Finalmente una nuova due giorni tutti insieme.
Era dai tempi dell’Eroica 2022 che non succedeva e questa estate allungata ci ha consentito di effettuare una uscita senza preoccupazioni meteo.
L’appuntamento è per le 8 di venerdì mattina presso la consueta area di servizio Selva Candida, sul GRA.
Siamo tutti puntuali, e per noi puntualità significa arrivare prima dell’orario stabilito.
Ci concediamo una colazione veloce al bar della stazione di servizio, cosa non abituale per noi, ma dato che percorreremo un tratto autostradale non avremo modo di incontrare un bar decente prima di Narni.
Colazione fatta, benzina a posto e ci incamminiamo sul Grande Raccordo Anulare per poi immetterci sulla bretella autostradale che ci porterà sulla A1.
Pochi chilometri, giusto per lasciarci la città alle spalle senza dover affrontare la penetrazione urbana fatta di traffico e semafori,
Si esce, dunque, a Rignano Flaminio, la bella e scorrevole Flaminia ci porta a Narni.
Qui si fa colazione vera!
Piccola sosta, il vantaggio di partire presto e di essere tutti in orario ci consente di prendercela comoda.
Di nuovo in sella, attraversiamo Terni, si va su per la Valnerina passando davanti alla cascata delle Marmore, fino a Borgo Cerreto.
Senza sosta e senza indugio deviamo per la Valtopina, fino a raggiungere Sigillo.
Qui, dopo aver fatto rifornimento carburante, proseguiamo per Potedazzo ultimo avamposto sulla Flaminia prima di deviare per uno scenario decisamente montano che ci porterà a destinazione.
L’asfalto scorrevole, liscio e, tutto sommato, ben tenuto lascia il testimone ad un percorso più stretto, tortuoso e dal fondo stradale sconnesso. Le curve si alternano in rapida successione, incastonate in un saliscendi continuo. Si sale, comunque, di quota e siamo all’ultima deviazione, un cartello ci indica la vetta del Monte Nerone.
Qui è montagna vera, oltre al panorama la percezione di alta quota viene dall’aria che si respira, dalla solitudine degli armenti lasciati liberi in sconfinati e verdissimi pascoli.
E i tornanti! Quei tornanti che MrSergio ci mostrò in foto nella chat e che, ovviamente da desiderio divennero presto realtà. Sembrano disegnati con il compasso, tanto sono regolari e precisi nella loro rotondità.
Arriviamo in vetta, parcheggio panoramico dal quale si possono ammirare i monti e le valli circostanti.
Intenti a fare foto, la nostra attenzione viene attratta da un rumorino tanto familiare quanto antico: un Morini Corsarino 50cc sta salendo, ci passa davanti con il suo borbottio cadenzato, regolare, e prosegue per i ripetitori.
Subito ci vengono in mente le nostre giovanili scorrazzate, le mille avventure.
Il Corsarino ora scende, lo fermiamo, lo fotografiamo con il suo simpatico proprietario.
Due chiacchiere e per noi giunge il momento di ripartire.
Scendiamo lungo il percorso di salita al monte, ci immettiamo nella strada che porta ad Apecchio e da qui raggiungiamo il Valico di Bocca Serriola, percorso numerose volte con i Babbaluci.
L’antico bar/alimentari è sempre al suo posto, ci riforniamo di panini, affettati e li andiamo a sgranocchiare nell’area picnic dall’altro lato della strada.
Con tutta calma consumiamo il frugale pasto, piccola sosta e affrontiamo l’ultimo tratto.
Scendiamo da Bocca Serriola verso Città di Castello, lambiamo il centro abitato, ancora una manciata di chilometri fra campagne e dolci colline e l’ultimo tratto sterrato ci porta a destinazione.
Parcheggiamo le moto, la percorrenza odierna è stata di 343 chilometri dal GRA.
Prendiamo possesso dell’appartamento nell’ex convento Benedettino, rapido cambio di casacca per una tenuta da spiaggia e siamo fuori.
Piscina, vorremmo fare un tuffo ma solo mio fratello Marsilio trova il coraggio di entrare in acqua. Una foca!
Io ci provo ma mi fermo con l’acqua alle p… ginocchia, và! 😀
MrSergio e Claudio restano ben lontani dall’acqua.
Qualche minuto di relax sui lettini, baciati dal sole, poi di nuovo in camera per una doccia e per indossare abiti più consistenti e di nuovo fuori.
Fotografiamo i vari ambienti e gli esterni del convento, poi ci sediamo ad un tavolo sotto la pergola del ristorante per un meritato aperitivo.
Si fa l’ora di cena, pratica svolta senza intoppi e indecisioni.
Cucina spartana e sostanziosa, cena gradevole.
Finalmente in camera per il riposo notturno, dopo aver snocciolato la solita sequenza di cazzate e scherzi al Roscio, che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.
Da sempre nostro bersaglio preferito, ma è un modo per celebrare la nostra amicizia che oramai supera il mezzo secolo, cosa veramente rara!
Ci ritroviamo al mattino, dopo aver passato la notte fra “rumori” di varia natura, ovvero la natura era la stessa, consistente in movimenti di aria, ma proveniente da origini diverse.
Vabbè, io e mio fratello siamo i primi ad uscire di casa.
L’esiguo bagaglio già pronto e sistemato sulle moto, gironzoliamo elemosinando un caffè che la generosa e disponibile Nadia provvede a fornire, aspettiamo gli altri due e facciamo colazione, vedendo anche la gara Sprint della MotoGP.
Partiamo che sono oramai le dieci.
I due non fratelli si perdono nelle fratte dopo 200 metri, una vecchia li redarguisce perchè le hanno invaso l’aia…
i due fratelli li aspettano all’inizio della strada asfaltata. 😀
Si parte veramente, bella strada stretta e dalle mille curve fino a Castel Fiorentino.
Poi giù, verso Cortona e Castiglion del Lago.
Chiusi, Città della Pieve, Ficulle, Orvieto Scalo e si va per la Cassia, Montefiascone, e via di seguito fino ad arrivare a Sutri, dove gustiamo panini e polpette nella bettola conosciuta.
Breve sosta, si intraprende l’ultimo sforzo che ci porta a casa.
Sulla Cassia sono il primo a staccarmi, prendendo per le campagne che mi porteranno… al mare.
Gli atri proseguono, ci scambiamo cenni di saluto e di intesa che ci sentiremo al telefono.
In quelle poche decine di chilometri che mi portano a casa la mente è già immersa nel pensiero della prossima uscita.
Entro nel box, uno sguardo al trip odierno mi riporta la cifra di 273 chilometri.
In tutto sono 616 chilometri di goduria, amicizia e moto, che fa tanto bene!
Alla prossima!