Una sola espressione consente di esprimere le emozioni dei miei primi (quasi) 1000 km con la moto nuova: SPETTACOLARE!!!
Giro programmato da parecchio tempo e con molta cura da Sergio-Ulisse, quello del weekend appena trascorso…un giro insieme ad amici con cui non avevamo ancora mai avuto il piacere fare strada per lunghi tratti.
Non è possibile per noi prevedere se partiremo con una o due moto, ma Paolo riesce ad ottenere dal concessionario l’anticipo della consegna della mia a venerdì mattina, anziché sabato, giusto poche ore prima della partenza…della serie “O la va o la spacca”!
Giovedì notte non chiudo occhio, tante domande mi ronzano in testa: sarà troppo alta o troppo pesante? La farò cadere al primo giro come la vecchia? Ci troveremo in sintonia? Ce la farò a percorrere tutta quella strada, dopo tanto tempo d’inattività, con una moto nuova che non conosco affatto? C’è solo un modo per rispondere a queste domande: provare!
Venerdì mattina, la tensione è talmente alta che nel percorrere la poca strada che c’è da casa mia al concessionario mi addormento in macchina.
Arrivata ad Ancona trovo la moto ancora esposta: cavolo, ma allora non è pronta!!!
Il concessionario si prodiga in mille scuse e ci offre una moto sostitutiva per far passare il tempo nell’attesa che venga messa a punto la mia. La tensione cresce sempre più: siamo in ritardo e dobbiamo ancora tornare a casa per preparare le cose prima di partire!
Finalmente mi consegnano la moto e chiedo al meccanico se posso già prenotare il tagliando per la prossima settimana. Mi guarda strano e mi dice che devo farlo a 1000 km; con un sorriso gli rispondo che se va tutto come previsto entro domenica li avrò compiuti!
Salgo in sella, metto la marcia, lascio la frizione, ma la moto si spegne…iniziamo bene!!!
Faccio pochi metri, mi fermo per mettere casco e giacca e la moto…si spegne di nuovo!!!
La frizione stacca prima dell’altra ed è piuttosto duretta e inclinata diversamente…andiamo bene se devo fare 1000 km a singhiozzo…
Riparto, m’immetto sulla strada, provo a frenare per vedere come rispondono i freni e…..mizzica quanto è lunga la frenata rispetto all’altra che si bloccava immediatamente!!! Dovrò prendere le misure perché al momento ho l’impressione che non si fermi.
Arrivo a casa e la tensione cresce ancora: fra poco partiremo davvero e la strada da percorrere è tanta!!!
Preparate le borse, risalgo in sella. La moto è praticamente in piano, ma….cavolo, non riesco a tirarla su dal cavalletto!!! E allora? Dov’è finita la mia forza??? Il viaggio inizia bene… Mi sento un po’ come Fantozzi!!!
Paolo mi dà una mano ed io ricomincio a pensare che forse è troppo pesante, che forse di qua, che forse di là…poi mi viene in mente quello che mi ha detto mio fratello qualche giorno prima: “Fatti meno seghe mentali e pensa a guidare!” e così cerco di godermi il viaggio.
Siamo sole, io e la mia moto…Beh, a dire il vero c’è anche Paolo, ma sono da sola a guidare! Affronto le prime curve e mi rendo immediatamente conto della differenza rispetto alla precedente! Non c’è paragone!!! L’erogazione è fluida, non mi mette mai in difficoltà, le buche quasi non si sentono, se freno non si scompone…passo persino su un piccolo pezzo di strada sterrata che stanno sistemando, ma quasi non me ne accorgo…ha il manubrio largo, come piace a me, ed ha l’anteriore decisamente stabile, non come la Kawasaki!!! Un vero spettacolo!!! Perché non l’ho cambiata prima anziché soffrire per 5 anni per una moto che non sopportavo?
Dopo un centinaio di chilometri, all’altezza di Gualdo Tadino, inizia a farmi male la mano sinistra: la leva della frizione è troppo lontana e mi rendo conto che non posso continuare così per tutto il weekend; Paolo me la sistema e ripartiamo. Ora è davvero un’altra cosa!
Sono sempre un po’ impacciata e faccio un casino tremendo con le frecce perché la destra è a destra e talvolta, dato che tengo le mani quasi al limite esterno, non arrivo ad attivarla…fortuna che si spegne da sola!!!
Mi concentro sulla guida: provo ad impostare meglio le curve…quanto è diverso il baricentro, hai quasi la sensazione di cadere dall’alto, ma è piacevole il modo in cui piega (il concetto di “piega” è relativo!!!)
Arrivati a Terni il Tom Tom di Paolo ci fa fare, ovviamente, un giro turistico dentro la cittadina nell’ora di punta ed io, per non imprecare nel casco, taccio del tutto!!! Mi rendo conto però che anche in queste situazioni la moto nuova reagisce decisamente meglio dell’altra e non mi mette mai in difficoltà.
Curva dopo curva arriviamo poco prima di Tivoli e decido che è ora di togliere gli occhiali, ma gli auricolari sono scarichi (come sempre quando servono!!!). Provo a mettere la freccia, mi sbraccio per farmi vedere da Paolo, lampeggio, ma niente…Così accosto e mi fermo, pensando: tanto se ne accorgerà. Il pover’uomo però non si accorge di nulla e, quando finalmente guarda negli specchietti, non mi vede più e inizia a pensare le cose peggiori: è caduta, è finita di sotto perché non ci sono guard rail… Così torna indietro a cercarmi, facendo inversione su una strada non proprio larga e carico come un somaro, ma io riparto e lo incrocio quasi fischiettando. Mi odierà sempre per questa cosa!!!
Arriviamo a Tivoli e, tanto per cambiare, il Tom Tom ci porta fuori strada…Ci ritroviamo in centro e chiediamo informazioni per trovare il B&B “Il casale dei fiori” dove abbiamo prenotato una camera. Due tipi ci dicono di scendere lungo la strada che sta di fronte a noi. La guardo: è in pendenza mostruosa e ci sono i sanpietrini…annamo bene!!!! Provo ad appigliarmi al fatto che è ZTL per non doverla percorrere, ma in due mi dicono che con le moto si può passare e aggiungono anche che la strada, dopo la prima curva, è asfaltata. E va bene: riaccendiamo la moto e iniziamo a scendere!
Certo, la strada dopo la prima curva è asfaltata, peccato che più avanti ricomincino i sanpietrini! Per non farci mancare nulla salgono persino le macchine!!! Paolo è carico come un mulo e la strada consente il passaggio di un solo veicolo alla volta. Maledicendo quelli che ci hanno consigliato di fare quel giro, vado giù lo stesso. Arrivo al B&B con la fronte imperlata di sudore, ma ce la faccio e sono soddisfatta di me!
Solo al nostro arrivo scopriamo che esiste una strada migliore per raggiungere il B&B senza problemi (“C’è il sentiero”, direbbe Giacomino!!!). E, come se non bastasse, scopriamo anche che la strada che ci hanno fatto percorrere è effettivamente ZTL, ma Gianluca, il proprietario, si offre di chiamare i vigili per dire loro che siamo suoi clienti, evitandoci così una multa! Grazie, Gianluca!!!
È solo venerdì sera e la mia moto ha all’attivo 289 km!
Il B&B è molto carino, vivamente consigliato a chi vuole fermarsi in zona perché ha uno spazio recintato dove tenere le moto e si trova praticamente in centro (60 euro per una matrimoniale non è un prezzo eccessivo).
Dopo un po’ arriva anche mio fratello, che si è sparato tutta autostrada per arrivare prima possibile una volta uscito dal lavoro.
Per raggiungere il B&B ha percorso una strada ancora peggiore della nostra…evidentemente abbiamo sbagliato entrambi!!! Strada degli Orti, questa è quella giusta da prendere; nome da memorizzare nel caso in cui dovessimo ritornarci!!!
Decidiamo di cenare e andare a vedere Villa d’Este di notte, in fondo confina quasi con il Casale dei Fiori…solo che per raggiungerla dobbiamo circumnavigarla a piedi e Tivoli è tutta in salita!!! Però che spettacolo quei giochi d’acqua e di luce nel buio della notte!!! Per noi hanno un significato particolare perché i miei si sono sposati lì!
Trascorro un’altra notte insonne perché verso le 4 inizia a piovere a dirotto ed io inizio a pensare di dover guidare sotto la pioggia e di dover percorrere una strada in grande pendenza per uscire da Tivoli…
La mattina dopo ho all’attivo 48 ore di veglia assoluta, ma devo rimettermi in marcia e con l’antipioggia!!! Sono tesissima, ma le mie paure sono infondate sia perché la strada è ottima, e non come quella che abbiamo percorso la sera precedente, sia perché arrivati alla punta smette di piovere!
I ragazzi sono tutti lì: 10 persone, 8 moto.
Inizia la seconda parte di quest’avventura! Ce la farò a reggere il ritmo? C’è sempre un unico modo per saperlo!
Partiamo tutti insieme e percorriamo curve, su curve, su curve…tutte strade meravigliose a cavallo tra Lazio, Abruzzo, Molise. Alcune zone le conosciamo perché ci abbiamo trascorso le vacanze la scorsa estate: Barrea, Castel di Sangro, Passo Godi, Lago di Scanno, le Gole del Sagittario; altre sono una piacevole scoperta.
Resto indietro perché non sono in grado di tenere il ritmo di quelli che mi precedono, ma ho accanto due angeli custodi, Paolo e Marco, cui spesso si aggrega anche Murdock, che non mi lasciano un attimo; anche il resto del gruppo non mi fa sentire un peso, nonostante debba fermarsi ogni tanto ad aspettarmi agli incroci e mi coccola in molti altri modi.
Non facciamo che togliere e mettere gli antipioggia, ma in generale le strade sono asciutte e così mi lascio andare al piacere della guida, lenta, ma sempre più sicura. Questa nuova moto mi piace sempre più e affronto con maggiore tranquillità persino i tornanti!!!
Durante il pranzo a Sora Paolo Yamanero mi regala un portachiavi con tanti cornetti rossi come portafortuna!
Si apre uno spazio temporale favorevole e appare persino il sole!!!
A pochi chilometri da Alfedena la stanchezza comincia a farsi sentire e decidiamo di separarci dal gruppo. Il grande Ulisse ha previsto anche questa possibilità e predisposto un percorso alternativo (anzi più d’uno, in realtà)! Io e San Paolo ci recheremo direttamente ad Alfedena e aspetteremo lì il gruppo per proseguire poi insieme verso la nostra meta, così facendo eviterò un pezzo di strada e avrò tempo di riposare un po’. Mi dispiace saltare una parte del percorso, ma non me la sento proprio di continuare. Al distributore MrSergio rivolge a Paolo un: ”Vedrai quando avrà imparato a mettere la seconda!” che ci fa sbellicare dalle risate.
Ripartiti da Alfedena con gli altri che sono passati a prendere un po’ di vento al parco eolico, sbagliamo direzione, ma la variazione non è affatto male perché quel pezzo di strada è davvero fantastico. Io, l’istrice, Gecche e Murdock rimaniamo indietro e rallentiamo perché non siamo convinti di essere nel posto giusto, così telefoniamo agli altri per sapere dove siano finiti: anche loro hanno sbagliato strada e stanno tornando indietro.
Ritornati sulla retta via, ci dirigiamo verso Barrea e da lì saliamo a Passo Godi. La temperatura scende sensibilmente, ma le manopole riscaldate fanno il loro sporco lavoro alla perfezione!!! Inizio ad essere davvero stanca, ho la nausea della moto, non ne posso più e non vedo l’ora di arrivare…probabilmente lo stop più lungo del normale, mi ha deconcentrato del tutto.
Vorrei solo togliermi l’abbigliamento tecnico e fare una doccia, ma dovrò attendere ancora…
Nel frattempo l’auricolare decide di abbandonarci e io e Paolo ci mettiamo d’accordo per un segnale convenzionale: quando si avvicina un tornante, tirerà fuori una gamba per segnalarmelo. Murdock, che è dietro di noi, inizia a chiedersi che cavolo stia segnalando Paolo visto che merde in giro non ce ne sono, ma dopo un po’ afferra anche lui il significato del gesto in codice!
Il sole sta calando; la luce, che arriva sugli occhi filtrando tra i rami è accecante, ma del resto se siamo ancora in giro a quell’ora è a causa mia.
Finalmente arriviamo alla Locanda dell’Asino d’Oro, un miraggio!!!
Il parcheggio è sterrato…che faccio, provo ad entrare? Paolo mi dice con fare perentorio: ”Ferma lì, rimandiamo le prove a quando avrai montato paramotore e paracarene!”.
Anche questa volta ho evitato lo sterrato!!! Fiuuuuu…
La mia moto segna ora all’incirca 650 km!
Il posto dove dormiremo è bellissimo!!! Si sentono gli asini ragliare; Murdock decide persino di registrarli. Essere svegliati dal ragliare dell’asino potrebbe dare fastidio a qualcuno, noi invece ridiamo come matti perché sono troppo buffi!
Alla locanda troviamo anche Enzo Ferrara e sua moglie, che ci hanno preceduti.
Questa compagnia è davvero fantastica: si ride, si scherza, si prende per i fondelli Marmar, ma si parla anche di cose serie.
La notte stavolta dormo come un angioletto, anche se alle 6,30 ho già gli occhi aperti.
Decido di vestirmi e andare a guardare gli asini da vicino. Uno di loro ha assaporato la libertà e Paolo si ritrova a fare da “aiuto asinaro”. Queste creature sono bellissime e simpaticissime, soprattutto quando mangiano le mele mostrando i dentoni!!!
E’ ormai domenica, è ora di ritornare verso casa, ma il giro non è ancora concluso; l’obiettivo è quello di arrivare a Magliano dei Marsi prima di dirsi arrivederci. Io però non mi sento affatto in forma. Partiamo con gli altri, ma dopo pochi km io e Paolo decidiamo che è meglio salutarsi lì e prendere direttamente la strada di casa. Non sono al massimo delle forze, perciò non ha senso spararsi altri 400 km quando posso risparmiarne parecchi; inoltre non voglio condizionare il gruppo, farei fare tardi a tutti e c’è chi ha il tempo contato. Senza contare che le previsioni meteo non promettono nulla di buono per il pomeriggio, anche se al momento c’è il sole. Mi sento in colpa nei confronti di Paolo che per stare vicino a me deve perdere anche questa parte del giro, ma Mr Sergio trova una soluzione anche a questo: “Lasciala per oggi e te la riprendi domani!”.
Salutiamo gli altri e ripartiamo in due.
In realtà il giro in solitaria non andrà poi tanto male…Sì, andiamo piano, ma abbiamo modo di parlottare riguardo a come fare per migliorare la mia resistenza in moto. Non posso dire di andare sempre pianissimo, diciamo che più altro sono incostante: talvolta accelero e mi rendo conto che quando vado più veloce guido meglio e imposto meglio le curve, ma non reggo quei ritmi per tanto tempo. È come se il mio cervello subisse un ON OFF continuo che non riesco a controllare e quando va su off, la manopola del gas non gira nemmeno se mi sparo!
Per evitare l’acqua decidiamo di non fermarci nemmeno a pranzo, giusto una rapida sosta a Marana per un caffè che ci fa passare le fame e una a Forca di Presta per mettere l’antipioggia: persino l’acqua è stata più veloce di me! Il pranzo non ci manca, siamo abituati, quando andiamo in giro in moto, a mangiare anche alle quattro del pomeriggio per approfittare delle ore in cui c’è meno traffico in giro, per cui nessuno dei due ne sente l’esigenza.
A Castelluccio inizia a piovigginare. La piana tutta viola è uno spettacolo lunare: sembra quasi di galleggiare sull’acqua!
A Visso il tempo decide di non assisterci più e viene giù il diluvio universale. A quel punto ci prende la risarella isterica perché entrambi i nostri antipoggia lasciano passare l’acqua. Mancano solo 30 chilometri a Camerino dove abbiamo deciso che ci fermeremo per chiedere ospitalità ai miei, ma sono sufficienti per farci arrivare a casa di mamma con le scarpe piene di paperelle, i guanti da strizzare e le rane nelle mutande!!! Gli ultimi 3 km, nonostante le manopole riscaldate, fatico persino a muovere le mani! Che freddo! Ho i brividi! Però che ridere…quando sei tutto zuppo in quel modo non puoi far altro che ridere, soprattutto se ad ogni cambio marcia senti l’acqua che si sposta dalle dita dei piedi al tallone!
La mattina dopo, riprendiamo l’ultima tappa del nostro giretto: Camerino-Senigallia, con scarpe e guanti ancora umidi.
Le nostre moto ora sono in garage, una di fianco all’altra…Il mio contachilometri segna 973 km! E’ praticamente pronta per il tagliando!!! Certo per è stata battezzata bene, persino con acqua e vento!!!
Paola Pallina