Maggio, come oramai nella tradizione dei Babbaluci, ci ha portato una nuova edizione della Nove Passi.
Sara’ che siamo diventati bravi ad organizzarci, sara’ l’entusiasmo, sara’ quel che sara’ ma oramai questo evento e’ ogni anno piu’ interessante e divertente. Dovevamo essere di piu’ ma i soliti problemi della vita hanno costretto alcuni a dover rinunciare alla tanto attesa partenza; a tutti loro diamo ovviamente appuntamento al prossimo anno. Non siamo un gruppo che tende a fare numero, non siamo tanto favorevoli ai grossi serpentoni di moto… quando i Babbaluci si muovono, si muove un gruppo di amici e se manca qualcuno all’appello non mancano semplicemente un membro del club ed una moto, manca un amico vero e la cosa non puo’ che farci dispiacere.
24 maggio, lunedi.
Partenza di lunedi, 24 maggio; incontro alle 6 del mattino davanti lo Stadio Olimpico e gia’ abbiamo la prima sorpresa; siamo ancora in pochi quando vediamo arrivare e fermarsi una moto conosciuta ma che mai ci saremmo aspettati di vedere li: Ste! Va bene, ho pensato, sara’ venuto a salutarci e a fare colazione con noi, siamo abituati a questi fuoriprogramma, ma lui, candido, se ne esce con un: “vi accompagno per un pezzo, dov’e’ che incontrate Jack?”
Increduli, aspettiamo che arrivino tutti e poi partiamo: Ste, Freeblue, Dennykey, Marmar, Murdok, Jestercap ed Ulysse.
L’ appuntamento con Jack e’ dopo Montefiascone, sulla strada per Bolsena; arriviamo puntualissimi e lo troviamo gia’ li, scalpitante. Dopo i rituali saluti ci muoviamo per andare a consumare un altro rito: la colazione; decidiamo per Bolsena, tranquilla ed accogliente e sicuramente in grado di offrirci una colazione piu’ degna di questo nome rispetto a quella che avevamo avuto sulla Cassia, uscendo da Roma. E poi a quella prima colazione mancava Jack ed il rito non poteva essere soddisfatto…
Seduti ai tavoli all’aperto, versiamo le quote per la cassa comune, per le spese della locanda e la quota del Passi Game, il tutto nelle mani di Murdok, il tesoriere. Consumata l’abbondante colazione, alla quale un intraprendente Freeblue aveva aggiunto qualche taglio di pizza presa all’alimentari, ripartiamo alla volta della tappa successiva, l’Amiata. Ste naturalmente non si era accontentato di accompagnarci fino all’incontro con Jack; aveva proseguito per Bolsena -tanto sono pochi chilometri- ed ora decide di arrivare fino all’Amiata… Ovviamente siamo contenti, sta riprendendo alla grande e la voglia di andare in moto ne e’ sicuramente la conferma. Andrea apre dunque la fila, conducendoci a passo deciso e sicuro verso Acquapendente, Piancastagnaio, Abbadia San Savatore ed infine l’Amiata. Foto, solite cazzate sparate a raffica, saluti a Ste che riparte per Roma e controllo orario: siamo piu’ o meno in tabella e possiamo proseguire senza affanni e senza tagli di percorso.
Scendiamo dall’Amiata, percorriamo piacevoli strade fino a Massa Marittima dove facciamo la sostra pranzo, uno spuntino senza pretese in un locale dal doppio volto: ambiente familiare, pergolato da vecchia osteria e prezzi da ristorante di lusso! Forse colpa delle nostre sguaiate ed irriverenti risa all’indirizzo del cameriere, il quale ci aveva consigliato di andare a vedere “la spada confiScata nella roccia”… Si sara’ vendicato salando abbondantemente il conto, unica arma in suo possesso.
Durante lo spuntino inizia il Passi Game, che oltre alle prove di abilita’ ed i quiz prevede anche una sorta di bonus-malus: punti aggiunti o sottratti per battute divertenti o infelici, per comportamenti positivi o negativi ma soprattutto punti di penalizzazione ad ogni lamentela espressa, qualunque sia il motivo della stessa. Danilo si esibisce subito in un doppia performance, guadagnando e perdendo un punto prezioso per la stessa battuta: divertente nonostante fosse una cazzata immane, irripetibile, che se isolata da quel contesto non avrebbe significato alcuno. Marmar invece comincia a collezionare penalizzazioni per le lamentele… Addirittura ferma il gruppo segnalando lo stop ad Andrea per 3 sole gocce d’acqua!!! Che ridere, ovviamente facciamo il possibile per farlo lamentare e le penalizzazioni, inflitte ad insindacabile giudizio del sottoscritto, sono solo un ulteriore motivo di divertimento, un gioco nel gioco.
Ripartiti da Massa Marittima percorriamo la splendida Massetana fino all’Abbazia di San Galgano, dove ci fermiamo a fare qualche foto. Dopo la sosta a San Galgano e soprattutto la sosta pranzo, abbiamo accumulato un po’ di ritardo e dunque decidiamo di proseguire verso Badia per vie veloci, abbandonando il percorso che ci avrebbe portato ad attraversare le terre del Chianti, fra Siena e Montevarchi.
Raccordo Siena – Bettolle, Arezzo e poi la strada diventa di nuovo piacevole, anche se un po’ trafficata: sotto Bibbiena riconosciamo le *nostre* strade; si va verso Poppi, si devia per Soci e poi, finalmente, lo splendido toboga di asfalto ci conduce a Badia Prataglia, dove ci attende la nostra locanda e dove arriviamo nei tempi previsti.
La sera a cena c’e’ una atmosfera particolare, sia per l’attesa del giorno dopo, quando inizieremo a fare sul serio con un giro nel quale potremo inanellare diversi passi, sia comunque per la nostra allegria e cazzeggio. La trovata del Passi Game ha risosso un successo inaspettato e le penalizzazioni per i lamenti, piu’ di ogni altra cosa, sono sicuramente fonte di gran divertimento.
La cena e’ ottima ed abbondante, come sempre alla Foresta, e ci sentiamo veramente soddisfatti della giornata trascorsa in moto ed in compagnia.
25 maggio, martedi.
Colazione alle 8, canonica e rituale alla Nove Passi. Alle 9, tutti puntuali, lasciamo la locanda; qualcuno prende punti di bonus per essere stato il primo pronto alla partenza, qualcun altro prende penalizzazioni per lamenti vari…
Scendiamo verso Poppi, la strada gia’ dalla locanda e’ un susseguirsi di curve e procediamo piano sia perche’ siamo appena partiti, sia perche’ le gomme sono veramente fredde. Iniziano i giochi: Croce ai Mori, Scarperia e autodromo del Mugello, Barberino, Passo della Futa; breve sosta ristoratrice, decidiamo di tagliare il Sasso di San Zenobi, evitando anche la Raticosa, e scendiamo per una strada bellissima su Firenzuola. Qui ripercorriamo il mitico tratto fino a Palazzuolo sul Senio, dove ci fermiamo per il solito pranzetto veloce: olive, formaggi, finocchiona, prosciutto, mortadella, pancetta, pane e rigorosamente acqua o, per qualcuno, bevande analcoliche.
Controlliamo l’orario e la strada ancora da fare, decidiamo una ulteriore modifica al tracciato: niente piu’ Sambuca e Colla, diretti a Rocca San Casciano, strada San Zeno e poi, da Santa Sofia, su per il passo della Calla. Ma fra il dire ed il fare ci sono di mezzo le forature e proprio mentre iniziamo la salita verso la Calla Jestercap fora la ruota anteriore. Monta le camere d’aria quindi dovremmo smontare la gomma e riparare o sostituire il tubolare, ma il buon Joker non ha ne le pezze ne la camera di scorta, quindi i miei cacciagomme rimangono inoperativi sotto la sella. In quattro e quattr’otto io ed Andrea smontiamo la ruota e la posizioniamo sulle spalle di Murdok, assicurata dalle solite fettucce e moschettoni da montagna che mi porto dietro. Partono: Jack alla guida, Murdok con la ruota-zaino sulle spalle e Jestercap, con la moto di Andrea, a scortarli. Noi restiamo ad aspettare… I ragazzi si sono diretti verso un paesino ad una decina di chilometri, ignorando il consiglio di andare direttamente a Santa Sofia. Buco nell’acqua, li vediamo ripassare dopo un po’ diretti proprio a Santa Sofia, dalla quale torneranno con la ruota con una nuova camera d’aria e la vecchia riparata. Rimontiamo il tutto, togliendo la ruota del cinquantino, scovata nei paraggi, che avevamo montato per ingannare l’attesa e divertirci un po’ ed anche, perchè no? da poter utilizzare in emergenza, se non avessero trovato il gommista.
Andrea e’ un buon braccio destro sia nella guida del gruppo sia nelle attivita’ di officina; anche gli altri aiutano chi mettendo a posto gli attrezzi, chi pulendo il sito che ci ha ospitato ed in un attimo siamo in grado di ripartire. La Calla e’ saltata ma le nostre risorse organizzative ci consentono di prendere il percorso alternato: Santa Sofia, di nuovo, poi passo del Carnaio, Passo dei Mandrioli ed infine Badia Prataglia, in perfetto orario.
Doccia, cambio d’abito e l’aperitivo ci trova prontissimi: prosecco per -quasi- tutti. Poi a tavola, all’immancabile appuntamento con i manicaretti preparati da Angela e Andrea, della Foresta. Vino rosso *un po’ peso*, come dice Andrea: 14 gradi! Il giorno siamo diligenti, siamo un po’ pazzi ma non scemi da alterarci con l’alcol mentre siamo in moto, ma la sera qualche bicchierozzo non ce lo leva nessuno.
Altre risa, incontenibili, altri bonus, altre penalita’… Si fa un briefing per la giornata successiva, mentre un compleannoso Murdok porta nel salottino spumante e torta. Il briefing diventa un gioco, nel quale abbiamo modo anche di effettuare i quiz previsti dal Passi Game. Un agguerrito Jestercap balza in testa, grazie anche a qualche punto di bonus guadagnato con le sue battute al peperoncino.
La giornata si conclude cosi’, fra l’ilarita’ generale, come di consueto fra noi ed in special modo in queste occasioni: oltrtutto e’ vietato lamentarsi dunque al minimo accenno si perdono punti preziosi.
26 maggio, mercoledi.
Alzataccia, la partenza e’ fissata per le ore 07:00. Ma non sono il solo ad essere pronto prima del tempo: Andrea e Danilo, subito seguiti da Jack, mostrano tutta l’impazienza di andare a raggiungere le Apuane… Piano piano scendono tutti e tutti in perfetto orario. Questa volta il nostro cerimoniere, Dennykey, ha preso una toppa: dovevamo fare colazione alla locanda, facendoci lasciare delle cose sul nostro tavolo, ma non si sono capiti, dunque scediamo da Badia con la solita cautela ed a Soci ci fermiamo a fare colazione al bar; poi diretti alla Consuma, foto di rito sullo scollinamento, e ci dirigiamo su Pontassieve. Qui prendiamo l’autostrada, che fin dopo Firenze e’ nel caos piu’ assoluto, fra auto immobili in tripla fila ed i lavori in corso per lunghi tratti. Questo ci costera’ un bel ritardo all’arrivo a Massa, al quale dobbiamo aggiungere i minuti di una sosta prolungata per riprendere fiato; sono pur sempre quasi 200 chilometri da Badia!
L’arrivo alle porte di Massa ci lascia intravedere lo spettacolo che ci attende sulle Apuane. Iniziamo a salire verso il Passo del Vestito, unico, antico, dove da sempre sono stati prelevati i marmi piu’ pregiati. Storico, perche’ qui passava la Linea Gotica, ed affascinante sia per i panorami che per la salita al valico molto ripida e per stretti tornanti, inframmezzazi da buie gallerie.
Ci fermiamo ad Isola Santa per le foto e ci ritroviamo poi a valle, diretti verso Castelnuovo di Garfagnana. Qui Alberto ci saluta, prende la strada per Aulla, diretto in Liguria. Chiudiamo la gara con un ex aequo clamoroso fra lo stesso Jestercap e Dennykey, che essendo il primo ad essere pronto in moto alla partenza del mattino, ha rimontato e pareggiato la classifica. La vincita del Passi Game consiste nella gratuita’ della quota-locanda e i due, molto cavallerescamente, devolvono la somma quale fondo a favore di un pranzo per i Babbaluci.
Noi proseguiamo per il Passo delle Radici, dove troviamo ristoro in un anacronistico rifugio… il tempo, dentro al locale, sembra essersi fermato ai primi anni ’70! Con tanto di vecchia cabina telefonica ed oggetti molto kitsch in vendita ed esposizione nelle vetrine.
Murdock si produce in un rombo intestinale di rara intensita’ e volume, generando vibrazioni alla panca del rifugio e risa generali. Poi usciamo, Marmar propone una foto tutti insieme sul prato; prima cerca di posizionare la fotocamera sul tetto di un’automobile ingorando che il propietario e’ all’interno, dando vita ad una macchietta comica ma raggiungendo comunque un accordo con l’automobilista: pezzetta sotto la fotocamera per non graffiare il tetto. Poi imposta l’autoscatto e parte a razzo, la distanza fra la fotocamera ed il gruppo non e’ poca… salta il fossato, quale handicapp alla performance, atterra sul prato e nel volteggiare colpisce Murdok con lo stivale, proprio mentre l’autoscatto assolve il compito richiesto. La foto verra’ fuori con tutti noi a ridere ed il povero Jean con la faccia fra le mani, dolorante…
Si riparte; il nostro approccio con percorsi e navigatori e’ molto interattivo, facciamo una deviazione e saliamo su per l’Abetone. Foto, scendiamo verso San Marcello e poi Castiglione dei Pepoli. Una strada con un grip incredibile ci consente di guidare in scioltezza, felici come non mai, forse come Poldo, anni prima, sulla Raticosa…
Ci ricomponiamo, il gruppo si compatta, Andrea riprende la guida… dobbiamo affrettarci; chiede indicazioni ad tizio, che conferma: “da qui al Mugello c’e’ una strada molto breve, con 4 chilometri di sterrato” che pero’ ci faranno risparmiare un lungo giro. Ci guardiamo ed e’ uno sguardo di intesa: non informiamo nessuno e proseguiamo; in effetti arriviamo presto al Mugello, fra qualche protesta -purtroppo il Passi Game e’ oramai concluso e non ci sono piu’ penalizzazioni-; proteste ovviamente bonarie e giocose. Dal Mugello passiamo per Borgo San Lorenzo e poi solo Croce ai Mori ci divide dalla locanda. Affrontiamo la lunga salita con grinta e rispetto, in perfetta solitudine: nessuno tranne noi! Sono le 19 e 30, c’e’ luce ma si percepisce l’arrivo imminente della sera; guidare ora, su questa strada, benche’ stanchi, e’ uno spettacolo. Arriviamo a Badia comunque in orario, siamo in una locanda e non in un grand hotel, dobbiamo rispettare gli orari per ripettare le persone che lavorano e dunque siamo ben contenti di non aver arrecato disturbo a nessuno.
Doccia, ovviamente, e cambio di look… Ci aspettano le *fiorentine*, le superbe bistecche di chianina che Danilo aveva ordinato telefonicamente durante la sosta del mattino a Massa; su queste cose e’ sempre meglio essere previdenti al massimo!!!
Qualcuno, un Marmar a caso, si addormenta dopo la carbonara(!) e prima delle bistecche. Jean e’ completamente cotto, paga la lunga assenza dalla moto ma ha onorato il giro fino all’ultimo chilometro. Noi pure siamo stanchi, ma tutto sommato nella norma.
Il bilancio della giornata ha dell’incredibile: 520 chilometri percorsi che esclusi i quasi 130 di autostrada sono stati tutti di passi e strade impegnative; 11 ore e 10 minuti dalla partenza al rientro, durante le quali abbiamo solo e semplicemente goduto: dei panorami, delle moto e della nostra compagnia di svalvolati.
La serata si conclude come le precedenti, fra scoppi di risa, brindisi e cazzate varie. Siamo proprio maestri in questo!!!
27 maggio, giovedi.
Ci alziamo con comodo, per cosi’ dire: la partenza e’ fissata per le 9 e 30. Il solito Marmar protesta perche’ vedendoci pronti almeno 20 minuti prima si sente *condizionato* a fare altrettanto. Lo prendiamo in giro, ridiamo di e con lui, e meno male che e’ finita l’assegnazione dei punti malus!!! Saliamo a Camaldoli e poi al Sacro Eremo; visita, foto e poi l’immancabile discussione: scendere o no per il passo Fangacci? Io ovviamente protendo per il si, spalleggiato da Andrea, Jack e Murdok. Danilo si affida alla fatalita’ del caso e della vita, sposando la causa comune: “se Fangacci deve essere, Fangacci sia!” E’ si uno sterrato, ma di rara bellezza sia nel tracciato, completamente immerso nella rigogliosa vegetazione di faggi, castagni, ippocastani, abeti bianchi ed altro ancora, sia per l’ampio panorama sulla Romagna che si apre poco prima del passo. Marmar si trasforma da indeciso a estasiato, saltando addirittura sulle pedane quando incrociamo l’auto di Google Street View che procede facendo le riprese… Poi ci concediamo tutte le pause del mondo, sia per il panorama visibile dal passo, sia per l’ampio piazzale davanti al Rifugio Fangacci, per foto e riprese video, sia per ammirare e fotografare le bellissime Tre Cascate poco prima di Badia. Tutto questo ha una fine e da Badia saliamo il Mandrioli. Altre foto e riprese. Nei pressi di Bagno di Romagna Danilo e Jean prendono la E45 per un rientro rapido. Io, Jack, Marmar e Free proseguiamo per un tratto ma l’intenso traffico e l’orario convincono anche noi a salire sulla E45. Usciamo a Citta’ di Castello, saliamo rapidamente a Bocca Serriola, dove ci attende Ani con la sua Kappona. Pranziamo al solito, con affettati, formaggi ed acqua minerale, poi ci salutiamo: Ani e Jack proseguono per Fabriano, noi tre scendiamo nuovamente per il Passo di Bocca Serriola e da Citta’ di Castello prendiamo nuovamente la E45, diretti rapidamente a Roma. Saluti con Andrea in un’area di servizio poco prima di Roma; io e Marmar ci dirigiamo a casa mia, l’indomani ci imbarcheremo a Civitavecchia per la Sicilia, insieme ad una altro gruppo di semi infermi di mente… Ma questa e’ un’altra storia!
La Nove Passi chiude i battenti anche quest’anno, gia’ da ora pensiamo alla prossima edizione, con la speranza di dividere emozioni, soddisfazioni e divertimenti con tutti i Babbaluci, nessuno escluso.
Grazie a tutti: per l’impegno notevole che questo raid ha richiesto; per la pazienza nel sopportare la mia *pignoleria da endurista incallito* nel cercare di voler rispettare le tabelle di marcia; per essere stati nuovamente insieme ed aver contribuito a rendere questa nuova edizione un successo come e piu’ delle precedenti.
Grazie a Marmar che e’ partito in solitaria da Palermo per unirsi a noi e per aver curato i servizi video/fotografici.
Grazie ad Alberto per essere partito invece da Tirana, dove sta lavorando.
Grazie a Jack che poteva raggiungere comodamente Badia ma ha preferito scendere da Fabriano a Montefiascone per condividere ancora piu’ tempo e percorsi con noi.
Grazie a Jean che ha sopportato una fatica immane in questo evento ma l’ha concluso nel migliore dei modi.
Grazie ad Andrea, aiuto preziosissimo nella guida e nella gestione delle problematiche tecniche, elemento di sicura affidabilita’.
Grazie a Danilo, per la sua proverbiale disponibilita’, assistenza, esperienza e simpatia.
Grazie a Ste e ad Ani, che con la loro pur breve partecipazione hanno allietato ed arrichito la compagnia.
Grazie a Gipx, Babbaluco Partenopeo, che ha accolto Marmar al suo arrivo al porto, da Palermo.
Alla prossima!