Giornata da classica ottobrata romana, con sole e temperatura mite.
Nonostante questo abbiamo effettuato un giro ridotto rispetto al nostro chilometraggio standard, per poter rientrare presto a casa causa impegni vari.
Ci incontriamo alle 9 sulla Salaria, ovviamente al piazzale della BMW: Dennykey, Lanti, Jestercap, Barnaba ed io, Ulysse. La giornata e’ stupenda e vedo passare moto in continuazione; il luogo e’ sfruttato come punto di incontro anche da altri gruppi di motociclisti. Tutti puntuali, partiamo alla volta del primo bar, che e’ poi il “BAR FORTUNA” davanti alla traversa del Grillo.
Altre moto ferme, anche da fuoristrada. Dopo la colazione offerta da Dennykey si riparte, imboccando proprio la Traversa del Grillo. Un itinerario di massima lo abbiamo, ma preferiamo effettuare un percorso “interattivo” e decidere ad ogni incrocio quale direzione prendere. Saliamo su per la Tiberina, poi deviazione per Nazzano e di nuovo sulla Tiberina, fino ad incrociare la Flaminia, che percorriamo fino al mitico “BAR SASSACCI”.
Questo tratto di Flaminia, ben conosciuto e molto frequentato dai motociclisti, ci offre l’opportunita’ di collaudare le nuove Diablo Rosso di Denny: le gomme si comportano bene e lui ancor di piu’… Deve aver dimenticato di essere diventato papa’ da due settimane e ruota la manopola del gas senza esitazione, ma sempre usando il cervello come e’ suo e nostro costume.
Al Sassacci assistiamo ad una scenetta dal sapore antico, tenerissima: parcheggiamo le moto (il piazzale era pieno) vicino ad un gruppo di conquantini, non i soliti scooter ma motociclettine Aprilia e Yamaha con tanto di deltabox. Non sfugge allo sguardo attento una nota dissonante: una motina si rivela essere un 125 Yamaha sotto mentite spoglie… Ecco uscire i giovanissimi proprietari dal bar: minuti, graziosi e ruspanti. Quello che doveva essere il capetto del gruppo si avvicina alla Yamahina e noi lo apostrofiamo: ” a regazzi’, quant’e’ de cilindrata?”. E lui, candido: “de targa cinganda”. Beata giovinezza. A me hanno fatto tanta tenerezza, riportandomi parecchio indietro negli anni: i pochi soldi spesi tutti in miscela, i giubbotti rimediati in cui ci stavi dentro tre volte; caschi improponibili, scarti dei piu’ grandi, spesso senza visiera; guanti inesistenti di di tipo assolutamente non adatto. Ma ho visto in quei ragazzini la stessa passione irrefrenabile; speriamo che sappiano coltivarla al meglio e crescere nelmodo giusto, glie lo augurodi cuore.
A questo punto Denny ci abbandona e torna verso casa, mentre noi passiamo il bivio di Civita Castellana e prendiamo per Gallese; la strada poi ci porta a Corchiano, Vignanello e Canepina. Come tante formichine una teoria ininterrotta di persone sta raccogleindo castagne a bordo strada, in modo sconsiderato e pericoloso; ci sono anche auto parcheggiate in malo modo e noi di conseguenza adattiamo il nostro passo alla situazione.
Prima di scendere al lago di Vico (curiosamente chiamato Lago di Vicolo su Google Map) facciamo una breve sosta per fissare i supporti della carena della moto di Barnaba, che si erano molto allentati provocando un fastidioso ciotolamento della carena. Ripartiamo, ancora sole e bella strada; itinerario classico, percorso mille volte, ma sempre piacevole e d’altronde in giri cosi’ brevi non e’ che ci possiamo inventare chissa’ che.
A Manziana ci salutiamo: io, Ulysse, prendo per il bosco di Manziana, Sasso e scendo sull’Aurelia a due passi da casa; Jestercap, Barnaba e Lanti proseguono sulla Braccianese in direzione Roma.
Giro corto, prima della 14 sono a casa, ma soddisfacente; bella compagnia e rammarico per i compagni motociclisti rimasti a casa, chi acciaccato e chi impegnato.
Ci rivedremo tutti insieme, ovviamente…
Alla prossima!