La giornata odierna prevede una escursione ai Giardini di Ninfa ed annesse rovine.
Le previsioni meteo dicevano, in settimana, che questo sabato avremmo avuto una bella giornata di sole; la mattina presto, intorno alle 7e30, mentre precorrevo l’Aurelia per andare all’appuntamento con MrSergio e Dragokappa il sole sembrava essere solo un lontano ricordo estivo.
Arrivo a Genzano poco prima delle 8e30 ed appena tolto casco e sottocasco le rasoiate del venticello leggero ma gelido si fanno subito sentire; però il preannunciato sole non manca l’appuntamento, ora che sta salendo in cielo nebbie e foschie si diradano lasciando intravedere un bell’azzurro limpido e luminoso.
Poco dopo arriva MrSergio e dato che siamo infreddoliti ci rifugiamo nel bar in attesa dell’arrivo di Dragokappa; in verità dovrebbe arrivare anche Poldo ma avevo provato a chiamarlo poco prima dell’arrivo di MrSergio e non rispondeva.
Drago invece arriva, entra direttamente nel bar, consumiamo la colazione e ci perdiamo in qualche chiacchiera proprio nell’attesa di Poldo. Dovremmo ripartire da Genzano alle 9, provo a chiamare ancora un paio di volte poi, pensandolo sprofondato in un sonno profondo nel profondo del letto, alle 9e30 ce ne andiamo.
La strada scorre tranquilla sotto le ruote, le curve sono piacevoli e dato che stiamo guidando veramente piano possiamo goderci il panorama in tutta tranquillità. Passiamo Velletri e percorrendo l’Appia ci troviamo a lambire la periferia di Cisterna di Latina; ancora Appia, l’inizio del lungo rettilineo che porta a Terracina ma lo percorriamo solo per poco, deviando poi sulla Ninfina.
Strada stretta ma piacevole; il sole ha veramente deciso di mostrare i muscoli ed invade prepotentemente la scena; arriviamo ai giardini ma non possiamo entrare in quanto la stagionalità ne prevede la chiusura.
Mentre decidiamo il da farsi vedo un messaggio di Poldo e lo chiamo: non risponde ma questa volta, poco dopo, richiama lui. E’ in viaggio, si è svegliato tardi ed avendo lisciato l’appuntamento sta andando direttamente a Terracina: ci vediamo li alle 12, dice.
Intanto noi saliamo a Norma, facendo danzare le moto sulla sinuosa pista di asfalto; qualche bel tornante interrompe la serie di cure, di tanto in tanto, facendoci guadagnare rapidamente in altitudine. Arriviamo ad un belvedere, ci fermiamo e fotografiamo la pianura sottostante, il Circeo che si staglia all’orizzonte in una perfetta silouette in controluce; fotografiamo anche i Giardini e la Torre sullo specchio d’acqua, è proprio un bel vedere!
Non ci fermiamo molto, dopo aver scattato qualche foto ed aver scambiato due chiacchiere siamo di nuovo in sella per ridiscendere il tratto di strada appena percorso. Rapidamente siamo di nuovo ai Giardini e questa volta accostiamo le moto nel punto più vicino per prendere qualche altro scatto interessante.
E’ ora, si riparte; la noiosa ed inevitabile fettuccia ci porta a Terracina, femiamo le moto nell’abituale punto di incontro ma Poldo non si vede. Scendiamo, togliamo i caschi ed anceh le giacche perchè ora fa veramente caldo, l’orologio segna le 12e4 minuti.
Chiamiamo Poldo, niente! Chiamiamo ancora Poldo, niente. Chiama Poldo, ci dice che è fermo ad un bar d’angolo, verso il porto… facile, no?! Ci saranno 50 bar d’angolo in 50 strade diverse, ne esploriamo alcune e poi decido che è meglio fermarsi, sarà lui a passare davanti a noi e così è, ma oramai sono passate le 13.
Si fa il punto su dove andare a rifocillarci e Poldo propone un posto in un punto non meglio precisato, che lui dice essre Sperlonga. Bene, da qui sono solo 18 km e ci arriveremo in poco tempo, ma da indagini più approfondite scopro che si tratta di Serapo… e no, sono una quarantina di km, meglio fermarsi a Sperlonga e così facciamo. Saliamo in paese, lo scenario dalle terrazze a picco sul mare è grandioso, si vedono tutte le isole Pontine. Facciamo due passi nelle viuzze del paesino per trovare il posto: una trattoria con menù invitanti e tutto sommato economici; ci apparecchiamo un tavolo fuori, fa molto caldo e si sta bene e siamo pure riparati dal vento.
Mangiamo, con tutta tranquillità, forse anche troppa ma Poldo è un fiume in piena ed arrestare le badilate di parole e discorsi è difficile.
Alla fine si riparte, torniamo verso Terracina, poi il rettilineo che percorriamo però solo per un tratto: ecco la deviazione per Priverno, finalmente. La strada si fa interessante, più passano i km più aumentano le curve, fino ad imboccare in modo definitivo la Carpinetana. Non è presto come avrei voluto, ma c’è ancora luce ed il fondo è buono anche se in certi punti in ombra c’è umido ma non lo avverto particolarmente scivoloso. I motori, fino ad allora impegnati in un sommesso borbottio, alzano la voce e si fanno sentire. la strada è deserta, arriviamo a Carpineto e poi a Colleferro in un baleno…
Facco cenno a Poldo di passare avanti, oramai riconosce la strada di casa come i somarelli quella della stalla e non c’è periocolo di trovarci fuori rotta. Imboccata la via Latina Poldo entra nel piazzale di un bar in modo veramente improvviso, costringendoci ad una manovra non azzardata ma che sarebbe stato meglio evitare. Caffè! Cappuccino per i meno viziati…
Saluti, oramai siamo alle porte di casa -si fa per dire- e dopo non molto mi trovo da solo nel delirio del Grande Raccordo Anulare; ancora una cinquantina di km e sarò a casa anche io.
La giornata è stata stupenda, sia per il meteo più che favolrevole, sia per la gita molto divertente; alla fine, da raccordo al raccordo, ho totalizzato 290 km, che di questa stagione sono di tutto rispetto.
Alla prossima, Babbaluci!