Questa uscita ha avuto un sapore antico, per le modalità con cui si è svolta e per il percorso effettuato.
L’appuntamento è per partire alle 07:00 dalla stazione di servizio sulla Roma – Civitavecchia, che significa vedersi almeno un quarto d’ora prima per avere il tempo di fare rifornimento.
Vento teso, gelido e fastidioso. Fa freddino.
Tutti puntuali, si parte alla svelta per percorrere i circa 70 km di autostrada fino a Montalto di Castro, dopo di che la Castrense ci porta a Canino dove facciamo colazione.
Ci costa 20 minuti sulla tabella di marcia, ho segnato su un nastro applicato sul serbatoio i vari passaggi orari. Colazione pagata da Mr Sergio dato che, sebbene puntuale, è stato l’ultimo ad arrivare all’appuntamento.
Si riparte, senza perdere tempo, velocità sostenuta ma assolutamente con la massima prudenza.
Valentano, Acquapendente e poi Cassia fino a San Quirico d’Orcia, a questo punto sono 179 i km percorsi.
Distributore, ci fermiamo per fare di nuovo il pieno e bene facciamo perchè poi non ne incontreremo più. Avevo notato il top case del Mr che ballonzolava, non faccio in tempo a dirglielo che mio fratello, Marsilio, sta già verificando. Si sono spezzati i bulloni di ancoraggio del supporto al telaio della moto. Problema!
il “simpatico” benzinaio non ha bulloni o altro per poter sistemare il guaio.
Togliamo il baule, smontiamo il portapacchi e, mentre Claudio va a cercare un ferramenta per rifornirsi di dadi, rondelle e bulloni, estraiamo i due moncherini di bulloni dal telaio.
Fortuna che fra me e mio fratello abbiamo una intera officina al seguito, attrezzi selezionati con il tempo e l’esperienza.
Torna Claudio con il necessario, in fretta rimontiamo il tutto e si riparte.
Fra rifornimento e colazione abbiamo accumulato un’ora di ritardo sulla tabella, arriveremo all’oramai prossimo way point alle 10 e 32 anzichè alle 09 e 30 come previsto.
Sant’Angelo in Colle, inizia la seconda delle quattro tratte, ovviamente ci portiamo dietro l’ora di ritardo. Inizia subito il fuoristrada, uno sterratone in discesa che poi fra curve e saliscendi si snoda fra colli e vigneti, Paesaggi spettacolari, percorso niente male, non difficile ma richiede attenzione.
Il ritmo è sostenuto, non eccessivo ma Garibaldino; lunghi tratti fuoristrada si alternano a percorrenze di raccordo su asfalto; fagiani! A dimostrazione che siamo in una zona (le colline del Chianti) poco battuta e soprattutto incontaminata.
Arriviamo alla fine di questa seconda tratta che abbiamo recuperato circa mezz’ora sull’ora di ritardo che avevamo accumulato.
Inizia la terza tratta, sono 45 km circa e sebbene sia quasi tutto fuoristrada e con alcune soste foto, arriviamo alla fine con 15 minuti di anticipo sulla tabella.
Noi abbiamo tutti un passato (glorioso) di enduro, MrSergio non è così esperto di fuoristrada ma le sue indubbie capacità gli consentono di apprendere velocemente, trovandosi in mezzo a noi, e mette in pratica subito ciò che via via assimila.
Non è mai rimasto indietro, in gruppo siamo partiti e in gruppo siamo arrivati, anche perchè ho la buona abitudine di controllare chi è dietro e regolare la velocità di conseguenza.
Una tirata, poi ovvio rallentamento per dare modo di effettuare il ricongiungimento e si riparte decisi. Sempre in comunicazione con gli interfoni non ci siamo mai persi e la bontà dei percorsi tradotti sui navigatori ci ha permesso uno svolgimento divertente e veloce, senza perdite di tempo per ritrovare la retta via.
Arriviamo a Radda in Chianti, dunque, con questo bonus di 15 minuti in tabella.
Cerchiamo un distributore ma poi rinunciamo, abbiamo carburante a sufficienza per finire il giro. Ci fermiamo presso un bar – tavola calda, sono le 13 passate e bisogna nutrirci.
Il posto lo aveva adocchiato il Mr prima che andassimo alla ricerca del distributore, Circa un chilometro, torniamo sui nostri passi, parcheggiamo ed entriamo.
Prendiamo posto fuori, una specie di gazebo che ci consente anche di tenere d’occhio le moto.
Un primo, un dolce, caffè due chiacchiere in relax dato che siamo perfettamente in orario, poi si riparte per l’ultima tratta, circa 50 km che facciamo su un bel tracciato sinuoso, con un intermezzo di 4km di autostrada.
Arriviamo al nostro agriturismo, una azienda vinicola che ha anche camere e ristorante.
Presa la stanza, ben 35mq al piano terra, con quattro letti singoli, spaziosa e pulita come si conviene, ci togliamo di dosso la polvere con una bella doccia rigenerante.
Qualcuno, Marsilio, ne approfitta per fare le pulizie di Pasqua all’abbigliamento, con uno strofinaccio da cucina che ho nella borsa degli attrezzi.
Dal casco agli stivali pulisce tutto come un orsetto lavatore.
Claudio ne approfitta per appendere il suo salva-scarpe in alto su un tubo a fianco della porta di ingresso, talmente in alto che poi non riuscirà a riprenderlo.
Relax in camera, cazzate si alternano a discorsi seri, si fa l’ora dell’aperitivo.
Una birra e degli stuzzichini ci portano all’ora di cena.
Bruschette con pomodori, una tagliata, patate al forno e puntarelle con un pò di vino risolvono la questione.
Si ride, le cazzate sono tante, poi la nostra attenzione va ad un bellissimo cane di una coppia al tavolo di fianco.
Un pastore australiano che, dice qualcuno, sembrava avere le zampe corte ma invece era solo “il pelo della panza” troppo lungo.
Mi prende una crisi di riso, come succedeva a scuola, pensando al Roscio che non è basso, ha solo i peli della panza molto lunghi. Mi viene in mente la sua immagine con i peli che gli fanno da tutù e le zampette storte che escono da sotto… Oddio! Non riesco a fermarmi.
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Si torna in camera, ci prepariamo per la notte.
Un pò di fastidio a Claudio, che non guasta mai, sparandogli una luce strobo che ho nello zaino.
Fra una chiacchiera e l’altra ci addormentiamo.
La mattina seguente io e mio fratello ci svegliamo di buon’ora, seguiti poco dopo da MrSergio.
Il Roscio bisogna svegliarlo, ci pensa Marsilio con la suoneria dei 7 nani…
Colazione, ma prima aiutiamo la ragazza alla reception a liberare la stampante dalla carta incastrata, paghiamo e via.
Claudio il Roscio rompeva dalla sera prima per voler fare la Lauretana, strada che io e il Mr conosciamo benissimo ma non sapevamo avesse quel nome. L’abbiamo fatta anche in inverno con la neve.
Ciò ci costringe ad una sosta non prevista per riprogrammare i navigatori su Asciano, dove secondo lui partirebbe questa famosa Lauretana.
Bene o male arriviamo ad Asciano, seguendo MrSergio.
Poi non c’è più bisogno del navigatore ma solo consultandoci nell’interfono completiamo sta Lauretana. Bel percorso, troppi ciclisti, bei panorami.
Rientriamo sulla Cassia a San Quirico d’Orcia, poi dritti verso casa.
Sosta al chiosco per un panino eccellente, caffè e si riparte.
Ora è Marsilio a fare strada e andatura, ci fermiamo solo per una puntura di un insetto rimediata da MrSergio.
Arriviamo a Tuscania, io prendo la direzione di casa lasciando che gli altri proseguano verso Roma.
Anche questa è andata, percorso bellissimo, panorami indescrivibili, una figona da paura che faceva footing lungo le strade di un paesino, buon cibo, allegria.
Non ci è mancato nulla, torneremo presto su queste pagine.
Grazie a tutti per aver consentito di portare a casa questa bella esperienza.
Alla prossima!
Le parole di questa uscita solo: “NON HA LE ZAMPE CORTE, E’ IL PELO DELLA PANZA CHE E’ LUNGO” – LAURETANA – ARBIA! – UNDERSCORE – QWERTY – SHIFT – NON AVREBBE UNA SPAZZOLA?