rara bellezza, l’aria è pulita e fa caldo anche in moto! L’asfalto è sempre buono ma in alcuni tratti un pò scivoloso, il che rende anche divertente la guida, che comunque è attenta e nei limiti della prudenza. Le curve non finiscono mai, alternandosi ai tornanti e così ne maciniamo a ripetizione; senza sosta attraversiamo tutti i paesini che incontriamo, inclusa la bella Fara San Martino, con lo stabilimento De Cecco in invidiabile posizione ai piedi della Maiella.
Si prosegue, ancora curve su curve e finalmente ci immettiamo sulla Frentana, che seguiamo prendendo la direzione di Roccaraso; non che la Frentana si aprive di curve, tutt’altro! Dopo aver passato Lama dei Peligni, Taranta Peligna e Palena comunico via radio a Freeblue, sempre in testa, di fare attenzione alla fonte vicino alla casa cantoniera che incontreremo prima di Quarto Santa Chiara; ci arriviamo e facciamo sosta, abbeverandoci come cavalli… Murdok si inzuppa ben bene, le cazzate volano a raffica e facciamo gli imbecilli giocando con il potente getto d’acqua gelata. Questa sosta ci voleva, abbiamo oramai tanti km sulle spalle e tanta sella sotto le chiappe; ci ristoriamo, dunque, e belli freschi ripartiamo per affrontare il resto del percorso; la salita a Campo di Giove è divertente ed anche qui siamo immersi nel verde, in un panorama dal sapore antico: le rare case rurali, le cascine, la ferrovia a fondo valle, con i suoi ponti in mattoni… Sempre via radio, che per la loro utilità non finiremo di ringraziare, decidiamo di approfittare dell’occasione per individuare un posto dove piantare le tende ad Agosto, per il consueto GP -non è un gran premio- dei Babbaluci. Lo troviamo: posto da favola, bel prato che sembra anche liscio, alberi e cespugli disposti a raggiera. Fissiamo il punto nei navigatori e ripartiamo.Nessuna ulteriore sosta se non al Passo di Olmo di Bobbio, dopo aver passato Sulmona, Brugnara, Anversa degli Abruzzi, Cocullo; altra bella scorpacciata di curve e tornati, dunque. Due foto in cima al passo e risaliamo in moto; dopo la galleria si scende, sempre su strada priva di rettilinei, a Pescina; ora è MrSergio in testa e non ha nessuna esitazione, nessuna ulteriore sosta prima di imboccare il casello per l’ultimo tratto verso Roma.
La sosta, per berci una bottiglia di acqua e per i saluti, la facciamo all’area di servizio Civita Nord.
Bellissima giornata, gita perfetta sotto tutti i punti di vista. Luoghi incantevoli, percorso faticoso ma altamente appagante, che fra mille curve e tornanti si è snodato in una natura incontaminata e superba, a tratti severa come è caratteristica dell’Abruzzo. Abbiamo anche incontrato un buon numero di valichi: Forca Caruso, Passo San Leonardo, Passo Lanciano, Valico della Forchetta e Passo di Olmo dei Bobbi. Memorabile anche la discesa nella Gola di San Venanzio ma ciò che più ha reso felici è stata la giornata in compagnia ed amicizia, bene sempre più prezioso da conservare con la massima cura.
All’arrivo totalizzo 616 km; tolti quelli necessari per arrivare all’appuntamento del mattino e quelli per il rientro, abbiamo percorso insieme 507 km. Non pochi, visto che siamo ancora a Marzo! Queste gite si possono fare essendo consapevoli che non è necessario andare veloci ma mantenere il passo, un ritmo sicuramente serrato e costante ma senza esagerare in velocità di punta. Le soste le abbiamo fatte eccome ma avendo il riferimento costante della tabella di marcia abbiamo potuto tenere sempre sotto controllo la situazione. Partiti più o meno puntuali siamo sempre arrivati con un pò di anticipo ai vari *controlli orari*, il che ci ha consentito di divertirci senza accusare un esagerato affaticamento, senza dover arrivare tardi a casa.
Ovviamente il merito è tutto degli amici del gruppo, che oramai sono delle istituzioni nel campo del mototurismo veloce; i ragazzi stanno rapidamente accumulando esperienza ed io non riesco più a pensare ad un giro senza di loro. Complimenti!
Grazie a tutti, a chi ha partecipato, a chi si è fatto rimpiangere per non essere stato presente.
Per tutti: alla prossima, Babbaluci!