9 novembre 2008 – Orvinio e Narni

Anche questa uscita e’ finita nell’album dei ricordi.
Le premesse sul forum, durante la settimana, non lasciavano intravedere una consistente partecipazione… dubbi ed incertezze fino all’ultimo, come e’ naturale possa capitare; ma domenica mattina ci siamo trovati in otto all’appuntamento: Danilo, Ste, Poldo, Murdok, Lanti, Barnaba, Jestercap ed Ulysse.
La riunione del gruppo e’ avvenuta presso l’area di servizio della Roma – L’Aquila, dopo il casello; arriviamo alla spicciolata, saluti, abbracci, pieno e l’immancabile caffe’; questa volta pero’ il caffe’ e’ supportato da una manciata di biscotti provenienti dal vecchio ed inimitabile forno di Trastevere, giusto per un rinforzino calorico.
Partiamo; percorriamo velocemente, ma sempre entro i limiti imposti dal codice, i venti chilometri di autostrada che ci separano da Vicovaro; c’e’ da dire che nessuno di noi ama l’autostrada ma venti chilometri li sopportiamo volentieri perche’ ci evitano il caos della Tiburtina fin dopo Tivoli, facendoci guadagnare tempo prezioso.
All’uscita dal casello Poldo ne approfitta per cambiare i guanti, sente freddo; sembra una stupidaggine, ma un elemento accessorio al quale si da poca importanza puo’ invece condizionare una intera giornata se e’ inadatto e quindi causa di fastidio. Fortunatamente qualcuno, uno a caso, ha un paio di guanti in piu’ stipati fra le pieghe della tuta da pioggia e cosi’ il problema e’ risolto alla svelta.
Ancora una volta e’ il nostro “arancione” ufficiale, il buon Jestercap , ad aprire la processione, con un buon ritmo, frizzante al punto giusto… una effervescenza naturale! Da Vicovaro saliamo verso Licenza, Percile, poi Orvinio ed infine Poggio Moiano; la strada è molto bella, come i paesi che attraversiamo ed i panorami che scorrono ai nostri lati. L’asfalto e’ bagnato ma non scivoloso; guidiamo tranquilli, comunque prudenti e senza strafare, non ci sono le condizioni adatte a lasciarsi andare un po’ di piu’ e sarebbe stupido rischiare. Ci troviamo sulla Salaria, arriviamo a Rieti e Jestercap produce un percorso che ci porta a lambirne i limiti periferici senza costringerci ad attraversare la citta’, una sorta di tiro ad effetto, di esterno sinistro, che ci fa arrivare esattamente dalla parte opposta alla quale siamo arrivati, velocemente.
Ora c’e’ nebbia, un attento Barnaba se ne era già accorto dalle alture di Orvinio, ma fortunatamente non e’ poi cosi’ fitta e dopo pochi chilometri, piu’ o meno all’altezza di Quattro Strade, cede alla prepotenza del sole.
Io e Dennykey ci alterniamo nel ruolo di scopa, in fondo alla colonna; davanti allungano un po’ e si forma un certo gap fra il gruppo di testa e la coda… Accidenti, sono andati in fuga, ci hanno sorpreso e beffato! Le condizioni dell’asfalto ora sono ottimali, qualche rara chiazza di bagnato ai lati e nulla piu’; sono ragazzi, lasciamoli divertire! Io me ne sto buono buono a fare il fanalino di coda, davanti a me, nell’ordine, Dennykey, Lanti e Ste.
Eccoli i due anziani del gruppo: Dennykey ed Ulysse ; facciamo proprio la parte dei vecchietti, buoni buoni in coda, come se fossimo in fila alla posta, per la pensione; quasi quasi mi viene da chinare il capo ed incrociare le mani dietro la schiena. Mentre sono preso da questi pensieri ecco che il piu’ giovane dei due, Denny, approfitta di una curva a sinistra, abbastanza decisa, per superare Lanti. E’ un classico del suo repertorio, oramai lo conosco! Se voleva andare semplicemente avanti avrebbe sorpassato sul dritto, non in staccata per poi far scatenare quel mostro che ha fra le cosce! La moto, che avete capito!!! Lo conosco, mi ha sbattuto il guanto in faccia e debbo reagire… Lui tira, tira ed io tiro, tiro… lui stacca, piega ed io pure, ma porcatrota in uscita di curva e’ impossibile restargli a ruota, penso mi ci vorrebbe un ombrello per agganciarmi al codone e farmi tirare!!!
Qualche chilometro a questa andatura e ci ricongiungiamo con la testa del gruppo; aspettiamo gli altri e dopo qualche fotina si riparte; la strada costeggia il lago di Piediluco, passiamo le Marmore e siamo a Terni; qualche semaforo e di nuovo liberi, la bella Flaminia Ternana ci conduce a Narni, fino al Cavallino, luogo prescelto per consumare il frugale pasto del motociclista. Parcheggiamo, due chiacchiere prima di entrare e Ste ci saluta per fare rientro a casa. Il pranzo e’ condito dalla solita marea di cazzate; a focalizzare l’attenzione e’ soprattutto un loquace Lanti che si lancia in filosofiche ed originali teorie su argomenti mooolto delicati: i modi per lasciare questo triste mondo, fa piu’ male l’alcool del fumo, le gomme, la moto, gestione delle corna e via di questo passo. Quasi tutti scelgono di non consumare un pasto completo, chi prende un primo ed un contorno e chi un secondo con contorno; quasi tutti, meno uno: il solito famelico Lanti che si sbafa primo, secondo, contorno e dolce!!! In piu’ gli ho insegnato come fare una pappetta molto nutriente con il parmigiano ed il sugo della pasta rimasto sul fondo del piatto, un additivo per il colesterolo… e’ sembrato alquanto soddisfatto di questa piccola leccornia!
Arriva il conto, onesto; abbiamo mangiato bene e la cameriera, come giustamente osserva Jestercap, e’ riuscita ad essere simpatica ma non invadente; paghiamo e subito dopo siamo di nuovo in moto; Dennykey ci conduce lungo la Flaminia Romana per fermarsi presso un altro ristorante e prendere un biglietto dello stesso… Da non crederci: abbiamo appena iniziato la digestione che già si pensa alla prossima pappata! Ripartiamo, di nuovo Dennykey in testa, e tranquillamente, via Flaminia, raggiungiamo il Sassacci. Sosta, caffe’, qualche chiacchiera e saluti: io prendo le vie interne, Faleria, Calcata, Mazzano ed Anguillara, per raggiungere velocemente casa.
Gli altri proseguono sulla Flaminia, che li condurrà fino a Roma.
Bella uscita, bel gruppo, inaspettato, e sole; gli ingredienti per essere soddisfatti c’erano tutti e li abbiamo sfruttati al meglio.
Ora non ci resta che aspettare la prossima uscita, godendoci nel frattempo il sapore lasciato da questa splendida giornata passata insieme, in amicizia, ancora una volta.

Alla prossima, dunque!