Febbraio, seconda due giorni in moto dell’anno.
Appuntamento presso un’area di servizio sull’autostrada per Civitavecchia e, come sempre, arriviamo prima del previsto… colazione, due chiacchiere e si parte.
Il meteo sembra essere benevolo, la temperatura è decisamente più dolce rispetto alla precedente uscita, caratterizzata da panorami e strade innevate.
Autostrada, Aurelia fino a Montalto di Castro dove imbocchiamo la Castrense percorrendola fino a poco prima di Canino, per deviare poi sulla provinciale.
Un saliscendi continuo, un susseguirsi ininterrotto di curve ci portano ad attraversare la Maremma nella direzione Sud-Nord, fra colline e vallate, frazioni, fattorie, distese di campi coltivati e non, fino alle porte di Grosseto.
Un complicato sistema di rampe ed innesti sull’Aurelia ci fa perdere un pò di tempo, questi nuovi svincoli sono veramente un delirio e ce ne rendiamo conto anche al ritorno, quando da Tarquinia cerchiamo di prendere nuovamente l’Aurelia!
Comunque, dopo una sosta piacevolissima ad un bar dove consumiamo il consueto trancetto di pizza di metà mattina, come due diligenti scolaretti durante la ricreazione, ci rimettiamo in marcia; una manciata di chilometri di Aurelia e deviamo nuovamente verso l’interno. Ora si sale, non molto ovviamente, ma quel tanto da poter godere di due splendidi regali: curve a non finire ed un panorama mozzafiato verso il mare. Dall’alto, grazie ad una visibilità estrema, possiamo ammirare il promontorio dell’Argentario e le isole del Giglio e Giannutri, immerse nell’azzurro intenso del mare e contornate da una nebbiolina bassa sull’acqua che dona al tutto uno scenario da fiaba.
Dopo la necessaria e meritata contemplazione riprendiamo la marcia, sempre curve, a tratti immersi nei boschi, attraversando paesini minuscoli fino a lambire l’Abbazia di San Galgano. Tiriamo dritto, passata Massa Marittima proseguiamo ancora verso Nord, Monterotondo Marittimo, il Lago Boracifero, Monteverdi Marittimo… è tutto marittimo qui, a testimonianza e conferma che comunque il nostro itinerario ci sta portando verso il mare.
Ancora una serie di curve per tutti i gusti, siamo a Castagneto Carducci e la memoria va al Poeta. Bolgheri è la degna e logica conclusione di questa serie; entriamo nel borgo in punta di piedi, facendo un largo giro per poi parcheggiare le moto a ridosso della torre.
Una invitante Osteria, dove fra l’altro siamo gli unici avventori, ci offre quel misero desinare da poveri pellegrini: bruschette con pomodoro, affettati, formaggi o, viste le risicate porzioni, la puzza dei medesimi; tutto buonissimo, comunque, eccellente direi.
Un caffè al banco, due chiacchiere con la simpatica ostessa e si riparte.
Usciti dal borgo, dopo l’arco, ci aspetta il Viale dei Cipressi e nella mente prendono corpo i versi con i quali Giosuè Carducci descrisse proprio questo luogo, rimasto inalterato nel tempo:
I cipressi che a Bolgheri alti e schietti
van da San Guido in duplice filar,
quasi in corsa giganti giovinetti
mi balzarono incontro e mi guardar.
Ci fermiamo, due foto, un breve filmato da parte del Mister per documentare il nostro passaggio in questa storica strada e ci incamminiamo a velocità ridotta gustandoci, appunto, il duplice filare di cipressi che ci accompagnano per tutti e quattro i chilometri del viale, fino ad arrivare “davanti San Guido“, che poi è proprio il titolo della poesia.
Riprendiamo il cammino, lungo rettilineo ed un cavalcavia ci riporta sull’Aurelia, direzione Sud ovvero verso la nostra meta: Castiglione della Pescaia. Sosta ad un distributore, pieno e via, in un’oretta di dolce planata siamo a destinazione.
Ora, se fossimo camionisti saremmo già falliti… da dove ci siamo incontrati sarebbero solo centosessanta chilometri per arrivare fin qui, ma noi siamo riusciti a farne quattrocento!
Goduria, voglia di guidare, di vedere, di conoscere; moto che fanno il loro dovere senza tentennamenti, senza intoppi, seguendoci ed appoggiando ogni nostra impresa.
Questo è il piacere di andare in moto.
Alberghetto, con tanto di parcheggio interno protetto da una sbarra, le moto possono riposare tranquille. Signora anziana, simpatica e cordiale, che ci accoglie e sbriga le pratiche della registrazione. Nel mentre arriva la figlia, accompagnata da una manciata di Jack Russel, uno dei quali un cuccioletto tutto pepe.
Prendiamo possesso della stanza, albergo pulitissimo e piacevole. Doccia, due minuti di relax e siamo di nuovo in strada. A piedi ci facciamo un giro al porto, due foto ed infine siamo seduti al tavolo di una trattoria per gustarci una cena di pesce, degna conclusione di una giornata splendida per il clima, i paesaggi, le moto, i percorsi ed anche un pó di storia.
Rientriamo in albergo e crolliamo in un sonno che sarà lungo e profondo, aiutati dalla abbondante cena e dal vinello frizzantino, non molto ma che ha sortito il suo effetto.
E comunque la temperatura confortevole, ottenuta dal Mister tramite spippolamento del calorifero e l’assenza assoluta di ogni rumore, agevolano l’abbraccio avvolgente di Morfeo.
Il risveglio al mattino seguente è dolce, tranquillo… con molta calma ci alterniamo in bagno, facciamo i bagagli, scendiamo, regoliamo i conti, stiviamo le due borse e siamo di nuovo in sella.
Ci regaliamo una visita alla Casa Rossa Ximenes, immersa nel parco naturale e veniamo anche salutati da un fagiano ciarliero che svolacchia sopra le nostre teste.
Foto, in sella e ci fermiamo poco dopo ad un bar per la necessaria colazione.
Riprendiamo la strada, percorrendo l’Aurelia per un breve tratto, poi di nuovo il giocoso toboga fatto di curve che aggirano e scavalcano colline, fino ad arrivare ad un punto dove so per certo essere vicino a due luoghi di interesse culinario… uno un pò più distante, in verità, così dopo rapida consultazione optiamo per la più vicina Tuscania e facciamo bene. Alfreda ci accoglie con il solito spartano ma sicuro menù, con tredici euro a testa ci mangiamo una porzione di ombrichelle, una fettina panata il Mister e mezzo polletto io, patate per entrambi, mezzo litro, acqua e via. Due passi, un caffè, di nuovo in moto.
Passaggio davanti alle Sette Cannelle, aggiriamo Tuscania dall’esterno e siamo sulla SP3 che ci porta di nuovo sull’Aurelia.
Sosta presso una stazione di servizio sull’autostrada dove veniamo anche redarguiti da un solerte poliziotto per esserci fermati fuori “dell’apposito stallo”!
Un crimine orribile con le aggravanti che la stazione di servizio era deserta, che eravamo a ridosso del marciapiede e non ostacolavamo nessuno e che, comunque, la loro auto non è che fosse parcheggiata in un modo dissimile alla cazzo di cane.
Pazienza, spero solo che ciò che gli ribolliva dentro non fosse così grave!
Ci salutiamo dandoci ovvio appuntamento alla prossima uscita, dove staremo bene attenti ad aspettarci l’un l’altro parcheggiando a modino negli stalli previsti!
Grazie sempre a Mister Sergio, compagno di merende, ma anche di colazioni, pranzi e cene nonchè di aperitivi e scorribande in moto.