Lunga storia, anzi lunga gestazione per questa due giorni.
Era partita come sempre, con il lancio della proposta nel forum; poi, con il passare dei giorni, ci sono state modifiche alle date, iscrizioni, cancellazioni e soprattutto una marea di messaggi, prevalentemente OT, che hanno prodotto la bellezza di 26 pagine di messaggi.
L’unica cosa che non è mai cambiata è stato il percorso e la logistica annessa.
Siamo arrivati, dunque, a definire tutte le caratteristiche del giro e la composizione dei partecipanti solo nella settimana della partenza: Hystrix, Pallina, Jack dalle Marche, pur non essendo marchigiani; Yamanero ed Emilio dalla Campania; MrSergio, Francesca, Jean, Ulysse e Lucilla gli autoctoni.
I marchigiani adottivi sono arrivati venerdi pomeriggio / sera ed hanno pernottato dalle parti di Tivoli; i Campani invece sono arrivati direttamente sabato mattina alla punta, una levataccia per loro.
Si parte alle 08:40 dall’area di servizio sulla Roma – L’Aquila, pochi km ed usciamo a Mandela per prendere la Tiburtina; velocemente passiamo Agosta e poi Subiaco, per salire a Jenne con la mitica via dei Monasteri. Strada piacevolissima, con quel suo susseguirsi di curve e gallerie; salendo inizia a piovere, ma è pioggia leggera. Arriviamo al punto dello svalicamento, poco prima dell’abitato di Jenne, e fatte alcune foto riprendiamo la via, scendendo verso gli Altipiani di Arcinazzo, sempre accompagnati da quella pioggerellina leggera ed intermittente; arrivati agli Altipiani ci fermiamo al bar e mentre alcuni prendono chi un caffè, chi una bottiglietta d’acqua, Yamanero segue il suo fiuto come un segugio e ritorna con tanto di pizza con la mortadella fra le capienti fauci!
Effettuato il pit stop partiamo nuovamente, destinazione: La Certosa dei Trisulti; percorriamo la bella strada in mezzo al bosco che, tutta in salita e con una serie continua di di curve, ci porta all’Abbaziia ma mentre saliamo la pioggia aumenta di intensità ed arriviamo sotto un vero e proprio acquazzone.
Il posto è bello ma le condizioni meteo ci consigliano di proseguire senza indugi. Scendiamo così a valle, tagliando parte del percorso, e prendiamo la superstrada che con 12 km in 10 minuti ci conduce alle porte di Sora. Non entriamo in centro ma percorriamo la strada periferica che ci porterà all’altra superstrada, la Sora – Cassino. Fatte però poche centiania di metri vedo un allettante bar – tavola calda e mi fermo, proponendo di fare qui lo spuntino. L’orario c’è, la fame non manca, ha pure smesso di piovere così ci sistemiamo sotto una pergola, allineando i tavoli, ed ordiniamo: chi prende un primo, chi prende una insalata chi invece si sbafa un quarto di bue… Come chi? Yamanero, no?!
Fra cazzate stratosferiche, soprattutto da parte di MrSergio, il tempo scorre allegramente e l’ora che ci siamo concessi ben presto finisce.
Si sale in sella, altra decina di km sulla superstrada ed arrivati ad Atina prendiamo per Saracinisco e Cerro al Volturno. Bella valle incassata fra i monti, bella strada sinuosa che ci porta ad attraversare diversi paesini, salendo e scendendo continuamente e con le moto che raramente stanno dritte.
Con questo andazzo arriviamo a Cerro al Volturno con un ritmo tranquillo, senza forzare. Palina, alle prese con la sua nuova moto, se la cava egregiamente e dobbiamo solo fermarci a qualche bivio ma come si fa normalmente nelle uscite, nulla più. I due passaggi sulle superstrade, solo una decina di km a tratta, li avevo inseriti proprio per farle riprendere fiato e consentire a tutto il gruppo di guadagnare tempo; quando ci fermiamo a Rionero Sannitico per il rifornimento con annessa abbeverata, siamo perfettamente in tabella, abbiamo addirittura recuperato i 10 minuti di ritardo alla partenza. A questo punto però abbiamo percorso tanti km e all’arrivo del primo giorno ne mancano ancora 180, di strade di montagna.
Hystrix e Pallina prendono dunque la saggia decisione di sfruttare uno dei tagli al percorso previsto proprio in questo punto e se ne vanno ad Alfedena, dove attenderanno il nostro arrivo. Noi prendiamo per Capracotta e dopo pochi chilometri inizia il divertimento: strada spettacolare, fondo stradale ottimo, altopiano decisamente bello, siamo in pieno parco eolico!
La discesa dall’altopiano è sempre all’insegna delle curve ma il fondo stradale ci consiglia prudenza. In breve passiamo Castel di Sangro ed arriviamo ad Alfedena; una rapida occhiata alla tabella dice che siamo ancora perfettamente in orario. Recuperati Hystrix e Pallina, dopo un paio di passaggi in centro ed altrettante telefonate di Hystrix; ho il telefono collegato all’interfono e dunque mi arriva la sua vocina che, senza un minimo accenno di protesta, mi comunica: “son due volte che ci passate davanti ma non vi fermate. Alla fine, grazie anche al fatto che si è piazzato in mezzo alla strada, lo vediamo e ci fermiamo.
Qui facciamo il guaio: ripartendo da Alfedena il liguaggio a gesti fra me ed Emilio produce una incomprensione per cui ci facciamo 15 km non previsti ed altrettanti ovviamente a tornare indietro, comunque di una strada molto allettante. Pallina, Hystrix, Jean e Jack si erano già fermati prima ma per dei dubbi ad un incrocio; mentre stiamo tornando mi chiama Jean e gli dico di non muoversi che stiamo arrivando. Finalmente giungiamo a Villetta Barrea ed iniziamo la salita verso Passo Godi; MrSergio e Francesca si staccano per andare a salutare i nonni e ci raggiungeranno più avanti. Noi proseguiamo, faccio cenno a Jack, Emilio e Yamanero di andare avanti, vedo che Pallina è veramente stanca ed il suo ritmo scende sempre più. Mancano solo una sessantina di km all’arrivo, ma quei 30 km fuori programma ed il ritmo che ora un pò calato ci fanno inesorabilmente accumulare ritardo. Poco male, perchè manca veramente poco. Avendo previsto questo, dati causa e pretesto, quando stavamo facendo inversione dopo aver preso la strada sbagliata, mi ero preoccupato di telefonare alla locanda dicendo che saremmo arrivati alle 20 e saremmo stati pronti per cenare alle 21, non prima.
Jack nel frattempo si è fermato ad aspettarci, mentre Emilio e Yamanero hanno proseguito per la locanda; loro hanno 250 km in più sulle spalle ed è giusto che vadano a rinfrescarsi e riposarsi quanto prima; sono contento di aver fornito a tutti il percorso per il navigatore, precauzione che ripaga in casi come questi, consentendo ai partecipanti di raggiungere la meta in autonomia.
Proseguiamo, un occhio fisso al retrovisore per controllare la situazione e con la speranza di veder spuntare da una curva la mucca di MrSergio, ma niente. Arriviamo alla locanda, sono le 20; scarico la borsa dal portapacchi e quella da serbatoio e mentre Lucilla e gli altri prendono possesso delle camere, io riparto a razzo per andare incontro a MrSergio. Pochi km, a tutta birra, e ci incrociamo un un tratto rettilineo; ancora una conferma, è ragazzo affidabile, questo è il pensiero che mi viene in mente mentre effettuo una inversione che somiglia più ad un testa coda.
Insieme arriviamo alla locanda; andiamo anche noi a farci una bella doccia e ad indossare abiti civili, ci rivedremo tutti a tavola.
Faccio rapidamente, scendo e trovo già gente in giro per i giardini ed i recinti degli asini, che spettacolo. Due chiacchiere, salutiamo anche Enzo e consorte che ci hanno preceduto alla locanda; ci aveva telefonato Enzo quando eravamo nei pressi di Alfedena per avvisarci del suo arrivo.
Ci siamo tutti, ci mettiamo a tavola. Che ore sono? Ma le 21, ovvio…
Si ride, la cena è uno spasso, gli antipasti spariscono dai vassoi come fossero acqua fresca; i primi riscuotono un noteole successo, così pure i secondi, le patate, i friarielli ed ovviamente il Montepulciano di Abruzzo. Anche se tutte allegre, noto molte facce stanche; il percorso era lungo e faticoso, 430 km, di cui 15 di autostrada in partenza, una ventina di superstrade varie e tutto il resto curve e solo curve, di tutti i tipi. Ma siamo felici, appagati, è stato veramente un bel giro e tutto sommato il tempo è stato clemente: solo 15 minuti di acquazzone. Qualche chiacchiera dopo cena, in giardino, e poi tutti a nanna; la giornata è iniziata, si è svolta ed infine conclusa nel migliore dei modi.
Domenica mattina ci svegliamo con il raglio degli asini anzichè col canto del gallo; sono animali dolcissimi e molto intelligenti; io e Lucilla scendiamo presto e poco dopo siamo raggiunti da Yamanero, Hystrix e Pallina, via via tutti gli altri. La colazione sarà alle 9 e la partenza alle 10, possiamo prendercela comoda, così giriamo fra i recinti e le stalle; nel trasferimento di un gruppo di asini da un recinto all’altro ne scappano tre e noi tutti ci adoperiamo per aiutare il personale a recuperarli; riusciamo nell’impresa e, soddisfatti, offriamo delle piccole mele agli asini, che le gradiscono in modo particolare. Ci siamo tutti, è l’ora, si va a fare colazione. Yamanero, che è stato il più mattiniero di tutti, partecipa anche lui alla colazione ma veramente ne ha già fatte due, questa sarebbe la terza; ma lo fa solo per spirito di gruppo, per condividere con noi questo momento importante… è guaglione: ca famme se cocca, ca famme se sceta!
Le 10, si parte in perfetto orario; arriviamo a Anversa degli Abruzzi ed Hystrix ferma la truppa: Pallina non ha smaltito la stanchezza del giorno prima e preferiscono fare strada verso casa, meglio non esagerare. Nel conciliabolo MrSergio tira fuori tutta la sua perfidia: si avvicina ad Hystrix e gli dice: “ma lasciala, no? Poi ti ci rimetti insieme lunedi…”. Che animale, è puro Babbaluco, anche lui.
Ci separiamo, ci dispiace ma è meglio non forzare queste situazioni; Pallina si è prodotta in una performance notevole, fra l’altro con una moto che più nuova non si poteva, avendola ritirata solo il venerdi poco prima di partire alla volta di Roma. Brava!
Ripresa la marcia, passiamo sotto Cocullo e prendiamo ancora una volta uno splendido tracciato che dopo uno svalicamento ci porta ad Ortona dei Marsi ed infine a Pescina; qui facciamo rifornimento e ci imbattiamo in una corsa ciclistica ma fortunatamente restiamo fermi solo una decina di minuti.
Saliamo ora per il parco eolico, la strada è in condizioni perfette ed in breve arriviamo a Castelvecchio; qui dovremmo prendere per Ovindoli, ma viste le condizioni della strada, senza consultarmi con gli altri vado a riprendere in senso contrario il bel percorso appena terminato. Svicoliamo veloci ma sempre entro i limiti di sicurezza ed in breve siamo ad Avezzano; pochi km fra il delirio di sensi unici e finalmente usciamo dal labirito, la nostra meta è Magliano de Marsi. Arrivati a Cappelle vediamo una invitante pizzeria tavola calda e ci fermiamo. Le moto parcheggiate nella piazzetta, ci sediamo all’aperto e nel poco tempo che ci viene preparato un piatto di pasta consumiamo pizza al taglio, qualche crocchetta di patate e suppli.
arrivano gli spaghetti, e così come sono arrivati in breve se ne vanno… Girare in moto mette fame più che andare a piedi, sembra!
Meno male che i due pranzetti, sabato e domenica, ci sono costati solo 9 euro l’uno e 8 euro l’altro…
Altre chiacchiere, altre cazzate… il tempo vola, Emilio ci aveva salutato prima del pranzo, ora ci lasciano anche Jack e Yamanero, che prendono ognuno la direzione di casa propria. Io e Lucilla, con Jean, MrSergio e Francesca, decidiamo che basta così: prendiamo l’autostrada ed in meno di un’ora siamo a Roma; saluti, baci e abbracci, noi ci faremo altri 70 km per arrivare a casa.
Un’altra gemma da conservare nel nostro scrigno dei ricordi, ricordi che per intensità e bellezza dei momenti vissuti insieme resteranno indelebili nelle nostre memorie, e se qualcuno mai dovesse dimenticarsene ci saranno le pagine di questo bel libro che sitamo scrivendo, tutti insieme e pagina dopo pagina.
Alla prossima, fratelli!