6 agosto 2011 – Notturna in Sabina

Finalmente!
Dopo tanta attesa anche questo evento è finito nel nostro album dei ricordi; si è trattato di un evento speciale, una escursione motociclistica che esula dalle normali uscite: una notturna. Sottolineo che non si è trattato di un molto più comune trasferimento notturno, ma di una uscita vera e propria, con tutte le caratteristiche peculiari di questo genere: percorso motociclisticamente appagante, con curve, tornanti ed ascese di tutto rispetto anche se non da vertigine; tratti veloci e passaggi al limite dello sterrato; attraversamento di boschi, paesini e tutto quello che si può elencare parlando di un giro mototuristico.
Alla pizza pre partenza eravamo in numero doppio rispetto al drappello che sarebbe poi partito per la notturna: fra mogli, compagne, figlie, amici ed amiche eravamo in 12; pizza a Testaccio, locale molto alla mano, da *famiglie del rione* e di conseguenza molto molto low cost.
Poco dopo le 22, dopo un siparietto in strada il cui fulcro è stato il semprepiùbabbaluco MrSergio, accendiamo le moto e tutti in sella:
Marmar, dalla Sicilia.
Jack, dalle Marche.
Dennykey, Freeblue, MrSergio ed Ulysse i residenti o quasi.
6 moto, che riescono ad attraversare Roma da Testaccio a Labaro senza perdersi di vista in quel delirio che è il traffico di Roma il sabato sera fino a tarda notte. A ridosso del Raccordo il traffico scema, le auto sono sempre meno finchè ci troviamo a passare davanti la nostra abituale punta sulla Flaminia che praticamente ne vediamo una ogni tanto.
Giunti a Rignano lasciamo la Flaminia e scendiamo verso la valle del Tevere; strada piacevole, sinuosa; attraversiamo qualche paese finchè una festa, a Civitella San Paolo, chiude l’unica via di transito; pazienza, torniamo indietro di pochissimi chilometri e prendiamo l’altra strada, quella che passa per Monte Lino ed arriviamo infine a Nazzano e successivamente a Torrita Tiberina. Proseguiamo per Mirteto scalo ma invece di salire, come da programma, per Poggio Mirteto, prendo direttamente la stradella che porta sotto Poggio Catino; l’ultima volta l’avevo fatta lo scorso anno, in autunno, e dunque sono andato tranquillo, ma ora la troviamo che è praticamente uno sterrato. Vabbè, siamo tutta gente di mondo, penso, e non ci arrendiamo per qualche chilometro di strada dissestata. Infatti proseguo e tutti sono dietro, finchè non riagganciamo la strada *normale* e per ripidi tornanti saliamo velocemente a Poggio Catino. Stop! Altra festa, che rivela la sua parte più interessante nella fauna stanziale e di passo, specie di genere femminile dove spicca un esemplare di brunettacapellocorto veramente notevole.
Ci abbeveriamo alla locale fontanella mentre Denny, ripreso il thermos che aveva dato in custodia a Jack, si avvia verso il bar per farselo riempire di caffè; ma torna poco dopo, a passo di danza agitanto il thermos come fosse una maracas: l’interno è andato in mille pezzi e Denny si dispera pensando a come dirlo alla suocera, propietaria della suddetta boccia termica…
Pazienza, chi ne ha voglia si prende il caffè al bar; la sosta non trascorre noiosa, le cazzate volano alte e si capisce che c’è una atmosfera particolare; questa notte daremo il meglio di noi stessi.
Si riparte, MrSergio guida il gruppo, dopo opportuno mini briefing dove si pone l’attenzione all’albero che troneggia in mezzo alla strada, dividendola in due parti, che di notte lo vedi all’ultimo momento utile per schivarlo, ed allo stretto ponticello nel bel mezzo di una esse e nel cavo di una discesa e successiva salita. Conosco bene il posto e so che ci saranno detriti e sassi all’imbocco, in mezzo ed all’uscita del ponte.
Fila via tutto liscio, MrSergio con la sua luminaria è un faro per tutti; poco prima di Monte Tancia lo raggiungo e fermo il plotone, indirizzandolo nell’ampio piazzale rigorosamente non asfaltato; c’è la casetta in legno della Pro Loco, c’è l’osteria di Monte Tancia ma soprattutto si gode di una vista spettacolare della volta celeste, che soffre poco o niente di inquinamento luminoso. Per altri tipi di inquinamento provvederemo noi a ripristinare eventuali carenze. La vista è spettacolare, sia in cielo che verso i piani di Sant’Elia; Rieti è nascosta dietro il monte ma si vede la cupola luminosa che rivela la sua presenza. Il buio pesto verso il Terminillo, ma sopra di noi c’è la vera attrattiva: un cielo talmente stellato che è difficile isolare le singole costellazioni; e poi la presenza di Giove, solitario, più in basso, ad indicarci la rotta fin sopra il Terminillo, come fossimo una flotta in navigazione in mezzo al mare. Ammirare quello spendore allietati dalle note del Flauto Magico, suonato in modo magistrale da Freeblue, è cosa che non ha prezzo…
Si trascorre una buona oretta, con Marmar che si scatena in riprese ardite neille quali interpretiamo la duplice veste di soggetti e pennellatori di luce, *alluciando* con le torce elettriche gli altri soggetti.
Si riparte, ora si scende verso Rieti che raggiungiamo dopo una mezz’ora abbondante; deserta o quasi, facciamo uno stop al distributore per consentire il rabbocco del carburante a chi ne ha necessità; si riparte quasi subito, questo è un semplice scalo tecnico.
Attraversata Rieti in un baleno, saliamo ora per andare a prendere la mitica 521; salendo il passo si fa via via più allegro e si guida quasi meglio che di giorno; con tutto quel parco luci che abbiamo la strada è illuminata a giorno ma il fatto che solo la strada lo sia mentre tutto il resto è buio pesto, ci fa concentrare ancora di più sul tracciato; eventuali automobili, che in tutta la 521 saranno solo un paio, si vedono molto prima che di giorno e dunque si va su tranquilli e spediti: arriviamo a Leonessa e senza fermarci imbocchiamo la SP10 che ci porterà in cima al Terminillo; prima di arrivare riprendo Jack, in testa, per far salire il gruppo sull’anello di Campo Forogna.
Qui si che facciamo sosta, prolungata, ammirando una Rieti illuminata e le altre luci della vallata; Marmar entra di nuovo in azione, l’obiettivo è rovente e le riprese ancora più ardite; ritratti soggetto + moto, con la tecnica delle solite alluciate; non mancano le cazzate, in certi momenti si ride a crepapelle… Poi, sazi di buio, luci, foto, *suoni della notte e relativi profumi* prendiamo le moto e scendiamo nuovamente nell’ampio piazzale.

Scendendo vedo che nella piazza c’è disegnato un grande anello, una corona circolare molto ampia, forse stanno preparando una rotatoria… mi infilo nel mezzo della corona e comincio ad inanellare giri, seguito da tutti gli altri; pensavo di fare due, al massimo tre giri ma vedo che Marmar ha parcheggiato nel mezzo della rotonda ed è sceso, impugnando il telefonino per fare riprese video; allora continuiamo, il carosello si anima, Denny e MrSergio prendono a girare in senso contrario al gruppo, all’esterno del cerchio; poi mi produco in un passaggio alla Alberto Sordi in sella alla sua moto da vigile, in piedi e con la gamba sinistra protesa all’indietro e le riprese continuano finchè, in una spontanea regia, ci andiamo ad allinearre all’esterno del cerchio. Marmar ci indica di partire uno alla volta, fare un mezzo giro e poi prendere la via della discesa; io, senza farmi sentire, dico a tutti di scappare… Come dirà poi Jack: i cani non si abbandonano, Marmar si!
Ma stiamo andando piano proprio per farci raggiungere ed infatti poco dopo è con noi; si scende rapidamente a Rieti, sempre più deserta; oramai sono le 4 di notte e non riusciamo a trovare un bar aperto.
Andrea scorge un chiosco di kebab che sta per chiudere e così, poco dopo, ci troviamo a mangiare kebab a colazione; non tutti, alcuni preferiscono una banalissima piadina con nutella… parliamo a lungo con il simpatico ragazzo egiziano del chiosco; Danilo fa prendere al discorso una piega social-politica ma noi, da dietro, riportiamo il discorso terra terra con le continue cazzate sparate a raffica.
Si riparte, per l’ultimo veloce tratto: tutta Salaria fino a Settebagni, dove troviamo il Bar Fortuna aperto; qui il caffè ci sta tutto e dopo una sosta nella quale rischiamo di addormentarci, ci salutiamo e riprendiamo la strada di casa: Jack torna a Fabriano, noi verso Roma, ci risentiremo a giorno inoltrato…

Peccato veramente per chi ha perso questa notturna, ma i Babbaluci debbono ancora aggiungere molti capitoli alla loro storia e ci saranno altre edizioni.

Grazie a tutti, alla prossima!